Regionali Lazio, Grasso apre a Zingaretti. E sul M5s frizione con Boldrini: “Non decide lei” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Regionali Lazio, Grasso apre a Zingaretti.
E sul M5s frizione con Boldrini: “Non decide lei”

Grasso: “Zingaretti, essendo in carica, può darci segnali di discontinuità e possiamo ritenere che la svolta a sinistra sia il suo programma”.

grassoLazio e Lombardia, per la scelta di appoggiare il candidato del Pd, Leu ha seguito la stessa procedura, ma con esiti diversi. Lo assicura il leader di ‘Liberi e uguali’ Pietro Grasso che, intervistato da Maria Latella su Skytg24, ha sottolineato in più passaggi: “Io sono convinto che la politica con la P maiuscola non può essere fatta dall’uomo solo al comando, voglio sentire la base, le idee e quindi, come in Lombardia, anche nel Lazio ho convocato l’assemblea dei delegati regionali e mi hanno dato il mandato per trattare con Nicola Zingaretti”.

Per altro, ha aggiunto Grasso, il governatore Zingaretti “è un presidente in carica e ha una storia politica diversa, ricordiamoci che ha avuto l’appoggio di 202 sindaci di tutto il Lazio che rappresentano tutte le forze politiche. Con lui poi abbiamo messo dei punti precisi, intanto il perimetro politico entro cui deve restare, con l’esclusione di liste di destra o moderate e il programma, su sanità, mobilità, ambiente”. Insomma, ha concluso sul punto Grasso, “Zingaretti, essendo in carica, può darci segnali di discontinuità e possiamo ritenere che la svolta a sinistra sia il suo programma”.

· IL CASO MILANO
Nel centrosinistra, nonostante il silenzio sulla questione da parte di Matteo Renzi, è lo stesso Giorgio Gori a dare fuoco alle polveri: “Sono accecati dall’odio per i Dem”, attacca, “ma i loro elettori stanno con me”. Gli fa eco, dal palco del Lingotto di Torino, il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “La decisione di Leu è il più grande regalo a Salvini e Berlusconi”. “In Lombardia ci sono stati contatti per tanto tempo in cui si è potuto vedere che non c’erano i presupposti per una coalizione per Giorgio Gori e il cambiamento di un candidato (quello di centrodestra, ndr) non può far cambiare tutto. Nonostante tutto è stata convocata un’assemblea che ha confermato la mancanza di presupposti”, dice Grasso. “Non abbiamo né rancore né odio, Gori ha una visione distorta”, sottolinea il presidente del Senato che, sulla diversità di politiche tra Leu e il candidato Pd ricorda: “Gori, ad esempio, ha appoggiato il referendum autonomista promosso da Maroni”.

· BOLDRINI E I RAPPORTI CON M5S
“Comprendo” la chiusura di Laura Boldrini a qualsiasi alleanza con il Movimento 5 stelle “però poi decide qualcun altro. Io? Certo”, ha detto Grasso. A proposito di eventuali accordi con il Movimento il presidente del Senato ha poi aggiunto: “Dopo il voto valuteremo la situazione: Il M5s è però così ondivago che non riusciamo a capire le sue politiche: un giorno è per l’euro, un giorno apre alle alleanze, un giorno è per l’Europa un giorno no. Quando riuscirà a dare l’esatta valutazione alle sue politiche forse anche noi potremo fare delle valutazioni”. E per quanto riguarda possibili larghe intese con FI? “Lo escludono le loro politiche, la sinistra non potrà mai esser compatibile. La condizione per qualsiasi alleanza è che ci sia una svolta verso la giustizia sociale”.

· IL DEBITO DA SALDARE CON IL PD
Grasso replica anche al tesoriere del Pd Francesco Bonifazi gli ha chiesto la restituzione degli 83 mila euro che avrebbe dovuto versare al Pd: “una strana coincidenza – commenta Gasso – questa mia scelta – spiega – ha provocato il panico nel Pd al punto che la richiesta di pagamento di questa cifra è avvenuta proprio il giorno in cui io ho deciso di scendere in campo con ‘Liberi e uguali’. E’ una strana coincidenza, dopo 5 anni avrebbero potuto chiedermelo ogni mese e non me l’hanno chiesto”.

“A me – aggiunge Grasso – pare un modo di fare campagna elettorale che non condivido. Anche perchè sfruttare moralmente il fatto che ci siano lavoratori del Pd in cassa integrazione a parametro zero, che sono stati anche chiusi giornali come L’Unità – giornale di Gramsci – tutto questo dimostra che l’amministrazione non è stata perfetta. Io do la mia solidarietà ma la responsabilità della situazione di questi lavoratori non può cadere sulla testa di altri”.

· “I VOTI AL PD LI HA TOLTI RENZI”
“Il voto a Liberi e Uguali è il voto ai valori e ai principi della sinistra”, replica Grasso a Renzi che ha sostenuto che il voto al suo partito è un voto perso. “I voti al Pd li ha levati Renzi quando ha cambiato la sua politica. Noi cerchiamo di recuperare i voti persi da Renzi, di chi non va più a votare, di chi per rabbia ha votato per i 5 stelle. Pensiamo che questo sia il modo migliore per dare al Paese una visione diversa”. E poi aggiunge: “Non abbiamo fiducia nelle promesse e nelle azioni del Pd”.

“Non sono un uomo solo al comando, sono convinto che la politica non possa essere fatta così. Io sono a capo di un gruppo dove c’è un pluralismo. Ho ottimi rapporti con tutti e pure con D’Alema”.

· IL CASO RENZI-DE BENEDETTI
“Al di là delle valutazioni che dovrebbe fare la Consob o la magistratura penso che se fossi premier sarei molto attento alle cose che dico, soprattutto a un finanziere”, afferma Grasso in merito alla polemica sulla telefonata tra Renzi e De Benedetti sul decreto banche popolari. Per quanto riguarda la proposta di rendere permanente la commissione d’inchiesta, la seconda carica dello Stato non la esclude: “Bisogna vedere se la commissione è riuscita a raggiungere i suoi fini, se questi scopi non sono stati raggiunti, se la relazione non ci soddisfa dovremmo riprenderla” alla prossima legislatura, spiega.

·LE PRESUNTE INDAGINI SULLA VENDITA DEL MILAN
“Io penso che questo certamente sarà un’ulteriore valutazione che faranno gli elettori. Non è la questione del Milan, è la questione legalità, di credibilità, di onestà”. Afferma il presidente del Senato soffermandosi sul caso delle presunte indagini sulla vendita del Milan.

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