I Rom chiedono a Marino il nulla osta per il loro primo congresso nazionale - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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I Rom chiedono a Marino il nulla osta per il loro primo congresso nazionale

associazione_nazionale_romCon una lettera aperta all’assessore al sociale del comune di Roma Rita Cutini i Rom chiedono il nulla osta per lo svolgimento del primo congresso del Consiglio nazionale Rom e l’avvio di un tavolo istituzionale tra l’Amministrazione e la società civile Rom. Questo il testo della lettera aperta.

“Come da comunicazioni scritte e telefoniche intercorse dal mese di luglio, agosto e settembre 2013, tra la nostra rappresentanza ed il Comune di Roma, dopo gli incontri svolti, siamo ancora in attesa di conoscere ledecisioni degli Amministratori rispetto alla proposta di utilizzo del capannone sito all’interno del Campo Rom di Salone quale sede del primo congresso del Consiglio Nazionale Rom. La richiesta formale di utilizzo riguarda la sola giornata di sabato 28 settembre dalle ore 10.00 alle ore 18.00.

“Nel corso dell’incontro svoltosi al Senato della Repubblica il 17 settembre 2013, convocato dalla Commissione Straordinaria per la tutela dei Diritti Umani e dall’Associazione 21 luglio, per la presentazione della proposta di legge di riconoscimento giuridico della minoranza romanì , abbiamo denunciato al Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, al Senatore Luigi Mancuso, al Senatore Francesco Palermo, ai giuristi, docenti universitari, stampa e numeroso pubblico presente la mancanza di volontà politica da parte del Comune di Roma di voler concedere il permesso allo svolgimento di un CONGRESSO all’interno di un campo legalmente istituito dallo stesso Comune di Roma.
“Nei campi vivono migliaia di cittadini, famiglie, donne, bambini costretti ad un vero e proprio regime di APARTHEID. Le stesse famiglie Rom, uscite dal campo dell’apartheid di Castel Romano, sono state in questi giorni violentemente sgomberate, percosse e minacciate da agenti della Polizia Municipale. L’Assessore alle Politiche Sociali di Roma Rita Cantini dichiara alla stampa di volere il bene di donne e bambini. Strano modo quello di manifestare il proprio affetto: distruzione delle abitazioni in Via Salviati, volontà di dividere le famiglie e strappare i bambini alle madri.
“Le stesse famiglie e la loro rappresentanza unitamente a attivisti dei diritti umani hanno svolto per giorni uno sciopero della fame quale forma di protesta per le decisioni assunte dai decisori politici. Il portavoce delle stesse, il cittadino Sandor Dragan Trajkovic, insieme ad altri alti rappresentanti delle famiglie Rom, Sinti e Caminanti giunti da tutta Italia, erano attivamente presenti all’incontro citato con la Ministra Kyenge al Senato.

“Il primo Congresso del Consiglio Nazionale Rom all’interno del Campo Rom di Salone convocato per il giorno 28 settembre 2013 assume un forte valore pedagogico sia nazionale che europeo. Basato sullo statuto costitutivo del Consiglio Nazionale Rom, una struttura associativa con carattere federale della società civile rom. Composto da tutte le federazioni, organizzazioni, associazioni Rom, Sinti e Camminanti, le organizzazioni pro rom, le associazioni e le organizzazioni della società civile, le fondazioni, le famiglie rom, sinti, camminanti, della popolazione maggioritaria e di tutte le minoranze etniche che accettano e condividono i principi dell’autodeterminazione e dell’interculturalità.
“L’ Interculturalità è avviare un percorso dove ognuno di noi è chiamato ad un superamento nell’ottica di costruzione di una cultura che metta al centro il rispetto e la dignità di ogni essere umano come presupposto per il superamento dell’attuale società basata sul razzismo, la divisione e l’esclusione sociale.
“L’ Autodeterminazione è avviare un percorso dove ognuno è chiamato a costruire democrazia, rappresentando se stesso ed i problemi che vive condividendoli con tutti cercando insieme la strada per la liberazione.

“Il Consiglio Nazionale Rom assume come carattere fondativo della propria attività il superamento di qualsiasi forma di discriminazione razziale, diretta od indiretta, atta ad ostacolare o impedire la piena affermazione e tutela dei diritti umani di ogni minoranza etnica, linguistica, religiosa, sessuale, di opinione politica e di ogni categoria sociale con specifico riferimento ai settori esclusi, emarginati e/o che vivono in povertà economica, sociale e culturale sia delle minoranze etniche che delle popolazioni maggioritarie e la promozione di parità di trattamento senza fini di lucro.

“Da tempo, attraverso lettere e protocolli indirizzati all’Amministrazione della Capitale la rappresentanza Rom, Sinti e Caminanti vuole aprire un confronto e dialogo basato sul rispetto della legalità. Un dialogo positivo basato su ascolto e fiducia reciproca, condizione essenziale e
determinante all’avvio di una corretta implementazione della Strategia Nazionale di inclusione varata dal Consiglio dei Ministri il 24 febbraio 2012. Il Comune di Roma non ha ancora convocato il Tavolo di inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti come previsto dalle disposizioni governative.

“Gli accordi quadro europei sottoscritti dallo Stato italiano il 23 e 24 giugno 2011 in sede di Consiglio Europeo, la Strategia Nazionale di inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti, gli schemi di
governance elaborati da UNAR e Consiglio dei Ministri prevedono che in tale ambito istituzionale la società civile rom possa partecipare direttamente, tramite la propria rappresentanza, ai processi progettuali e decisionali che li riguardano .
A tale riguardo la nostra rappresentanza ha incontrato la Prefettura di Roma, il 13 maggio 2013, condividendo importanti premesse e regole istituzionali.

“Queste le premesse per uscire da POLITICHE REPRESSIVE ed ILLEGALI praticate dalle Amministrazioni e rispettare le disposizioni di legge. Queste le premesse per costruire una ROMA CITTA’ APERTA, plurale, democratica, civile, interculturale ed umana”.

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