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Caso scontrini, assolto l’ex sindaco della Capitale, Ignazio Marino, dalle accuse di falso, peculato e truffa

L’assoluzione “per non aver commesso il fatto” è arrivata alla fine di un processo con rito abbreviato. Al vaglio dell’accusa la legittimità di alcuni conti per 56 cene che costarono 12.700 euro pagate, secondo la procura, con la carta di credito del Campidoglio e la vicenda della sua onlus Imagine

 

«Marino ha pianto in aula». Lo ha detto il suo legale Enzo Musco prima di entrare all’hotel Nazionale, dove il “Marziano” ha tenuto una conferenza stampa. Sull’ipotesi di una richiesta danni da parte del suo assistito l’avvocato ha precisato che bisognerà prima aspettare le motivazioni della sentenza. «Ci sono 90 giorni di tempo», ha ricordato. Il legale ha sottolineato l’onestà di Marino sostenendo che «semmai ha utilizzato il suo denaro per la cosa pubblica e non il contrario».

UN ANNO FA ROMANI VIOLENTATI IN LORO SCELTA DEMOCRATICA

«Nella nostra Capitale – ha detto l’ex sindaco – un anno fa la nostra democrazia è stata lesa, la verità è stata negata e centinaia di migliaia di romani sono stati violentati nella loro scelta democratica». E poi, riferendosi alla decadenza della sua giunta dopo che i consiglieri del Pd si dimisero davanti a un notaio depositando le firme, «Il conto di certe azioni le paga il paese, soprattutto quando riguardano la capitale di Italia. Qualcuno ora si dovrebbe guardare allo specchio e capire se ha la statura di statista e farsi un esame di coscienza».

RITORNO IN POLITICA? DOVERE MORALE IMPEGNARMI PER CITTÀ

«Considero un grandissimo onore essere stato sindaco di Roma», ha detto Marino. «È chiaro che io sento il dovere di contribuire con quello che potrò, con la mia capacità di studio, con la mia capacità di analisi e la mia capacità di coinvolgere le tante persone, che voglio ringraziare».

 ORFINI ATTACCATO SU SOCIAL, PER TE ROMA A M5S

«Disastro Pd. E lo dice uno che fino ad ora vi ha sempre votato», «meglio il silenzio», «commissario questa te la potevi risparmiare». Sono alcuni dei tanti commenti apparsi sotto il post Fb in cui il commissario dem di Roma Matteo Orfini spiega che il Pd non chiese «le dimissioni di Marino per la vicenda scontrini. Un utente, Giancarlo, gli scrive: «Caro Orfini, hai consegnato Roma nelle mani dei 5 Stelle invece di aiutare il tuo compagno di partito. Dovresti vergognarti e abbandonare la politica per sempre». Orfini gli risponde: «Roma ai grillini l’hanno consegnati quelli che si sono fatti coinvolgere nelle vicende corruttive e un sindaco incapace». «C’era spazio per continuare e tu lo sai – ribatte Giancarlo – Hai solo obbedito al tuo capo di partito per vicende di rapporti di forza interna. Adesso ci teniamo la Raggi per 5 anni per colpa vostra». «Ho provato a continuare per un anno. Di più era impossibile», la risposta di Orfini. Un altro utente, Stefano punta il dito: «Voi avevate l’obbligo di difenderlo e non l’avete mai fatto! A partire dalla Panda Rossa». E il commissario dem replica: «Veramente non ho fatto altro per più di un anno».

TOTI, MARINO DOVEVA ANDARSENE PERCHÉ INCAPACE

«Io non ho mai detto che Marino si doveva dimettere per gli scontrini ci mancherebbe altro. Non avevo trovato particolarmente gravi le accuse e sono lieto che ne esca innocente. Marino doveva andarsene perché incapace e non perché disonesto». Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti (Forza Italia), commenta l’assoluzione dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino.

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