Incendio a Fiumicino, distrutto il Terminal 3: incubo per i viaggiatori, Roma in tilt. La procura indaga sulla sicurezza | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Incendio a Fiumicino, distrutto il Terminal 3: incubo per i viaggiatori, Roma in tilt. La procura indaga sulla sicurezza dell’aeroporto

Ore in fila per un volo, odissea al check in. Sequestrata l'area interessa dal rogo

fiumicino incendio terminal 3Migliaia di passeggeri rimasti bloccati e fatti concentrare per ore al terminal 1 e decine e decine di voli cancellati: è caos all’aeroporto di Fiumicino dopo l’incendio che ha devastato la parte commerciale del Terminal 3, in gran parte inagibile dunque chiuso e interdetto al transito. Migliaia di persone, tra le quali tanti viaggiatori stranieri, si sono via via messe in coda davanti ai banchi d’informazione delle compagnie in attesa di riuscire ad avere notizie sui propri voli, rimasti bloccati per tutta la mattina, e su quando sarebbe stato possibile partire. Bagagli accatastati e passeggeri a bivaccare in terra attendendo informazioni o un volo provvidenziale. I più fortunati sono riusciti ad accaparrarsi un tavolino dei bar e dei punti ristoro letteralmente presi d’assalto. Una task force di 400 addetti di Aeroporti di Roma è scesa in campo per dare assistenza e informazioni, mentre sono stati predisposti punti di distribuzione di bottigliette d’acqua. Analogamente è entrata in azione una task force di 100 addetti di Alitalia. Spente le fiamme per ore è rimasto forte nell’aria l’odore acre del fumo proveniente dal Terminal 3 dove sono proseguite senza sosta, una volta domato l’incendio, le operazioni di messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco e del dispositivo delle forze dell’ordine. Per questo passeggeri ma soprattutto personale di scalo e delle forze dell’ordine, hanno girato indossando mascherine antifumo. Totalmente interdetto il passaggio al Terminal 3 Partenze e Arrivi con gli addetti alla sicurezza che hanno bloccato tutti i varchi d’accesso; i viaggiatori, turisti stranieri e italiani, sono stati tutti dirottati al terminal 1 e successivamente anche al terminal 5 per le prime partenze: il primo volo che è riuscito a decollare è stato alle 14.51 il ‘Deltà diretto a Detroit, mentre nelle prime ore del mattina erano stati fatti atterrare, prioritariamente, solo i 19 voli intercontinentali. Dalle 12 sono stati autorizzati 12 movimenti aerei l’ora. Le immagini della lunga attesa e del caos riportano alla memoria altre due situazioni difficili per Fiumicino: gli scioperi di ‘Aquila selvaggià in vista del nuovo contratto e l’eruzione, nel 2010, del vulcano situato sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokul in Islanda, che bloccò i cieli d’Europa.

