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Sanità, Lazio verso uscita commissariamento. Zingaretti: “Via entro giugno”


nicola-zingaretti-ape-211Regione Lazio verso l’uscita dal commissariamento della sanità. Durante la seduta straordinaria del Consiglio Regionale, il presidente Zingaretti annuncia: “Mi auguro, al massimo entro giugno, una decisione definitiva del governo rispetto alle scelte che riguardano il commissariamento della Regione Lazio”.

In apertura di Consiglio, è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Antonello Aurigemma, uno dei consiglieri regionali che aveva firmato la richiesta della seduta straordinaria: “Abbiamo assistito – ha detto Aurigemma – più di un anno fa ad una bellissima conferenza stampa dove si annunciava un’ipotetica uscita entro dicembre del 2018. Proprio da questi banchi più volte abbiamo chiesto chiarimenti per capire come mai, per la prima volta nelle regioni che sono sotto commissariamento, si annunciava un’uscita con oltre otto mesi di anticipo, ma soprattutto a poche settimane dalla scadenza di un’importante campagna elettorale. Oggi siamo a febbraio del 2019 – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – e naturalmente l’impegno assunto per uscire entro dicembre 2018 non c’è stato”.

“Siamo alla vigilia, e mi batterò per questo – ha dichiarato a tale proposito Zingaretti – un riacquisto pieno dell’autonomia della nostra regione nella gestione della propria sanità, chiudendo una situazione che ci porta ancora oggi, ogni tre mesi, a vedere vincolate le scelte del presidente e commissario alle opinioni dei ministeri affiancanti. Credo che tornare a dare piena autonomia al Consiglio e alla Giunta debba essere un obiettivo strategico di tutti noi”. Nel corso del suo intervento, Zingaretti ha ricordato gli eventi che hanno portato oltre un decennio fa al piano di rientro dal disavanzo e al commissariamento della sanità laziale da parte del governo nazionale. “Due parametri – ha ricordato il presidente della Regione – hanno portato al commissariamento: un disavanzo di due miliardi di euro nel 2006, pari al 20 per cento dell’intero fondo sanitario regionale e al 50 per cento del disavanzo di tutte le regioni e i punteggi dei livelli essenziali delle prestazioni più bassi. Insieme a questo enorme e drammatico disavanzo, purtroppo, la nostra regione vantava uno dei punteggi relativi ai livelli essenziali di assistenza tra i più bassi d’Italia, perché era di gran lunga inferiore al punteggio minimo di adempienza. Ancora nel 2009, infatti, il Lazio era a 114 punti, cioè 44 punti sotto la soglia di adempienza, fissata dallo Stato in 160 punti. Inoltre, lasciatemi aggiungere, il tasso di mortalità era di gran lunga superiore al valore medio nazionale del tasso di mortalità”.

Zingaretti ha ripercorso le tappe che hanno portato al progressivo rientro dal disavanzo, con una accelerazione a partire dal 2014, sotto il 5 per cento fissato dal Patto per la salute 2010-2012: dai 669 milioni di euro di disavanzo del 2013 si è arrivati ai 45,6 milioni del 2017, pari allo 0,4 per cento del fondo sanitario regionale. “Parallelamente – ha proseguito Zingaretti -, sono migliorati i livelli essenziali delle prestazioni. L’ultima rilevazione è di 180 punti, ben oltre la soglia di sufficienza riconosciuta dal governo. Inoltre, c’è stato un progressivo abbassamento del tasso di mortalità, oggi in linea con il dato nazionale”. Oggi sono dunque superati i motivi che giustificarono e portarono alla scelta commissariale, ma Zingaretti ha parlato di “un buco legislativo della Repubblica, che prevede le forme e i motivi per cui una regione entra in una stagione commissariale, ma non chiarisce le forme e i percorsi attraverso i quali le regioni, nelle loro autonomie, poi escono da questa stagione commissariale”.

Il governatore ha ricordato l’aumento anche del numero dei trapianti, l’abbandono e il superamento del blocco del turn over, che ha permesso la riapertura della stagione dei concorsi che porterà a 8500 nuove unità di personale tra assunzioni e stabilizzazioni nel periodo 2019-2024. Quindi, Zingaretti ha confermato l’idea di convocare gli Stati generali della sanità, “che dovranno partecipare a un confronto al quale invitare  sicuramente le forze rappresentate in Consiglio, ma anche tutti i professionisti, gli operatori del sistema sanitario regionale, la scienza, l’industria farmaceutica (e non solo l’industria farmaceutica) per ragionare insieme su come questa regione, che è la sede dei policlinici universitari, può far coincidere l’uscita dalla stagione commissariale con l’inizio della definizione di un modello di sistema”.

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