Allarme legionella alla Corte d'Appello di Roma: denunciati 5 casi. Ecco come si trasmette il batterio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Allarme legionella alla Corte d’Appello di Roma: denunciati 5 casi. Ecco come si trasmette il batterio

Può manifestarsi in due forme, la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite, e la febbre Pontiac, una forma molto meno grave

Dopo l’invasione di topi e l’acqua non potabile, alla Corte d’Appello di Roma è emergenza legionella. Nell’impianto idrico e, di conseguenza, in quello del condizionamento dell’aria è stata trovata nelle scorse settimane una «presenza elevata del batterio». A comunicarlo ai dipendenti è stato oggi il presidente della Corte, Luciano Panzani, nel corso di una assemblea convocata da lui stesso. «Durante controlli di routine – ha spiegato Panzani – abbiamo trovato nell’impianto di dolcificazione dell’acqua presenza elevata del batterio della legionella». Il presidente ha affermato di essere a conoscenza della presenza del batterio dal 13 novembre dopo una serie di sopralluoghi effettuati dall’ Agenzia regionale protezione ambientale (Arpa) che ha individuato i batteri. «Al momento la situazione è sotto controllo – ha aggiunto – ma il problema se non monitorato può procurare danni molto seri». Su questo punto, da segnalare la denuncia di alcuni dipendenti secondo i quali sarebbero stati registrati negli ultimi mesi almeno 5 casi di broncopolmonite tra i lavoratori della sede di via Romeo Romei. Per tornare alla normalità ci vorranno almeno 40 giorni e in questa fase alcune udienze dovranno essere svolte in altri palazzi della cittadella giudiziaria capitolina. L’emergenza, quindi, potrà essere dichiarata finita solo all’inizio del prossimo anno. L’allarme legionella arriva a pochi giorni dalla decisione di dichiarare non potabile l’acqua negli uffici della Corte d’Appello, anche alla luce della presenza di topi che ha reso necessaria una massiccia azione di derattizzazione. Il 10 novembre scorso, in una circolare inviata sempre da Panzani ai presidenti delle varie sezioni, ai consiglieri e agli impiegati, veniva descritta la situazione di difficoltà affermando comunque che non vi erano «pericoli per il personale e per il pubblico». Dai controlli effettuati all’impianto idrico si è «reso necessario avviare la procedura di bonifica di alcune parti con la conseguenza che, fino al completamento delle opere, l’acqua deve essere considerata non potabile». Le legionellosi, o malattia del legionario, il cui ritrovamento ha fatto scattare l’allarme alla Corte di Appello di Roma, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, che non si trasmette da persona a persona, ma da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o l’uso di umidificatori, spiega l’Istituto superiore di sanità in una scheda del Centro nazionale di epidemiologia. Il batterio si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell’acqua. Sedimenti organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e distribuzione delle acque facilitano l’insediamento della legionella, che può manifestarsi in due forme, la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite, e la febbre Pontiac, una forma molto meno grave. La legionellosi, spiega l’Iss, «pone un serio problema di salute pubblica, perchè costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come case di cura, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, in cui è in funzione un sistema di condizionamento, umidificazione, trattamento dell’aria o ricircolarizzazione delle acque». Normalmente la legionellosi si manifesta con febbre, brividi, tosse secca o grassa. In qualche caso può dare anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea. Nella forma febbrile minore, causa febbre e dolori muscolari ma non polmonite e i sintomi si riducono nel giro di pochi giorni. Come trattamento vengono usate terapie antibiotiche, ed è importante limitare la diffusione del batterio in ambienti a rischio, con il controllo frequente delle fonti d’acqua utilizzate, i sistemi di condizionamento, le tubature e i condensatori.

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