Anestesia. Un reparto sempre in prima linea - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Anestesia. Un reparto sempre in prima linea

Emergenza continua e organico ridotto, il servizio fornisce assistenza anestesiologica in condizioni di elezione e d’urgenza alle divisioni chirurgiche dell’ospedale, al servizio di radiologia, alla preospedalizzazione ed ai servizi di endoscopi. Il problema della sicurezza e la necessità di percorsi di risk management

dr. Nicola Volpe

dr. Nicola Volpe

Il Servizio di Anestesia della Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata fornisce assistenza anestesiologica in condizioni di elezione e d’urgenza alle divisioni chirurgiche dell’ospedale, al servizio di radiologia, alla preospedalizzazione ed ai servizi di endoscopia. Il servizio – che afferisce al Dipartimento di Chirurgia – inoltre comprende una unita’ operativa per la cura intensive dei pazienti chirurgici. Ne parliamo con il dr. Nicola Volpe, Direttore UOC Anestesia


Come è strutturato il suo reparto?

La struttura del servizio consiste in un dirigente di secondo livello (vecchio primario) e da vari dirigenti di primo livello tutti specialisti in anestesia e rianimazione. A fronte sempre di una maggiore richiesta di prestazioni e della impossibilita’ di assumere personale dettata dal piano di rientro regionale, l’organico del servizio e’ fortemente ridotto e di eta’ media superiore ai 50 anni. Questo rende difficile molto spesso l’evasione delle richieste di intervento a noi formulate dai vari dipartimenti. La figura dell’anestesista nell’ospedale e’ determinante nel generare ricchezza allo stesso per la varieta’ e quantita’ di prestazioni. Molti studi effettuati in varie parti del mondo rivelano che l’anestesista partecipa con la sua azione nel 75% dei guadagni di un’ospedale.

Il suo dunque è un ruolo chiave nella economia e della quotidianità del S.Giovanni
Il lavoro che io ed i miei collaboratori stiamo facendo al San Giovanni e’ di importanza fondamentale nella gestione dell’ospedale. La nostra azione incontra giornalmente ostacoli di varia natura che alle volte possono causare disservizi o potenzialmente causare danno a noi ed ai pazienti che trattiamo. Carenze di material necessario per garantire la totale sicurezza della nostra azione sono all’ordine del giorno e solo l’alta professionalita’ dei miei collaboratori permette di offrire una prestazione adeguata ai nostri pazienti. Sicuramente non si potra’ andare avanti cosi’ per molto tempo in quanto il rischio nel nostro mestiere e’ sempre in agguato come pure una schiera di avvocati che traggono vantaggio dalle lacune di un sistema che sono sempre piu’ evidenti. Altro problema che abbiamo e’ la mancanza di percorsi di risk management che ci permettano di affrontare efficacemente come gia’ succede in altri paesi europei, tutti i rischi derivanti dalle malfunzioni che possono essere osservate nella struttura e dal personale ad essa afferente.

La sua esperienza in questo quadrante
La mia esperienza nel campo della anestesiologia e terapia intensiva e’ piu’ che trentennale ed e’ stata acquisita in centri di eccellenza in Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Ho condotto durante la mia carriera reparti di cura che sono eccellenze nel panorama medico europeo. Il mio ritorno in Italia alla mia eta’ (61 anni) e’ stato dato dal fatto che ho desiderato mettere a disposizione della sanita’ del mio paese le mie esperienze acquisite durante piu’ di un lustro di permanenza all’estero. La realta’ che ho trovato e’ molto diversa da quella a cui ero abituato ma non nascondo che ci sono delle ottime potenzialita’ di miglioramento e sviluppo che sto cercando, con grandissima fatica, di perseguire non sempre coadiuvato dall’establishment da me trovato.

Com’è l’approccio con i pazienti: sono in tanti ad aver paura dell’anestesia, più della operazione chirurgica stessa?

E’ sempre vero che il paziente teme piu’ l’anestesia con conseguente perdita di coscienza che gli strumenti del chirurgo. Io sono stato abituato nel mondo anglosassone oltre a fornire al paziente tutte le informazioni richieste sia verbalmente che attraverso stampati che potevano essere tranquillamente riveduti nel comfort della propria casa, anche quei dati che facevano vedere gli eccellenti traguardi raggiunti dalla struttura di cui ero dipendente. Io sono il primo a dire che nella realta’ in cui vivo quotidianamente questo sarebbe auspicabile, ma al momento e’ solo parte dei miei sogni. Speriamo che riesca con il mio esempio a trasformarlo in realta’.

Parliamo del reparto di anestesia del San Giovanni: quanto è importante lavorare con lo staff, coniugando formazione ed efficienza
Io sono molto felice di lavorare nel servizio di anestesia dell’ospedale San Giovanni e di avere gli eccellenti collaboratori di cui ho disponibilita’. Un grande desiderio che io ho e’ di iniziare un percorso di formazione e di educazione continua che a mio avviso non e’ stato fra le priorita’ aziendali da molto tempo. Sicuramente questo comporta un cambiamento di mentalita’ ed approccio ai problemi che ogni giorno vengono osservati da professionisti che svolgono il nostro lavoro. Inoltre il cambiamento porta delle grosse resistenze per lo stravolgimento di condizioni che a volte sono eccessivamente e pericolosamente radicate nella dialettica aziendale e personale. Nel mondo in cui viviamo il cambiamento deve essere la parola d’ordine di ogni enterprise in quanto e’ solo dal mettersi ogni giorno in discussione che si ottengono I migliori risultati. Riguardo all’efficenza si apre un discorso di risorse che, ahime’, al momento non sono disponibili. Questo comunque non impedisce che ci sia il desiderio di migliorare nel fornire la nostra prestazione. Termino con un motto che ho recepito dalle parole di un grande statista britannico del 20simo secolo che ha sempre guidato la mia vita e carriera “Failure is not an Option” “Il fallimento non e’ una opzione!!”

Francesco Vitale

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