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Accusato di aver abusato della figlia, si suicida

Si è impiccato a pochi metri da una chiesa in montagna

omicidio-suicidio-a-vergiate-613029.610x431-720x408L’agente della polizia penitenziaria di Cassino, accusato di aver abusato della figlia 14enne per mesi, si è suicidato impiccandosi questa mattina. Il Gip del Tribunale di Cassino, aveva allontanato l’uomo dalla casa dopo la rivelazione della figlia in un tema a scuola.

L’uomo aveva 54 anni. In attesa dell’incidente probatorio a febbraio si trovava in un paesino vicino Cassino ed era controllato con il braccialetto elettronico.

La madre della 14enne, convocata dalla dirigente scolastica avvertita dalla docente di italiano, aveva sporto denuncia. Alla polizia aveva anche riferito di essere venuta a conoscenza degli abusi sessuali subiti dalla figlia solo dopo aver letto il tema, dove la ragazza racconta che le violenze avvenivano “ogni volta che rimanevamo io e lui soli”.

“Non restare sola con papà”, aveva detto di averle raccomandato, secondo quanto si legge nell’ordinanza del Gip. La donna aveva anche raccontato di un episodio simile accaduto alla sua prima figlia, ora ventottenne, precisando “che in quell’occasione il marito le aveva promesso che non si sarebbero più verificati fatti analoghi”.

 

Si è tolto la vita la notte scorsa l’uomo, un agente di polizia penitenziaria di 53 anni accusato di aver violentato la figlia di 14 anni. A trovarlo sono stati alcuni conoscenti. Ha deciso di suicidarsi all’ingresso di una piccola chiesa di montagna, non distante da Cassino. A notare il corpo dell’uomo è stato un passante che ha avvisato i carabinieri. Il corpo si trovava all’ingresso del luogo di culto, in uno spazio delimitato da una grata a protezione del portone. Per togliersi la vita ha utilizzato uno spago da imballaggio. Secondo una prima ricostruzione l’uomo non avrebbe lasciato nessun biglietto.   Il corpo è stato portato all’obitorio di Santa Scolastica a Cassino, la dinamica appare chiara e potrebbe non esserci autopsia. La salma verrà poi restituita ai familiari.

L’uomo era rimasto a poca distanza dal paese nel quale abitava con la famiglia prima di essersi allontanato di un chilometro per disposizione del Gip e aver dovuto indossare un braccialetto elettronico alla caviglia. La vicenda familiare del 53enne che vive a Roccasecca, paese del Cassinate, è venuta alla luce venerdi’ quando gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare da parte della Polizia di Stato. L’uomo è stato indagato dopo che il preside dell’istituto superiore frequentato da una delle sue quattro figlie ha presentato denuncia in commissariato. La ragazzina in un tema di italiano ha raccontato quanto da mesi era costretta a subire da parte del padre. Alcuni mesi di indagini, i riscontri investigativi e la decisione di arrestarlo. Questa mattina il drammatico epilogo.  Famiglia: saputo di suicidio da media  La famiglia dell’agente penitenziario ha saputo dai mezzi di informazione del suicidio dell’uomo.

“La moglie e le cinque figlie sono sotto choc”. lo ha detto l’avvocato della famiglia Emanuele Carbone. “E’ una vicenda triste con un epilogo ancora più triste- riferisce il legale -. La notizia del suicidio è un ulteriore trauma per la famiglia che ora prova rabbia e dolore”. Moglie: accuse? Non sappiamo se vere “Sono state dette tante cose non vere quello: che avete detto ieri e l’altro ieri l’hanno portato a questo”. Così la moglie dell’uomo trovato suicida questa mattina in seguito alle accuse di presunti abusi sulla figlia 14enne commenta la notizia della morte del marito ai microfoni del Gr1.

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