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Due mesi di carcere per aver parcheggiato l’automobile in doppia fila

imagesCAQOCG4WDue mesi di carcere per aver parcheggiato l’automobile in doppia fila. Un “reato” che a Roma potrebbe mietere migliaia di vittime e intasare per anni oltre che il tribunale anche le prigioni capitoline. Eppure un uomo è stato condannato a sessanta giorni di reclusione per “violenza privata” (la pena però è stata sospesa) per aver posteggiato la sua Volkswagen Golf accanto alla Fiat Punto di un’altra persona impedendogli per un’ora di uscire dal parcheggio per recarsi al lavoro.

Una vicenda ancora più singolare se si considera che l’autore della “manovra selvaggia” ha gravi problemi di udito, a un orecchio è sordo e nell’altro ha un apparecchio acustico, e a processo ha sempre giurato di non aver mai sentito il clacson suonato all’impazzata dal malcapitato che ha subito il posteggio in doppia fila.

Non aveva trovato nessun buco per la sua Golf e così decise, la notte del dieci ottobre 2008, di “parcheggiare” l’auto accanto alla punto del suo condomino in via Pietro Belon, quartiere Torre Maura. Una mossa sbagliata. Perché non aveva calcolato che l’inquilino del suo stesso palazzo alle sei e mezza di mattina sarebbe dovuto essere a bordo dell’auto in direzione ufficio: “Non ho sentito il clacson e nemmeno il citofono perché la notte tolgo l’apparecchio acustico che emette un fischio e mi impedisce di dormire”, ha spiegato l’uomo durante il processo.

Una condizione fisica che se da un lato non gli ha permesso di sentire il citofono dall’altro non gli ha certo proibito, qualche minuto più tardi, di vedere la porta di casa traballare paurosamente, battuta dai calci e dai pugni della vittima del suo parcheggio.

Il tempo di mettersi qualche vestito addosso andare a verificare chi stesse per scardinare la porta d’ingresso che il malcapitato era già andato via a prendere il motorino. Era infatti passata un’ora, erano le sette e mezza del mattino, e tra clacson, citofono e calci alla porta l’uomo, disperato, aveva optato per il piano b, lo scooter per andare in ufficio. Ed è proprio in questo frangente

che i due si sono incrociati. Con l’autore del parcheggio in doppia fila che gli chiedeva “scusa, scusa non ho sentito!” e l’altro, la vittima, a sventolargli l’indice sotto il naso e a dirgli: “Io ti denuncio!”.

Una promessa mantenuta visto che, il 10 giugno 2013, su indagini del sostituto procuratore Francesco Ciardi, c’è stata la condanna detentiva oltreché una provvisionale di 2000 euro a favore dell’uomo che ha subito il parcheggio selvaggio.

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