Il buco nero delle licenze - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Il buco nero delle licenze

Il tentativo di mettere ordine nel settore del commercio ambulante che riduce parte del centro storico ad un confuso suk. I camion bar a ridosso dei monumenti-simbolo, i caldarrostai (sei castagne, tre euro) presenti anche fuori stagione nelle aree strategiche. Nessuna altra capitale deve sopportare tanto

un camion bar davanti alla Cappella Sistina

un camion bar davanti alla Cappella Sistina

Lotta ai camion bar e a tutto il commercio ambulante con la nuova legge. I nuovi limiti riguardano le aree di valore storico e archeologico dove non si potrà più campeggiare a ridosso dei più importanti monumenti simbolo della capitale d’Italia. Per fare qualche esempio, il Colosseo e i Fori imperiali, la Cappella Sistina, piazza di Spagna. Solo nel centro di Roma si contano una settantina di camion bar, con regolare licenza. La Soprintendenza ai Beni archeologici dovrà stabilire un piano di intervento radicale con l’assessore comunale al Commercio, Marta Leonori, prima di pianificare la pulizia della città dai punti vendita itineranti in nome di quel decoro urbano che Roma ha perso da diversi anni. Peccato che l’onorevole Leonori sia occupata 24 ore su 24 a presenziare inaugurazioni, come riferito dal suo ufficio stampa, piuttosto che a risolvere lo scempio delle zone monumentali romane deturpate da queste presenze imbarazzanti. Abbiamo chiesto all’assessore al Commercio di rispondere alle domande de Il Corriere di Roma sulla nuova legge, ma ci hanno detto che non poteva per i troppi impegni. Le pubblichiamo a parte e speriamo in una risposta.

La storia delle licenze degli ambulanti nella capitale non ha precedenti in nessun altra città. Solo a Roma esiste la possibilità di “girare” con il bar su quattro ruote sul territorio comunale. E se per ottenere una licenza per la vendita di fiori, magliette, frutta, castagne, panini occorre essere in possesso del requisito “anzianità”, certo è che la famiglia Tredicine ha fatto tombola . Un impero da 70 milioni di euro, il capostipite Donato e i suoi nove figli e nipoti detengono almeno 300 postazioni, fin dagli anni Ottanta, hanno licenze ovunque. Nel centro storico occupano 42 dei 68 posti disponibili per i camion di bibite e panini che – se posizionati bene, per esempio davanti al Colosseo o la Cappella Sistina – possono guadagnare fino a 5mila euro al giorno. E solo quarantadue licenze rappresentano un valore di mercato di 27 milioni di euro. I “feudi” della famiglia sono sostanzialmente nei municipi I, VI, IX e XVII (la vecchia numerazione ante-riforma, con la nuova i cittadini hanno poca dimestichezza, ndr). E nessun altro ambulante ha così tanti permessi e licenze per rotazioni e chioschi fissi nei posti più belli di Roma. Il I municipio non rilascia più licenze da anni, ma per i caldarrostai ha fatto un’eccezione nel 2004, 2006, 2009, 2011, ha concesso, con un bando pubblico, ventiquattro licenze per una durata tra i sette e i dieci anni alla famiglia Tredicine su 38 complessive. Tra questi: Anna Maria Cirulli che è la moglie di Mario Tredicine, Pierina Maria Franceschelli coniugata con Dino Tredicine, e per linea diretta Alfiero, Donatella, Dino e Simone Tredicine. Prezzi alle stelle per un cartoccetto: sei castagne, tre euro, senza garanzia della provenienza. Fin dall’inizio sono state messe decine di extracomunitari del Bangladesh dietro i bracieri delle caldarroste, poi gli stessi sono stati anche spostati ai banchi e a sorvegliare i camion bar. Oggi affittano loro le licenze, arrivando a chiedere 76 mila euro di anticipo e 6-7mila euro al mese per un posto fisso davanti alla stazione Termini.

La dinastia dei Tredicine non si è fatta mancare niente. Nel mondo sindacale Mario Tredicine fa parte del consiglio generale della Fiva, l’associazione degli ambulanti della Confcommercio. Suo fratello Alfiero è presidente di Apre Confesercenti a Roma. Dino è nel consiglio direttivo della Fivag-Felsa-Cisl nazionale. Sono dentro in quasi tutte le sigle, da destra a sinistra. Ma sono anche nell’Aiarc, sigla degli ambulanti rotativi di Roma. E’ la famiglia Tredicine che si incontra periodicamente con la commissione Commercio del Campidoglio per decidere le soste, i turni, l’intensificazione o meno dei controlli dei vigili. E con l’assessore al Commercio. E, ciliegina sulla torta, Giordano Tredicine, figlio di Elio, da consigliere del IX municipio nel 2006 è arrivato ad occupare durante la giunta Alemanno la poltrona di vicecapogruppo del Pdl. Rieletto alle ultime elezioni, oggi è vicepresidente del consiglio comunale. Un potere, una presenza che nessuno mette in discussione. (Ste.Pas.)

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