Trastevere, deve scapparci il morto? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Trastevere, deve scapparci il morto?

XIN PRIMO PIANO/  Perché le autorità fanno finta che sia tutto sotto controllo Non è più nemmeno tempo di polemiche, di denunce, senza una pulizia decisa e radicale il quartiere turistico per eccellenza è destinato ad andare a fondo. Quando gli scalmanati della mala movida entrano nei palazzi e attaccano i residenti è il segnale che si è passato il limite. Urla, pestaggi, lanci di bottiglia, cori da stadio, bestemmie, persone che urinano in strada, chi salta sui tetti delle auto, minorenni ubriachi e anche chi sniffa tra le vetture in sosta. La violenza è ormai routine notte dopo notte. Le forze dell’ordine sono impotenti. Militarizzare la zona, blindarla? E per quanto tempo?

Di Paolo Dordit

 

Quello che lascia senza parole non è tanto (o soltanto) il clima di guerriglia urbana che si respira a Trastevere, quanto che uno dei quartieri più celebrato della capitale sia abbandonato a se stesso dalle autorità capitoline, che nessuno scatti in piedi a difenderlo, che i media non aprano una campagna di stampa dura, aggressiva, efficace. Qualcuno si chiede se debba scapparci il morto perché il sistema trovi il coraggio di reagire, di ripristinare un ordine che oggi sembra compromesso. I veri padroni delle notti violenti trasteverine si sentono potenti, invincibili. E la mancanza di una potente azione di contrasto da parte delle forze dell’ordine li rende ancora più forti ed aggressivi. Si è innescato un meccanismo perverso che fa paura a tutti e che terrorizza i residenti. Trastevere è diventato un grande quartiere discoteca dove tutto è possibile, e dove nessuno paga. Urla, pestaggi, lanci di bottiglia, cori da stadio, bestemmie, persone che urinano in strada, chi salta sui tetti delle auto, minorenni ubriachi e anche chi sniffa tra le vetture in sosta. La violenza è ormai routine notte dopo notte. L’ultimo episodio, nel week end scorso è la fotocopia più violenta di quello che è accaduto un mese fa. Nel cuore della notte un residente, esasperato dai rumori, versa dell’acqua sulla gente che affolla la strada. La reazione è allucinante (e allucinata): una cinquantina di ragazzi, molti dei quali minorenni, inizia a prendere a calci il portone del palazzo, riesce a sfondarlo. L’orda di vandali, una volta dentro prende a calci tutto, soprattutto, le porte blindate. In strada un residente riprende la scena con il cellulare, viene circondato, insultato e picchiato. Le forze dell’ordine? Arriveranno dopo 20 minuti, a documentare la disfatta. Gli autori del blitz, nel frattempo, si sono naturalmente eclissati. Nelle mani degli agenti i video e le testimonianze. Poteva andare peggio,  non si è fatto male quasi nessuno. In quella casa vivono degli anziani e dei turisti. Qualche colpo proibito fuori misura e oggi le cose forse sarebbero diverse.
Dunque? Il dato che emerge è ancora più preoccupante, non siamo più di fronte alla violenza del week end. Ormai la casbah di Trastevere fa in scena ogni notte, ed  è intollerabile. Non  si salva nessuno, i ragazzi riempiono piazze e vicoli tutte le sere, come fosse casa loro,  bevono, urinano sui portoni, fumano droghe saltano sulle macchine, sfogano le loro frustrazioni e provocano. La gente ha paura, i residenti vivono con angoscia il momento di rientrare in casa, non si sentono garantiti e protetti, i campanelli d’allarme sono suonati invano. Il sistema deve arrendersi o reagire.

E’ ovvio, le misure standard non bastano più. Da un lato si deve scoraggiare l’accesso dei violenti nell’area, dall’altro si deve stabilire una rete stretta di controllo e misure eccezionali che consentano di punire subito e pesantemente i violenti. Non basta punire chi vende alcol dopo le dieci di sera o i locali ambigui, non bastano i presidi e i pattuglioni. Siamo arrivati al punto che forse sarebbero utili dei posti di blocco e una militarizzazione del quartiere. Forse quando si rendessero conto che non è più aria per loro i violenti andrebbero a fare danni ancora. La conformazione e le caratteristiche dell’area in questione favoriscono gli eccessi dei giovani drogati o ubriachi ma potrebbero trasformarsi in una trappola se le forze dell’ordine si muovessero con criterio. Altri quartieri hanno le risse e le movide violente, ma sono fortunatamente lontane dal caso Trastevere. Deve scapparci il morto perché qualcuno decida di alzare l’asticella delle misure di contrasto?

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