Solo l’inchiesta giudiziaria potrà fare luce sulle cause e il punto esatto dove è divampato il rogo che ha distrutto mille metri quadrati, la maggior parte del duty free, del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. Le fiamme, secondo i primi rilievi, sarebbero state causate da un corto circuito probabilmente innescatosi in un controsoffitto: in un video delle telecamere interne infatti si vede il fumo uscire dai controsoffitti che risultano proprio la parte più danneggiata dell’area dei voli internazionali. Inoltre, dai primi accertamenti, sarebbe emerso che ieri era scattato un allarme per il surriscaldamento dell’impianto elettrico proprio nell’area poi interessata dall’incendio e due operai erano stati chiamati proprio per risolvere l’anomalia rilevata. Tutte le ipotesi comunque restano aperte e verifiche da parte della Procura saranno attivate soprattutto sul fronte delle misure di sicurezza dello scalo: ovvero lo stato dell’impianto elettrico e dei rilevatori anti incendio ma anche dei controsoffitti del T3, letteralmente divorati dalle fiamme. La procura di Civitavecchia, competente a procedere su fatti che avvengono nello scalo aeroportuale di Fiumicino, ha intanto aperto un fascicolo processuale. Il pm Valentina Zaratto, con il coordinamento del procuratore Gianfranco Amendola, ha configurato, per il momento contro ignoti, il reato di incendio colposo. Il primo atto è stato il sequestro dell’intera area interessata dal rogo. Domani è attesa in procura una prima informativa sui rilievi fatti dai vigili del fuoco e dagli uomini della Polaria e successivamente saranno stabilite le strategie degli accertamenti. Quasi certamente sarà disposta una consulenza tecnica per stabilire le cause dell’incendio. Se sarà confermata la pista del cortocircuito dovranno essere esaminati tutti i dispositivi di sicurezza attuati, le autorizzazioni di legge e tutto quanto concerne il rispetto delle norme in materia. Poi si dovrà capire anche il perchè di un incendio così virulento e rapidissimo, che in poco tempo ha divorato a parte del commerciale del T3 e persino una parte del posto di polizia di frontiera. Un contributo importante arriverà anche dai filmati girati dalle telecamere dislocate sul posto. Gli investigatori stanno già passando al setaccio le immagini delle telecamere interne, soprattutto per l’individuazione del luogo esatto in cui si è innescata la scintilla che ha dato vita alle fiamme. «Era tutto un muro di fumo: in oltre trent’anni di servizio in aeroporto non ho mai visto nulla di simile». Questa la testimonianza di un operatore aeroportuale che la notte scorsa era presente nella zona del terminal 3. «Non riuscivamo ad avvicinarci – ha aggiunto – poi sono subito intervenuti i vigili del fuoco che hanno lavorato duramente fino alle 7 di questa mattina per spegnere l’incendio». A dare impulso all’ipotesi cortocircuito anche le dichiarazioni di una donna: «Ho visto le fiamme partire da un quadro elettrico, ho avuto paura» ha dichiarato. La testimone, dipendente di un punto ristoro, ha confermato la ricostruzione degli investigatori.

Interminabili file ai check-in, attese estenuanti e il rischio di vedere andare in fumo vacanze, gite scolastiche o appuntamenti di lavoro. È caos passeggeri all’aeroporto di Fiumicino dopo l’incendio che ha distrutto una parte del Terminal 3. Ai banchi si rincorrono storie di famiglie in partenza per il break tanto sognato, giovani ansiosi di raggiungere le principali capitali europee, pensionati di ritorno a casa e scolaresche in gita. E poi manager con importanti appuntamenti. Storie di persone rimaste bloccate per ore ed ore all’aeroporto a coltivare la speranza di un volo. Storie diverse accomunale da una lamentela: «nessuno ci informa, nessuno ci dice nulla, non si capisce che fine faremo». «Siamo partiti questa mattina alle 5 dall’Aquila – racconta uno dei genitori che accompagna una trentina di studenti delle scuole elementari diretti in Sicilia per una gita scolastica -. Nessuno ci ha fatto una telefonata nè avvertito in alcun modo. Questo viaggio per i ragazzi era un sogno ora è un incubo». All’annuncio che il volo per Catania stava per tornare operativo si è alzato un lungo applauso, a sancire la fine di quello che in molti negli affollatissimi Terminal 1 e 2 hanno definito «un incubo». L’odissea continua, invece, per una gruppo di alunni di una scuola di Rignano Flaminio in viaggio-premio – accompagnati dal sindaco e da due assessori del Comune vicino Roma – a Cracovia e bloccati lì fino a domenica. «Alitalia avrebbe riprotetto l’intera scolaresca su un volo previsto per quella data. I genitori degli studenti, però, hanno firmato per l’affidamento dei propri figli al Comune solo fino a oggi», spiega il Codacons che annuncia esposti per abbandono di minori. E nello scalo di Fiumicino, tra le migliaia di passeggeri in attesa in fila, con il naso all’insù in cerca di conforto dal maxischermo degli annunci, c’è anche una famiglia in partenza per le vacanze, direzione Parigi. Oltre all’attesa a Fiumicino hanno vissuto anche il calvario del Raccordo Anulare bloccato e della Roma-Fiumicino chiusa. «Addio Disneyland – dice sconsolata la mamma di due bimbi – Eravamo sul Raccordo intorno alle 5 e già all’imbocco dell’autostrada per Fiumicino abbiamo trovato tutto bloccato. Quando siamo riusciti, con mille difficoltà, ad arrivare in aeroporto, ci hanno subito detto che il nostro volo per Parigi in partenza alle 8.29 erano stato soppresso, così come tutti gli altri voli. Speriamo ma ci crediamo poco vista la gravità della situazione. E ora chi lo dice ai bambini?». È atterrato alle 7 da San Paolo del Brasile Giuseppe, un pensionato di San Vito dei Normanni. Alle 15 il suo volo per Brindisi era un «miraggio». «Sono stanco morto – riferisce mentre, con il suo trolley al seguito, cerca di trovare invano notizie -. Non so ancora quando potrò proseguire il viaggio». Gabriele, Franco e Sergio, invece, sognavano da tempo il loro viaggio in Spagna, ma ora anche loro sono in fila, cercando di raggiungere il banco del check-in zigzagando tra trolley e borsoni accatastati. «Siamo riusciti ad arrivare qui intorno alle 5.30 – raccontano i tre pisani -. Dovevamo partire con un volo della Vueling per Siviglia, ma era tutto invaso dal fumo, l’aria irrespirabile e non si poteva passare. Non sappiamo se riusciremo a partire, ma qualcosa per arrivare a Siviglia ci inventeremo, poco ma sicuro». E c’è chi, oltre all’innegabile disagio, si è visto aumentare anche il biglietto del volo. Lo denuncia il sindaco di Catania Enzo Bianco. «È inaccettabile, ingiusto, immorale – ha detto – che approfittando del’emergenza le compagnie aeree abbiano alzato in maniera spropositata il prezzo del biglietto del volo dalla capitale a Catania: da 400 a oltre 600 euro. L’Enac intervenga».

