Quirinale, Gabanelli: "Accetto candidatura? Ci penso" e rispunta il nome di Prodi - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Quirinale, Gabanelli: “Accetto candidatura? Ci penso” e rispunta il nome di Prodi

Milena Gabanelli

La conduttrice di Report candidata alla presidenza della Repubblica riapre i giochi sul governo. Per il M5S l’altro candidato è Stefano Rodotà. Ma spuntano anche le carte “coperte” di Bersani: Cassese e Gallo. Se salta accordo Pd-Pdl i dem promettono di votare dalla quarta in poi Romano Prodi
La trattativa per il Quirinale va avanti. A un giorno dalle votazioni in Aula Pd e Pdl ricercano una intesa su un nome condiviso. Quello di Milena Gabanelli, vincitrice del voto on-line delle Quirinarie lanciate dal Movimento 5Stelle piace, e non solo alla Rete dei grillini. Una genialità riconosciuta da migliaia di post inviati al blog di Beppe Grillo. Sono in molti, c’è anche chi l’ha votato, a spronare Bersani verso questa scelta. Uno scenario che potrebbe riaprire la partita governo per il segretario del Pd a patto di votare per il candidato/candidata del 5Stelle.
In che modo si comporteranno i 163 parlamentari grillini? Come da indicazione della Rete voteranno il proprio candidato (il primo in lista disponibile) fino alla terza votazione ma poi valuterà la situazione ed eventuali nuovi scenari. E’ quanto emerso dalla riunione fiume dei parlamentari 5 stelle che a Montecitorio ha discusso della linea politica da adottare in vista del voto per il Colle. L’assemblea non ha messo in votazione questa linea che sarebbe condivisa da tutto il gruppo. I parlamentari grillini comunque aspettano ancora di conoscere la risposta di Milena Gabanelli: la giornalista, infatti, ha preso tempo per decidere e oggi dovrebbe sciogliere la riserva.

La conduttrice di Report alla candidatura da presidente della Repubblica da parte del m5s risponde, in un’intervista a Ballarò di ieri sera, che non e’ solo una sorpresa «e’ una botta in testa che mi mette in imbarazzo. Sono sorpresa riconoscente e imbarazzata allo stesso tempo. E’ un riconoscimento professionale e morale da parte dei cittadini. Gli sono grata perche’ per me e il mio gruppo e’ molto importante: e’ stata riconosciuta la nostra indipendenza, forse e’ il riconoscimento piu’ importante ricevuto fino a oggi». Alla domanda se ritiene di poter accettare la candidatura, risponde: «Ci penso stanotte, non saprei cosa rispondere, e’ una cosa piu’ grande di me, e credo che per ricoprire un ruolo cosi’ alto ci voglia una competenza politica che io non credo di avere. Sui fuori ruolo potrei parlare per ore ma e’ un onore. C’e’ mai stato un giornalista al Colle? Forse e’ la prima volta che si pensa a una giornalista al Colle».

La via maestra resta quella di un’intesa tra Pd e Pdl che, con i voti anche di Scelta civica, incoroni il successore di Giorgio Napolitano con la maggioranza dei due terzi dei grandi elettori.
Giuliano Amato e al momento tra i nomi piu’ quotati,seguito da Massimo D’Alema. Tant’e’ che su di essi in queste ore ragionano anche gli altri partiti (Scelta civica direbbe si’ ad Amato; la Lega non pone veti su D’Alema, mentre al presidente della Treccani dice no). I due nomi, ai quali in ambienti Pd si continua ad affiancare anche quello di Franco Marini, saranno nella rosa che Bersani presentera’ a Berlusconi. Ma il segretario Pd potrebbe avere una carta al momento ancora ‘coperta’, un nome alto che potrebbe essere quello di un giudice costituzionale come Sabino Cassese o Franco Gallo, entrambi con alle spalle un’esperienza da ministri del governo Ciampi.

Ad ogni modo, se anche si riuscisse a trovare un’intesa su un nome, spiegano in ambienti parlamentari, non e’ detto che la convergenza si trasformi in un’elezione in uno dei primi tre scrutini. Si teme infatti che la soglia dei due terzi si trasformi in una trappola per l’azione di “franchi tiratori”. E allora c’e’ anche la possibilita’, se non c’e’ una chiara condivisione tra i grandi elettori di Pd e Pdl, che in prima istanza ciascuno scelga un candidato di bandiera, per poi convergere alla quarta sul nome condiviso. Si moltiplicano gli scenari, invece, in caso di mancato accordo tra Pd e Pdl. Anche per l’entrata in partita del “quarto incomodo”: il M5S. Per Grillo in caso di rinuncia della Gabanelli entrerebbe in lizza il nome di Stefano Rodota’, risultato terzo per preferenze tra i 5 Stelle: ‘E’ spendibile benissimo dalla sinistra’, si dice. Ma nel Pd si insiste che se salta l’accordo con il Pdl, sarebbe Romano Prodi il candidato dei dem dalla quarta votazione in poi. Redazione Online News

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