Nozze gay, Alfano: "Consiglio di Stato mi dà ragione: trascrizioni illegittime" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Nozze gay, Alfano: “Consiglio di Stato mi dà ragione: trascrizioni illegittime”

«L’anno scorso mia circolare su divieto trascrizione nozze gay contratte all’estero. Polemiche, aggressioni talvolta violente e una pioggia di ricorsi. Adesso il Consiglio di Stato mi dà ragione su tutta la linea: i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono previsti dalla legge italiana, pertanto le trascrizioni fatte dai sindaci sono illegittime e la vigilanza è di competenza dei Prefetti. Molto bene». Così in una nota il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.«La sentenza del Consiglio di Stato, che ha di fatto annullato le trascrizioni dei matrimoni gay, costituisce la prova di una palese violazione da parte del Sindaco. Infatti, il primo cittadino era a tal punto consapevole di operare una forzatura rispetto alle vigenti disposizioni di legge da trasformare in una bandiera un atto amministrativo illegittimo, con tanto di cerimonia pubblica». Così in una nota Roberta Angelilli, Coordinatrice del Lazio del Ncd, il Capogruppo Roberto Cantiani e i Consiglieri Stefano Erbaggi e Jessica De Napoli che, «in concomitanza alle prime celebrazioni, manifestarono in Campidoglio denunciando la violazione normativa». «Vale la pena ricordare che sia il ministro Alfano che il Prefetto Pecoraro intervennero intimando a Marino di non procedere poichè, in assenza di una norma nazionale, il Sindaco stava palesemente violando la legge e la Costituzione. Nelle prossime ore presenteremo un esposto alla Corte dei Conti affinchè valuti ogni eventuale danno erariale a seguito delle spese affrontate dal Campidoglio per l’impiego improprio di risorse per le ‘celebrazionì (addobbi e straordinari del personale comunale) effettuate dal Sindaco», concludono. – «Povero Marino. Il Che Guevara de noantri perde un’altra battaglia. Il Consiglio di Stato, applicando semplicemente la legge, ha annullato le ridicole trascrizioni di nozze contratte all’estero da parte di coppie omosessuali fatte dal sindaco di Roma. Mesi fa il paladino delle cause perse osò perfino farsi beffe dell’allora prefetto di Roma, Pecoraro, che gli aveva in nome della legge intimato di annullare queste trascrizioni». Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI) commentando la sentenza del Consiglio di Stato che dice no alla trascrizione delle nozze gay. «Pecoraro – aggiunge Gasparri – aveva ragione, Marino torto, nonostante sapesse che il registro delle unioni gay non aveva alcun valore giuridico in Italia e che si trattava di una pura provocazione. Pensava di stravolgere il diritto e la nostra Costituzione e invece è finito lui travolto dall’ennesima vergogna. Ha preso in giro tanti cittadini e ora è il Consiglio di Stato a prenderlo a calci. Se ne vada e la smetta di fare danni. Il matrimonio è uno solo, la famiglia una sola. Se ne facciano una ragione tutti. Questa sentenza sia anche da monito per quanti tentano di imporre attraverso proposte di legge sbagliate anche nel nostro Paese aberrazioni come utero in affitto e adozioni gay».«La sentenza del Consiglio di Stato è un’ennesima e più autorevole bocciatura dell’operato di Ignazio Marino come sindaco di Roma. La sentenza infatti nasce proprio dal caso romano e dalla cieca volontà del sindaco di trascrivere, in pompa magna, matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso. La lettura che ne dà Palazzo Spada è incontrovertibile, ricorda agli smemorati, sindaco e sua tifoseria, l’articolo 29 della Costituzione e ribadisce che gli Stati dell’Unione Europea hanno la facoltà e non l’obbligo di legiferare in materia». È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli. «Tanto basta per zittire tutti coloro che si riempiono la bocca di diritto fai da te… il ministro Alfano proceda a questo punto con il commissariamento di Marino in base all’articolo 141 del Testo Unico Enti Locali, come peraltro avevamo già chiesto in occasione di quell’altro eversivo. Non c’è bisogno di evocare il reato di associazione mafiosa, peraltro scartato nella relazione del prefetto, ma è ‘sufficientè la violazione della Costituzione. Tutti i cittadini devono rispettare legge e Costituzione, a maggior ragione chi ricopre una carica pubblica. Finisce così l’uso propagandistico delle funzioni istituzionali. Una città non si può governare trasformando, fingendo di averne i poteri, le proprie opinioni in leggi e prendendo per i fondelli centinaia di coppie omosessuali con l’illusione di un matrimonio di fatto che la Costituzione esclude esplicitamente. Oggi stesso scriverò ad Alfano per chiedergli di chiudere con l’immediato commissariamento l’infinita polemica sulle dimissioni di Marino, la legge lo prevede e nessuna lobby può mortificarla», conclude.

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