Chi non aveva ancora avuto modo di sapere cosa fosse successo, chi non doveva prendere un aereo ma semplicemente andare al lavoro o portare i figli a scuola, si è svegliato in una Roma più intasata del solito. L’incendio divampato nella notte al terminal 3 dello scalo di Fiumicino ha avuto conseguenze nefaste anche sul traffico della Capitale. E anche la stazione Termini è stata presa d’assalto da chi ha cercato di trovare una soluzione alternativa ai voli cancellati. La viabilità era letteralmente in tilt già dalle prime ore della mattina dopo la chiusura della Roma-Fiumicino, in direzione aeroporto, dello svincolo della Roma-Civitavecchia e delle corse Trenitalia in direzione aeroporto. A risentirne di più, la Cristoforo Colombo, la Portuense, viale Marconi, la Magliana, l’Ostiense e la Via del Mare, ma code si sono registrate anche su via Salaria per il rallentamento delle corse della Fl1 che da Orte va a Fiumicino e anche sul Lungotevere. La situazione è ritornata alla normalità solo in tarda mattinata. Intanto alla Stazione Termini i protagonisti sono stati i volti tirati, le valige accatastate, le scene di rabbia e gli occhi al tabellone per vedere se fosse possibile comunque partire. Migliaia di passeggeri si chiedono se riusciranno a prendere un volo per Fiumicino oppure se riusciranno, almeno in treno, ad arrivare nella città che dovevano raggiungere in aereo. È il caso di sei amici che dovevano andare a Praga con un aereo in partenza alle 6 di questa mattina: «Il volo è stato cancellato – spiega una di loro – per arrivare allo scalo abbiamo percorso tre chilometri a piedi perchè con la macchina non era possibile proseguire. Adesso siamo arrivati a Termini. Abbiamo il volo per Praga in partenza da Milano alle 20.05, ma il treno per Milano abbiamo dovuto pagarlo noi, e non è giusto. Ci hanno detto che se non fossimo partiti con il volo di stasera, avremo perso il biglietto. Ecco quindi che questo incendio ci è già costato la bellezza di 630 euro in sei». Disagi anche per Giorgia: «Vengo da New York, sono arrivata all’aeroporto di Fiumicino e dovevo prendere un aereo per Catania che è stato sospeso. Eccomi quindi alla Stazione Termini ad aspettare un treno per Catania. Qui ci sono arrivata grazie ad un tassista che mi ha fatto pagare solo 25 euro». In attesa anche un gruppo di infioratori di Spello diretti a Noto: «Siamo in 10, il nostro volo è stato sospeso e non sappiamo quando e se riusciremo a ripartire». Disorientati due turisti anziani di Copenhagen, che hanno ricevuto sul loro telefonino un messaggio dalla compagnia aerea che dovrebbe riportarli nella loro città ma che ha comunicato la cancellazione del volo.

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