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Referendum Atac, urne chiuse a Roma. Niente quorum: affluenza al 16,3%

atac-3Non è stato raggiunto il quorum per il referendum consultivo sulla messa a gara del trasporto pubblico locale della Capitale. Erano chiamati a esprimersi circa 2,4 milioni di romani. Alla chiusura delle urne, alle 20, l’affluenza è stata del 16,38% (era necessario raggiungere il 33,3%, ovvero un terzo degli aventi diritto). Gli organizzatori denunciano: “Impedito il voto a molti cittadini”. Il “referendum Atac”, dal nome dell’azienda al 100% del Comune di Roma che si occupa di oltre l’80% del trasporto pubblico della città, è stato promosso dai Radicali. Intorno al voto, su uno degli asset fondamentali e più problematici della città, si è creato un aspro scontro politico. Il Movimento 5 Stelle, che vuole risanare Atac tramite il concordato preventivo, si è schierato per il no.

I Radicali però mettono in dubbio la regolarità della consultazione. “Il Campidoglio – denuncia il deputato Riccardo Magi – ha tolto il quorum lo stesso giorno in cui ha indetto il referendum. A nostro avviso il quorum non c’è quindi impugneremo la questione davanti al Tar”. E ancora, spiegano i radicali: “Ci arrivano dai seggi numerose segnalazioni di fatti gravissimi che stanno impedendo a molti cittadini di esercitare regolarmente il loro diritto di voto. In particolare, molti presidenti impediscono di votare a chi è sprovvisto di tessera elettorale, mentre il regolamento afferma con inequivocabile chiarezza che per accedere alle urne è sufficiente il documento di identità. Alcuni seggi, inoltre, non risultano accessibili ai disabili, altri sono stati spostati, in pressoché tutti manca un presidio delle forze dell’ordine. Documenteremo tutte le violazioni di cui avremo notizia, per utilizzarle già da domani in ogni sede opportuna”.

Il Campidoglio in una nota precisa di avere dato “corretta informazione ai seggi” circa la possibilità di votare per il referendum anche se sprovvisti di tessera elettorale e con un documento di identità. “Alla Direzione Servizi Delegati è stato, peraltro, segnalato un unico caso risolto tempestivamente anche con diretta interlocuzione con il seggio elettorale interessato”, spiegano dal Campidoglio.

La sindaca Raggi è andata a votare nel pomeriggio, in mattinata si è recato alle urne anche il presidente della commissione Trasporti, il pentastellato Enrico Stefano che ha esortato su Fb: “Al di là di come la si pensi è importante esprimere la propria opinione nei momenti di confronto democratico”. Al voto anche Zingaretti, che non ha mai espresso però il suo orientamento, e Paolo Gentiloni.

All’elettore sono state sottoposte due domande: una sull’affidamento dei servizi di trasporto tramite gare pubbliche e l’altra sulla possibilità di creare nuovi servizi di trasporto collettivo non di linea con app o a richiesta. A ogni persona che ha diritto di voto sono state consegnate due schede, una per ogni quesito.

Il referendum è stato promosso dai Radicali italiani e Radicali Roma e dal Comitato “Mobilitiamo Roma”. A favore del sì uno schieramento che va da Unindustria al Pd e a FI; dall’altro quelli del no, dai sindacati al M5S, Leu-Si fino alla Lega, Fdi e ai movimenti di estrema destra come Casapound. Fronti compositi e trasversali che hanno rivelato anche alleanze tattiche inedite.

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