Mafia Roma, Comune: rischio processo per 17 funzionari politiche sociali, appalti campi rom
Si tratta di una indagine parallela. Pm: “Giro di mazzette, assunzioni e gioielli” per lavori di bonifica, ristrutturazione, manutenzione ed installazione di servizi in tre campi nomadi della capitale. I reati contestati, a seconda delle posizioni, vanno dalla corruzione al falso in atto pubblici, fino alla turbativa d’asta
ROMA – Un altro rivolo della cosiddetta Mafia Capitale potrebbe approdare presto in un’aula di giustizia. Si tratta del capitolo assegnazione appalti per lavori di bonifica, ristrutturazione, manutenzione ed installazione di servizi in tre campi nomadi della capitale. Appalti, quelli assegnati tra la fine del 2013 ed il marzo 2014 ad un gruppo di cooperative, scanditi, secondo la procura di Roma, da un giro di mazzette ed utilità di vario genere come assunzioni, gioielli, buoni benzina e biglietti di teatro. Per 17 tra funzionari del dipartimento politiche sociali del Comune, imprenditori ed altri pubblici ufficiali si prospetta ora la richiesta di rinvio a giudizio dopo il deposito degli atti da parte dei pm Luca Tescaroli, Maria Letizia Golfieri, Carlo Lasperanza ed Edoardo De Santis. I reati contestati, a seconda delle posizioni, vanno dalla corruzione al falso in atto pubblici, fino alla turbativa d’asta. Figura chiave della vicenda é Emanuela Salvatori, all’epoca dei fatti funzionario direttivo dell’area inclusione sociale dell’ufficio Rom-Sinti e Camminanti del dipartimento Politiche Sociali del Campidoglio. Si tratta di una vecchia conoscenza di Mafia Capitale essendo stata condannata, in un filone della maxindagine, a quattro anni di reclusione. Tra gli indagati ci sono, tra gli altri, gli imprenditori delle coop Roberto Chierici, Massimo Colangelo, Loris Talone e Salvatore di Maggio, i funzionari del Comune di Roma in carica nel periodo oggetto dell’inchiesta Alessandra Morgillo e Vito Fulco, nonché il vigile urbano Eliseo De Luca. Emanuela Salvatori, si legge nel capo di imputazione, per «vendere la sua funzione all’amministratore delle cooperative ‘Sarò e ‘Ralam’ Roberto Chierici, avrebbe ricevuto soldi, 3.200 euro e, in altre otto occasioni, somme comprese tra 800 e 3.950 euro, biglietti per il Gran Teatro (rappresentazione di Romeo e Giulietta), oltre alla promessa di pubblicizzare l’attività professionale di medico dentista della figlia». Alessandra Morgillo, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto la promessa «dell’ assunzione della figlia in una società di servizi e, per una sua collega impiegata nell’ufficio Ragioneria, anche un collier di marca Gucci». Il vigile De Luca avrebbe ricevuto da Salvatore Di Maggio, presidente di un consorzio, «almeno 16 mila euro a favore del genero, oltre alla promessa dell’assunzione della figlia e una fornitura di vini». L’imprenditore Loris Talone avrebbe fornito alla Salvatori «duemila euro, blocchetti di buoni benzina del valore di 150 euro da destinare ad un altro indagato, Claudio Zaccagnini, stretto collaboratore della funzionaria».
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