Codice rosa in ogni pronto soccorso: un accesso dedicato alle vittime di violenza | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Codice rosa in ogni pronto soccorso: un accesso dedicato alle vittime di violenza

Un accesso dedicato ai pronto soccorso per chi subisce violenza e una task force interistituzionale di accoglienza e sostegno psicologico. Una mozione dell’assemblea capitolina, approvata oggi in Aula all’unanimità con 25 voti favorevoli, chiede di estendere il codice rosa a tutti i Pronto soccorso della città. E su questo l’Assemblea, per iniziativa di un gruppo di consigliere della presidente Baglio, invita il sindaco e l’assessore competente a definire con la Regione Lazio un percorso dedicato e protetto per tutte le vittime di violenza. Lo si apprende da una nota. «Con questo atto chiediamo che nella nostra città si riconosca in tutte le strutture sanitarie cittadine un percorso dedicato di assistenza sanitaria e psicologica a protezione delle donne che subiscono violenza – dichiara la presidente dell’Aula Valeria Baglio -. Spesso per le vittime è difficile denunciare e chiedere aiuto. Siamo convinte che questo percorso ‘protettò offra maggiori tutele e un sostegno fondamentale a tutte le donne, italiane e straniere, che possono sentirsi così meno sole nel momento delicatissimo in cui bisogna affrontare il dramma della violenza».-«Con questa mozione – affermano le consigliere Giulia Tempesta e Erika Battaglia – Roma Capitale si impegnerà a chiedere al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’introduzione del ‘codice rosà, anche sulla scorta del protocollo d’intesa per l’attuazione del ‘Percorso Rosà, approvato dalla Regione nel febbraio 2014. Siamo convinte – continuano le Consigliere Capitoline – che l’attivazione di uno specifico percorso di accesso per tutte le vittime di violenza possa garantire un supporto immediato, sia sanitario, che psicologico, ma anche un’adeguata assistenza giudiziaria, monitorando, al contempo, le situazioni più a rischio in caso di omessa denuncia. Si tratta – concludono Tempesta e Battaglia – di un’esperienza già sperimentata in Toscana, presso l’Azienda Sanitaria di Grosseto e che oggi, grazie a risultati ottenuti, è diventato un progetto regionale».

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