Vaticano, grande affluenza per il primo giorno dal barbiere sotto il colonnato di San Pietro | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Vaticano, apre la barberia per clochard: “Papa Francesco ci ridà la dignità”

Davanti ai nuovi bagni voluti sotto al Colonnato di piazza San Pietro da papa Francesco per i clochard della Capitale la fila inizia a formarsi questa mattina presto già verso le 8, un’ora prima dell’arrivo dei barbieri volontari. Alla spicciolata dai dintorni, dove spesso trascorrono la notte, compaiono i primi senzatetto. Un quarto d’ora dopo sono già una decina. In pochi minuti altri si aggiungono. Alla fine, alle 15, quando il servizio inaugurato oggi si interrompe, saranno una trentina in tutto a mostrare all’uscita un volto rimesso «a nuovo», reso finalmente più decoroso dalla rasatura e dal taglio dei capelli. Dopo l’esordio delle docce, a San Pietro è stato oggi il giorno di debutto della «barberia del Papa», il servizio disponibile il lunedì per i poveri della città negli stessi locali sotto al Colonnato adibiti con i nuovi bagni per iniziativa dell’Elemosineria apostolica, il braccio operativo della carità del Pontefice, guidato dall’arcivescovo polacco, Konrad Krajewski. Proprio lui nei giorni scorsi aveva sparso la voce sul nuovo servizio tra i senzatetto che gravitano attorno al Vaticano e che ormai conosce quasi uno per uno. Così, quando stamattina anche lui si è affacciato nel salone dove i barbieri volontari, tra cui il parrucchiere e maratoneta per la pace di Trento, Marco Patton, erano già al lavoro, forbici e rasoio alla mano, in tanti gli si sono avvicinati per esprimere a lui il loro ringraziamento al Papa. Il senso di un’iniziativa che restituisce ai clochard un non piccolo pezzo della loro dignità e che può essere anche di aiuto per un auspicabile reinserimento sociale, lo riassume all’uscita dai bagni Pavel, senzatetto di origine rumena. «Questo servizio è una cosa buona, positiva – dice all’ANSA -. Dobbiamo ringraziare il Papa. Io sono venti anni che sto in Italia. Ho fatto tanti lavori. Lavoravo nell’edilizia, facendo di tutto, lavori di muratura, pavimentazioni. Poi da un momento all’altro l’edilizia in Italia è crollata, letteralmente finita, e io mi sono ritrovato in mezzo alla strada, senza più lavoro». «Questo servizio per noi – aggiunge l’uomo – è davvero una cosa ottima. Il Papa ci vuole bene, fa tante cose buone per i poveri, ci restituisce anche dignità. Magari fossero tutti come lui! Qui è aperto tutti i giorni, tranne il mercoledì e la domenica: se uno già può farsi la doccia due volte a settimana è un’altra cosa rispetto a prima, è pulito, non puzza, e se in più evita l’alcol, può anche presentarsi dignitosamente a cercare un lavoro. Altrimenti, se sei sporco e ridotto male, chi te lo dà un lavoro? Dicono: ma chi è questo barbone?». Tra i beneficiari del servizio di oggi, raccontano i volontari dell’Unitalsi che prestano il servizio di accoglienza, stranieri e italiani sono divisi circa metà e metà. «Qualcuno che è venuto – racconta Andrea, 33 anni, nella vita ristoratore – sedendosi sulla sedia da barbiere ha voluto raccontarci di sè, come un ragazzo italiano che ci ha detto che è stato cacciato di casa dai genitori. Tutti comunque, ringraziandoci ci hanno detto che qui si sono sentiti a casa. Non si tratta solo di fare la doccia od ottenere un taglio di capelli. Si tratta anche, ci hanno detto, di averlo accompagnato da un sorriso, una battuta, un gesto di umanità». Certo, il nuovo servizio alimenta anche nuove aspettative. Krzysztof, un clochard polacco, spiega: «Sì, ho tagliato i capelli. Vanno bene le docce, ma servirebbe anche altro. Che cosa? Un bagno aperto 24 ore. Qua dopo le 8 di sera è tutto chiuso, non si trova più niente». «Io e il mio compagno Daniele, anche lui parrucchiere – racconta infine Arianna, parrucchiera romana di 41 anni, volontaria Unitalsi – abbiamo deciso di dedicare il nostro giorno libero, il lunedì, a questa iniziativa. È stato bello ed emozionante, anche divertente a dire la verità, perchè non abbiamo fatto una cosa tanto per fare, ma abbiamo cercato di corrispondere alle richieste dei senzatetto come se fossero quelle di normali clienti. Alcuni ci hanno chiesto tagli alla moda, con il ciuffo, barbe come quella di George Clooney, altri volevano che rispettassimo il loro look o gliene dessimo uno. Così ci siamo comportati esattamente come in un salone professionale».

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