Atac, Improta: "Su metro bilancio ok, ma resta il nodo dei fondi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Atac, Improta: “Su metro bilancio ok, ma resta il nodo dei fondi”

Il Piano generale del traffico urbano, la situazione finanziaria del Comune, il tpl. Sono gli argomenti toccati dall’assessore capitolino ai trasporti Guido Improta intervistato da Metro I romani, tornati dalle vacanze, si sono ritrovati i parcheggi a pagamento aumentati del 50% e l’abolizione della tariffa a 4 ero per otto ore. L’amministrazione non poteva offrire una novità forte nel Tpl come controfferta? «Solo a Roma – dice Improta – parcheggiare un’auto costava meno che prendere un autobus, e questa è la premessa. Non abbiamo aumentato le tariffe per fare cassa, ma per disincentivare l’uso dell’auto privata. Fare questo significa rendere più fluide le corse dei bus, e contestualmente migliorare il Tpl. È questa la controfferta». Un Tpl che però è sempre in affanno, con Atac ancora alla ricerca di 100 milioni per non dichiararsi fallita. «Quello che molti non sanno è che quest’anno Atac chiude un bilancio d’esercizio in attivo, il Margine operativo lordo ha il segno più – risponde Improta – Questo significa che l’azienda, a costo di sacrifici, tagli di corse, razionalizzazione degli appalti, ha guadagnato un’enorme credibilità. Resta una situazione debitoria pesante, abbiamo avviato un cambiamento, ma il nodo è la ripartizione dei fondi disposti dalla Regione». Che ha ribadito mille volte il suo «no» a ulteriori finanziamenti… «Spiace dirlo – risponde Improta – ma la Regione ha stanziato 240 milioni per i treni regionali, 230 per i pullman del Cotral e 140 milioni per Atac. Mi chiedo: perché non ridiscute lo stanziamento con loro ed è così rigida con Atac?». Il risanamento è avviato, ma Atac non è percepita come campione di efficienza. «Ci sono comportamenti che vanno combattuti – risponde Improta – Faccio un esempio: qualche giorno fa un conducente della Roma Lido si è presentato al lavoro 45 minuti prima del turno sul mezzo, ha visionato sette convogli e 5 minuti prima di prendere servizio non è partito perché ha notato un’anomalia, e la corsa è saltata. Perché non ha agito per tempo? Io credo in un approccio etico al lavoro. Sono comportamenti minoritari che però hanno un grosso impatto nella percezione da parte degli utenti. Un modo per ovviare ai ritardi è l’inserimento delle paline elettroniche che danno in tempo reale le posizioni e gli orari degli autobus. Un servizio utile agli utenti e all’azienda, che così può monitorare in tempo reale le corse». Lo farete? «Il servizio, in periferia, era già pronto, fermo in un cassetto – risponde Improta – Ora lo avvieremo». Piano generale del traffico urbano, i romani non hanno preso bene l’ipotesi di allargare la Ztl all’anello ferroviario, con la possibilità di entrarci a pagamento. «L’idea guida del Pgtu è liberare le strade dalle auto private – risponde Improta – Un sistema analogo è stato adottato a Milano: il risultato è stato un decremento significativo del traffico». Ma l’anello ferroviario è ampio, racchiude interi quartieri popolari. «La tariffazione, se si farà, (dovrebbe partire nel 2017 n.d.r.) non ricalcherà perfettamente l’anello ferroviario. Si adatterà ai flussi di traffico – risponde Improta – Per fare un altro esempio, non riguarderà zone come Testaccio, o i Campi Sportivi». Dopo un anno da assessore ai Trasporti si è fatto un’idea di cosa manca a Roma per liberare le potenzialità del Tpl? «Credo che manchi la capacità di dialogo tra i diversi attori in campo. A Roma entrano otto ferrovie regionali. Perché non fare sistema? Abbiamo inserito nel Pgtu l’ipotesi di inserire stazioni di transito cittadine lungo le ferrovie regionali, come a piazza Zama, ad alta densità abitativa e con diversi capolinea di autobus. I binari ci sono, il materiale rotabile pure. Stiamo lavorando anche per riaprire la stazione di Vigna Clara, inspiegabilmente chiusa da anni». Ci vorrebbe la famosa agenzia unica del Tpl. «Ci vorrebbe la volontà politica – risponde Improta – Il Comune cerca di fare la sua parte». Dove è finita la «cura del ferro» invocata da più parti? «In centro stiamo lavorando per ‘ricucirè tra loro le diverse linee dei tram che vanno verso la periferia. Un tram »bretella« unirà piazza Lodi con San Giovanni, servita da più linee su ferro – risponde Improta – I bus elettrici nel centro storico faranno da raccordo con il tram 2 e con l’8, e creeremo un nuovo deposito per questi mezzi perché è impensabile che a fine turno tutti i tram si incolonnino per raggiungere un’unica rimessa sulla Prenestina». Capitolo biciclette. Che fine ha fatto il bike sharing? «A ottobre ci sarà una nuova gara d’appalto – risponde Improta – il servizio riguarderà solo il Municipio I, con sei stazioni, e le biciclette saranno a pedalata assistita. Non possiamo proporre un bike sharing esteso come a Londra o Parigi perché Roma ha due limiti: ampi tratti di strada con i sampietrini e un territorio fatto di salite e discese».

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