Il Pd ha deciso: Orfini resta commissario a Roma. Ma è rivolta tra i circoli: "Mancata condivisione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il Pd ha deciso: Orfini resta commissario a Roma. Ma è rivolta tra i circoli: “Mancata condivisione”

– La direzione nazionale ha ratificato i provvedimenti di commissariamento di Messina, Enna e Roma con i seguenti risultati: Messina 190 si, zero no e zero astenuti. Enna 189 si, un no e zero astenuti e infine Roma 181 si, 8 no e un astenuto. Lo rende noto l’ufficio stampa del Pd.- «In merito alla notizia riportata da alcuni mezzi di informazione circa una presunta norma anti-Marino allo studio da parte del Pd, al fine di impedirne la partecipazione alle primarie per la scelta del candidato sindaco di Roma, si precisa che la notizia è destituita di ogni fondamento». Così una nota dell’ufficio stampa del partito.Da una parte confusione, disappunto, in certi casi rabbia. Dall’altra consapevolezza di una fase, quella di Marino sindaco, ormai «chiusa». È diviso e disorientato il popolo dem romano che vede un sindaco targato Pd dimissionario e un braccio di ferro in atto con i vertici del partito. Nelle sezioni c’è un clima difficile. «La gestione sbagliata delle dimissioni del sindaco Marino, e del commissariamento del partito romano da parte di Orfini sta creando una lacerazione pericolosa nel Pd soprattutto se a Roma si va a votare in primavera – sostiene il segretario della sezione Pd Alberone Fabio Salamida -. Nei circoli è stata avvertita una ferita perchè è mancata la discussione». «Non è un periodo facile, è un momento molto difficile per gli iscritti», conferma dalla storica sezione di via dei Giubbonari, a due passi da Campo dè Fiori, Giulia Urso, che però guarda avanti: «Noi stiamo reagendo partendo da noi. Il capitolo Marino è chiuso, il dolore delle sue dimissioni lo abbiamo superato, ora pensiamo alla realtà di Roma. Inizialmente ero contraria al commissariamento del partito, ora lo ritengo benefico». Ma nei circoli non si nasconde neanche tanta rabbia. «C’è un clima di arrabbiatura. La cosa più importante ora è riavviare dialogo tra lui, la giunta e il resto del partito», dice dalla sezione dem di Porta San Giovanni Pierpaolo Bellu. «A Roma si sono formati due gruppi – spiega Salamida – uno di attacco a Marino, uno di duri e puri che lo difendono e chiedono le dimissioni di Orfini. Il nostro circolo è più moderato e abbiamo proposto un documento per una terza via: Orfini apra al confronto e alle forze sane del territorio. Perchè se è vero che c’è stata una scelta verticistica del partito sulle dimissioni del sindaco, ci sono state mancanze anche da parte della stessa amministrazione comunale». – «Il Pd romano ormai è più preoccupato e interessato alle sue lotte interne che a Roma. Una città allo sbando grazie ad un sindaco espressione di un partito ormai succube dell’arroganza di Renzi e del suo metodo dell’uomo solo al comando a cui le regole della democrazia piacciono poco». Lo afferma la deputata della Lega Nord – Noi con Salvini, Barbara Saltamartini. «Il PD di Renzi ha prima sostenuto Marino contro l’interesse dei romani – dice ancora -, poi lo ha commissariato con Orfini con risultati risibili se non peggiorativi per la città, ora ci fa assistere al balletto dimissioni si dimissioni no di Marino, condito dalla triste discussione sulle primarie interne al Pd per vedere come bloccare la strada al sindaco chirurgo». «Questi – conclude Saltamartini – sono quelli che vorrebbero continuare a governare la Capitale? I romani meritano e vogliono altro».

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