Navarro Valls, il portavoce di un Santo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Navarro Valls, il portavoce di un Santo

Papa Giovanni Paolo II con Joaquin Navarro-Valls. Les Combes, 10.07.1991.

Papa Giovanni Paolo II con Joaquin Navarro-Valls. Les Combes, 10.07.1991.

Il mondo lo ha conosciuto come il Portavoce di colui che è stato l’artefice di uno dei più grandi cambiamenti europei e mondiali alla fine degli anni ’80 e che ha condotto la Chiesa nel nuovo millennio. Stiamo parlando di Papa Giovanni Paolo II e del suo amico e collaboratore Joaquín Navarro-Valls. Direttore della Sala Stampa della Santa Sede per oltre vent’anni (dal 1984 al 2006) il dottor Navarro Valls ha avuto il compito di informare il mondo su ciò che avveniva all’interno del Palazzo Apostolico durante le udienze o le posizioni che il Santo Padre prendeva in merito a determinati avvenimenti interni alla Chiesa o mondiali. In ogni viaggio intrapreso da Papa Wojtyla, la figura del Portavoce non poteva mancare. Ha girato il mondo Navarro Valls nel vero senso della parola ed è diventato una delle personalità più note dello Stato Vaticano. Dopo la laurea in medicina presa presso l’università di Granada e Barcellona e quella di giornalismo a Pamplona, il futuro braccio destro del Pontefice è stato corrispondente per “Nuestro Tiempo”, ed inviato estero per il quotidiano di Madrid “ABC”. Nel 1979 divenne membro del consiglio d’amministrazione e successivamente presidente dell’“Associazione stampa estera in Italia” (1983 e 1984). Attraverso il suo lavoro presso la Santa Sede, Navarro Valls, ha potuto presenziare a conferenze internazionali come quelle delle Nazioni Unite nel 1994 presso la città del Cairo, a Copenaghen e Pechino nel 1995 e ad Istanbul l’anno seguente sempre in qualità di membro della delegazione vaticana. Come medico e giornalista è stato ospite in diversi convegni di psichiatria e comunicazione a livello nazionale ed internazionale. Nel 1996 divenne professore visitante presso la Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Un uomo che nel corso della sua vita professionale ha saputo essere all’altezza del compito che gli era stato affidato, quello di “trait-d’union” con la stampa per gran parte del pontificato di Giovanni Paolo II. Durante gli ultimi mesi di vita del Pontefice, Navarro Valls ha svolto un ruolo tanto delicato quanto fondamentale: la sua competenza di medico fu estremamente importante per comunicare alla stampa di tutto il mondo, in modo chiaro e dettagliato, le condizioni di salute del papa. Con l’elezione del cardinal Ratzinger a Sommo Pontefice, Navarro Valls ha continuato il suo lavoro per un altro anno, chiedendo alla fine a Papa Benedetto XVI di essere sollevato dal suo incarico. Il suo posto venne preso dal gesuita Padre Federico Lombardi. Nel 2007 è stato eletto presidente dell’“Advisory Board” dell’università Campus Bio-Medico di Roma e nel 2009 presidente della “Fondazione Telecom Italia”. Forse non tutti sanno che l’ex portavoce della Santa Sede è stato un membro laico della prelatura cattolica dell’Opus Dei. Questo suo impegno iniziò durante gli anni ‘50 e tra il 1970 ed il 1975, si trasferì a Roma, vivendo nella sede Romana dell’Istituzione assieme al fondatore Monsignor Josemarìa Escrivà. Come numerario della Prelatura della Santa Croce, prese l’impegno di vivere il celibato e quando un giornalista gli domandò del perché di tale scelta la sua risposta fu: “La castità è un voto che riguarda i religiosi. Invece la mia è una scelta di vita e di comportamento. In ogni caso…non è stato difficile. Nella vita ogni scelta comporta la necessità di lasciarsi dietro qualcosa: ogni volta che si dice di sì a qualcosa si sta dicendo anche di no a tante altre. Quelli che vogliono tutto finiscono col non sposare mai una vera idea, rimanendo alla fine sterili”. Malato da tempo si è spento all’età di ottant’anni. Di lui resterà il profondo impegno messo nei tanti anni di lavoro accanto al Santo Giovanni Paolo II. Quando fu chiamato per venire in Vaticano la sua risposta fu: “Ma come si fa a dire di no a un Papa?”. La sua giornata di lavoro, soprattutto all’inizio, non conosceva tregua: “Sono in contatto con tutto il mondo 24 ore su 24 – amava raccontare -. Di giorno mi chiamano da Europa e Africa, di sera e di notte dall’America, prima dell’alba da Giappone e Asia”.  Di lui si sono raccontate tante storie, come quella che vedesse di rado i giornalisti accreditati in Vaticano. Il suo ufficio descritto come quasi inaccessibile, “sbarrato da segretarie cerbero e da una vetrata a comando” (Sandro Magister). E tra giornalisti si racconta che avesse i suoi prediletti, come l’americano Greg Burke, numerario con voto di celibato, anch’egli appartenente all’Opus Dei, e che oggi, in qualità di direttore della Sala Stampa Vaticana, l’ha ricordato pubblicamente con un tweet per poi aggiungere: “Navarro incarna ciò che Ernest Hemingway definiva coraggio: la grazia sotto pressione”.

Stefano Boeris

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