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Assotutela sui criteri di nomina dei Dg nella regione: la solita farsa

Michel Maritati

Michel Maritati

«Pressata dalla nostra Associazione, la Regione Lazio si è vista costretta ad adottare il criterio della trasparenza per la nomina dei direttori generali. Si tratta però, della solita farsa, criteri che consentono soltanto a chi fa parte del ‘girò, o è comunque espressione dello stesso, di emergere, al di là di tutti i proclami nei confronti del merito e della trasparenza». Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, in relazione ai criteri adottati per la scelta dei direttori generali delle Asl. «La Regione precisa che accederanno al test attitudinale coloro che avranno conseguito esito positivo in almeno tre di cinque criteri: la precedente formazione; l’esperienza professionale maturata negli ultimi dieci anni; la dinamica di carriera professionale espressa negli ultimi dieci anni; la varietà ed esperienza professionali degli ultimi cinque anni; i fattori produttivi minimi gestiti (come il fatturato e le risorse umane). Mi si spieghi – continua Maritato – come si potrà escludere tutti quelli che hanno già avuto esperienze analoghe che, tra l’altro, non verranno valutati in alcun modo per i risultati conseguiti». Per Maritato, «considerato che fino ad ora gli incarichi erano politici, è ovvio che chi era fuori della politica non può aver maturato alcun titolo utile. Il solito gioco delle tre carte alla faccia del rinnovamento. Non ci facciamo ingannare neanche da presunti ‘nomi nuovì, presenti in elenco, che sappiamo benissimo essere frutto di nomine e assunzioni a ruoli dirigenziali, da parte degli immarcescibili direttori di lungo corso, magari anche con concorsi pubblici blindati e molto chiacchierati».

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