"A Roma le cose non vanno": scintille tra il deputato Pd Anzaldi e il Campidoglio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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“A Roma le cose non vanno”: scintille tra il deputato Pd Anzaldi e il Campidoglio

– Le cose a Roma non vanno. E non parlarne è pura ipocrisia. Ne è convinto il deputato renziano del Pd Michele Anzaldi, già capo ufficio stampa dell’allora sindaco Francesco Rutelli che non perde occasione per strigliare l’operato del primo cittadino: «A Ignazio Marino manca la passione e il buon senso – dice – Non si può amministrare Roma senza passione. E dico di più, nei confronti dei romani c’è del sadismo, non ha voglia di aiutarli: e non parlo solo di buche stradali sempre più numerose, ma anche di bus sempre pieni, di erba non tagliata, caditoie otturate, cassonetti strapieni». È un fiume in piena il deputato del Pd Michele Anzaldi: «La mia non è una questione personale nè mi voglio sostituire ad altri, altrimenti farei interrogazioni o chiederei l’intervento del prefetto. Ma a Roma le cose non vanno, e bisogna dirlo. Mi arrivano centinaia di mail di denuncia di problemi, foto, segnalazioni». Se gli si chiede quale sia, secondo lui, il disegno perseguito da questa amministrazione, Anzaldi risponde senza esitazione con una battuta sarcastica: «Disegno? Non sanno nemmeno disegnare. Non vedo l’oggi, il domani non c’è proprio». Ieri il deputato piddino aveva denunciato la quasi impossibilità di raggiungere la Camera dei deputati in auto per una «serie di intoppi stradali e segnaletiche che ti conducono in un ‘giro della mortè, infinito, tortuosissimo». Oggi ha chiesto un’applicazione per avere più sicurezza a bordo dei taxi. E il Campidoglio, per la prima volta, gli ha risposto, prima con l’assessorato alla Mobilità: «Il deputato Anzaldi è distratto: a Roma, dal maggio 2013, è attiva la app Chiamataxi che, affiancata al numero unico 060609, operativo dal dicembre 2012». E poi con il presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio, che lo ha invitato in Campidoglio «per conoscere le sue idee su Roma. Ma forse il collegio elettorale del deputato Anzaldi e il suo nuovo ruolo l’hanno portato troppo tempo lontano da Roma e dalla squadra di centrosinistra che da due anni lavora senza sosta per riportare in questa città legalità, rigore e un’organizzazione degna di una capitale europea». Ma Anzaldi, senza peli sulla lingua, ribatte secco: «I chiarimenti non li deve dare a me ma ai romani. Ripeto, non è un problema personale. Se vuole controbattere alle cose che dico, cose che mi riportano i romani, lo faccia pubblicamente». Già ieri il deputato aveva esternato il suo pensiero: «Speriamo che non si voti presto a Roma, altrimenti altro che Liguria! Ci dicono che le periferie sono grandi, numerose e complesse, ma se non si riesce neanche nel centro storico che è piccolo ed elegante…». E quasi in contemporanea il sindaco Marino aveva espresso piena sintonia con la linea di cambiamento renziana, commentando i risultati del voto. «Il risultato elettorale è positivo – ha detto il sindaco – e ancora di più lo sarà se le riforme impostate verranno portate a termine con la determinazione che Matteo Renzi ha dimostrato. Rimanere fermi può essere rassicurante nell’immediato ma non serve a nulla, anzi finisce per accentuare processi di declino che sono il grande rischio per il nostro Paese. Io continuerò a promuovere il cambiamento nella Capitale per spirito di servizio verso la città e il Paese».

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