Mafia capitale, Marino resiste: "Non mi dimetto, ho cacciato i cattivi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Marino resiste: “Non mi dimetto, ho cacciato i cattivi”

– Marino tira dritto. Con Mafia Capitale, afferma, non solo non c’entra nulla ma è anche uno degli artefici del repulisti: altro che dimissioni: «Io – afferma il sindaco di Roma – ho cacciato i cattivi, i loro piani sono falliti. Se dovessi fare un passo indietro farei quello che chiede la mafia». A tre giorni dal secondo round dell’inchiesta della Procura di Roma, incassato l’appoggio pubblico di Matteo Renzi, Marino si sente più forte delle critiche delle opposizioni. Giovanni Toti, neogovernatore della Liguria e forzista di ferro, invoca dimissioni di massa: via tutti, «Marino, Zingaretti e Renzi», che ha visto indagato il sottosegretario Castiglione. Al Viminale guarda invece il leader della Lega Matteo Salvini: «In un paese normale il primo a saltare dovrebbe essere Alfano. Più Renzi lo copre più ne è complice». Marino da parte sua sfodera sarcasmo e spavalderia: «La pulizia andava forse fatta in passato. Io ho una intelligenza media, o tutti gli amministratori del passato hanno un quoziente basso oppure è curioso che dal 1963 al 2013 nessuno si sia accorto che lo smaltimento dei rifiuti era nelle mani di un monopolista privato, che negli ultimi 35 anni i varchi di Ostia erano chiusi e che negli ultimi 20 c’erano degli immobili dati al clan Spada. Io non sono più intelligente: ho solo studiato le carte, ho chiamato la Finanza e sono andato dal procuratore». Commissariamento per mafia? Ricandidatura? «Noi non stiamo in un processo, non mi preoccupo, cerco di fare bene ogni giorno il mio lavoro». L’ombra dell’inchiesta però è sempre lì, e anche la visita con annessa ‘lezionè dell’ex presidente brasiliano Lula in Campidoglio («Siate i politici che volete avere, ogni volta che cerchiamo di negare la politica quello che è venuto dopo è stato peggio», ha detto ai giovani presenti nell’Aula Giulio Cesare) diventa occasione per tornare lì dove, volente o nolente, il dente duole: «C’è una politica sana – chiosa Marino – Bisogna allontanare chi ne ha fatto un cattivo uso. Oggi a Roma c’è una classe dirigente che può essere guida per il Paese». Ma Lula per Marino è anche occasione di critiche: «Negò l’estradizione di Cesare Battisti – ricorda la leader di FdI Giorgia Meloni – Ecco perchè ti dovresti dimettere, perchè offendi Roma tutti i giorni, a prescindere dallo scandalo Mafia Capitalè». E se in Regione Lazio si attendono le dichiarazioni del governatore Nicola Zingaretti in Consiglio (l’appuntamento è per mercoledì pomeriggio), in Campidoglio sono intanto giorni di grandi manovre: presto si potrebbe procedere con il dimezzamento e il ‘rimpastò delle commissioni consiliari, anche per mettere ordine dopo l’arresto di quattro consiglieri comunali dell’altro giorno e in generale in una ottica di turn over e trasparenza, mentre la vicepresidente del Senato Linda Lanzillotta solleva oggi più di un sospetto sull’«opposizione violenta ai miei emendamenti per il blocco degli affidamenti diretti a coop e spa comunali». A livello di partito, infine, il commissario romano Matteo Orfini è pronto a lavorare di cesoia sui circoli Pd ‘fantasmà o su cui pende il sospetto di clientele: si partirà dopo il 19 giugno, annota il presidente del partito su Facebook, quando Fabrizio Barca (che nella sua ‘inchiestà sui democrat romani definì il partito pericoloso e dannoso) «presenterà il suo rapporto in occasione dell’apertura della festa del Pd di Roma, con la mappatura dei circoli buoni e cattivi». E non è escluso che domani sera l’argomento arrivi anche in Direzione Nazionale del Pd, oltre ovviamente a Mafia Capitale. Ignazio Marino ha già fatto sapere che ci sarà.

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