Opera Roma, Rachvelishvili nei panni di Amneris per l'Aida di Micha van Hoecke | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera Roma, Rachvelishvili nei panni di Amneris per l’Aida di Micha van Hoecke

Occhi chiari e profondi, una cascata imponente di capelli bruni e un italiano perfetto conquistato durante i lunghi anni di studi nel nostro Paese, una seconda casa amatissima, da cui, spiega «non sarei andata mai via se ci fossero meno tasse e maggiori servizi al cittadino. Ora non ho più il permesso di soggiorno e sono tornata in Georgia, ormai è quella la mia base per girare il mondo». Anita Rachvelishvili, a Roma per interpretare Amneris nell’Aida di Micha van Hoecke che debutterà giovedì sera al Teatro dell’Opera, non è una diva anche se potrebbe esserlo: classe 1984, il mezzo soprano nato a Tbilisi ha girato i più grandi teatri del mondo grazie alle doti straordinarie della sua voce. Era il 2009 quando alla Scala il Maestro Daniel Barenboim, durante un’audizione per un ruolo minore della Carmen, decise che lei sarebbe diventata una stella della lirica, scegliendola come protagonista dell’allestimento firmato da Emma Dante. «Il Maestro mi ha cambiato la vita, con lui è iniziato tutto, non avevo mai interpretato un ruolo principale», dice all’ANSA in un’intervista, «dovevo essere Mercedes, ma quel ruolo non prevedeva parti cantate, così Barenboim mi fece cantare le arie di Carmen. Mi disse di studiare per quella parte. Io lo feci e alla fine il 7 dicembre del 2009 ho avuto l’onore di aprire la stagione della Scala». Sembra una favola la sua, ma non lo è, perchè il successo raggiunto – a cominciare dalla borsa di studio ottenuta direttamente dal Presidente della Georgia nel 2005 e dalla vittoria due anni dopo del prestigioso Premio Paata Burchuladze – è costato impegno e fatica: tanto studio, debutti, e ancora studio. Ora che è arrivata la sua occasione romana – doveva essere nella Capitale lo scorso anno per la Carmen di Emilio Sagi, ma per problemi di salute ha dovuto rinunciare – non vede l’ora di essere ancora una volta la passionale Amneris, nemica giurata di Aida: «lei è come tutte noi, è una donna che farebbe qualsiasi cosa per avere il proprio uomo», spiega la cantante, «è una vera principessa: certo, detiene il potere e vuole usarlo per ottenere i suoi scopi, ma non è cattiva come viene restituita dalla tradizione». «La mia Amneris coincide nelle intenzioni con quella immaginata da Micha», prosegue, «è forte, sensibile, molto innamorata: per questo cede alla tentazione del potere, è arrogante ma soffre molto per Radames. Del resto in quel triangolo d’amore nessuno è felice». Pensando all’Italia, si dichiara «felicissima» di avere l’occasione di lavorare un pò a Roma, – «al Costanzi ho trovato una famiglia», dice, «il teatro è una catena: se manca un pezzo è finita. Spero continui così anche in futuro: so che ci sono state tante difficoltà ma grazie alla collaborazione e al lavoro tutto può essere superato», dice – ma non può che essere dispiaciuta di non vedere la lirica considerata come dovrebbe. «All’estero l’opera è un’arte popolare: si cerca di promuoverla al meglio, anche mostrando noi cantanti come persone raggiungibili, da andare a salutare in camerino alla fine della rappresentazione. Io ho fans giovanissimi!», afferma, sottolineando che «negli altri Paesi spesso il pubblico è più preparato rispetto all’Italia, ma soprattutto è più giovane. La colpa è di un’educazione sbagliata: i bambini dovrebbero ascoltare musica classica per crescere sani e con giusti valori». E aggiunge: «Nei Paesi dell’ex Unione Sovietica come la Georgia la musica fa parte dell’educazione. Ma serve anche una diversa organizzazione dei teatri, in grado di creare occasioni di ascolto per i più piccoli».

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