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Grandi manovre nel Lazio meridionale, più “vicine” le sanità ciociara e pontina

 Bisogna dare atto ai piloti della sanità regionali, quelli che dalla cabina di regia fanno, disfano, orientano, di aver tenuto salda la barra sulla direzione indicata dal governatore Zingaretti. Si deve tagliare, ridurre, inglobare, ridurre le spese e le risorse. Una riorganizzazione che considera le esigenze degli utenti e quelle del territorio come una variabile da considerare se e quando le circostanze lo consentano. Oggi lentamente e senza tante fanfare (meno se ne rende conto il territorio meglio è), D’Amato e i suoi stanno ridisegnando la geografia sanitaria del Lazio Meridionale. Nei giorni scorsi l’assemblea dei sindaci della provincia di Frosinone ha approvato il nuovo atto aziendale della Asl, con qualche novità concessa dal commissario straordinario Macchitella (restano le quattro macro-aree di Frosinone, Cassino, Sora e Anagni-Alatri), ma sullo sfondo si delinea ben altro. Il segnale arriva dal Pontino e rientra nei programmi operativi della Regione, nei piani c’è un dipartimento interaziendale che riduce di fatto la Asl ciociara ad una succursale di quella di Latina, legato alla centrale di acquisti unificata, che sarà dall’altra parte dei monti Lepini, nel capoluogo pontino, per intenderci. Stessa sorte per quel che concerne il dipartimento dei “sistemi informativi”: il core business della Asl di Frosinone, ovvero la forza economica della più grande azienda pubblica della provincia, finirà a Latina. C’è dell’altro, manca solo la soppressione della carica di direttore generale di via Fabi. E qui ci si può soffermare per un momento. Da un anno il Dg a Frosinone non c’è più, Zingaretti ha cacciato la manager “indipendente” Isabella Mastrobuono e l’ha sostituita con un duttile commissario straordinario, Macchitella. A fianco del quale non ci sono neanche due direttori (sanitario ed amministrativo) veri e propri, ma solo dei facenti funzione. Più precari di così. Ecco perché Zingaretti ha lasciato la situazione in stand-by, ed ecco perché la stessa cosa, sostanzialmente, ha fatto con la Asl Pontina, promuovendo un giovane, ma fedele, al ruolo di commissario straordinario. Non può sfuggire che il Dea di secondo livello di Frosinone è di fatto il Goretti di Latina, non certo il ciociaro Spaziani. Non sarà una impresa semplice né agevole, il gemellaggio sanitario di due territori che si odiano cordialmente, ma la politica sa fare anche questo. L’obiettivo è razionalizzare, a Roma sono rimaste quattro Asl, in futuro magari anche Viterbo e Rieti verranno unite almeno sul piano amministrativo e funzionale. Chi vivrà vedrà

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