Mafia capitale, parla Odevaine: "Buzzi riferimento per Alemanno e Totti pagò i vigili in nero" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, parla Odevaine: “Buzzi riferimento per Alemanno. Totti pagò i vigili in nero per proteggere suo figlio”

Dalle licenze dei camion bar alla gestione dei caschi bianchi, passando per la Bufalotta e i rapporti con l'amministrazione di centrodestra: l'ex vice capo di Gabinetto di Veltroni svela un sistema di potere

Alla prima udienza del processo aveva annunciato la sua collaborazione con gli inquirenti. Luca Odevaine starebbe, quindi, raccontando la sua verità, consegnata ai pm nella carte depositate dalla Procura ai giudici della X sezione penale. Un verbale di interrogatorio, svolto il 15 ottobre con il pm Paolo Ielo, per raccontare il passato recente dell’amministrazione comunale a Roma, in particolare quella guidata da Gianni Alemanno.”Buzzi era un riferimento per Alemanno”. Totti? Pagava i vigili per proteggere i figli”

Sui Camion bar spiega il sistema delle licenze per la vendita ambulante. “Preciso che di 500 licenze rilasciate, 430 circa erano tutte intestate a membri della famiglia Tredicine-Falasca, che, fino all’avvento di Giordano Tredicine al consiglio comunale, finanziavano tutta la politica romana”, spiega Odevaine nell’interrogatorio dello scorso 15 ottobre e Terni.  Odevaine ne parla perché “durante il periodo di Veltroni, avevo individuato seri problemi nell’assegnazione delle concessioni ai camion bar. Si trattava di licenze che erano state rilasciate con il carattere della temporaneità e in relazione ad ambiti molto ristretti. Molte di esse via via si erano espanse illegittimamente quanto al contenuto e quanto ai tempi”.

Chi le assegnava secondo Odevaine era stato prima dirigente del primo municipio, e poi direttore del Gabinetto del sindaco Rutelli, tornò a fare il vicecapo di gabinetto con l’avvento di Alemanno “gestendo insieme a Lucarelli tutti gli affari più rilevanti, e con lui riprendono i contrasti, culminati nella nomina del dirigente al decoro, che lui fece senza interpellarmi, di Mirko Giannotta”. Tornando ai camion bar, Odevaine “chiese al sindaco di mandare gli atti in Procura. Egli mi disse di aver sollecitato uno studio delle carte al segretario comunale e all’assessore competente e che io sappia non se ne fece nulla”.

L’ex vice capo di gabinetto del sindaco Veltroni “smaschera” quella che da tutti viene conosciuta come manovra d’aula. Lo fa tirando in ballo l’ex capogruppo del PD, oggi deputato, Umberto Marroni: “Nella sua qualità di capo dell’opposizione Pd all’epoca dell’amministrazione Alemanno, aveva chiuso con il sindaco un accordo in forza del quale ciascun consigliere comunale aveva a disposizione una somma, originariamente quantificata in 400 mila euro da destinare a iniziative di suo interesse”. In riferimento a questa cifra Odevaine li definisce “i cosidetti emendamenti”. Su questo punto l’ex vice gabinetto di Veltroni aggiunge che “con l’amministrazione Marino ha cambiato forma”. E ancora: “Non so chi l’abbia chiuso sul versante comunale ma riferisce Silvio Di Francia, delegato del sindaco Marino per i diritti, che ogni anno vi erano alcuni bandi nella disponibilità di ciascun consigliere comunale pro quota, nei quali ciascuno dei consiglieri poteva indicare delle realtà di suo riferimento”.

Odevaine parla poi di una presunta tangente per la costruzione di un complesso edilizio alla Bufalotta. Si tratta di un racconto de relato. “Riccardo Mancini mi disse che era stata pattuita una tangente, pagata dal costruttore, in relazione all’affare edilizio della Bufalotta, nella direzione di Marroni, Smedile e Alemanno”. Odevaine ha poi spiegato che nel periodo in cui, sotto Alemanno, rivestiva la carica di vicecapo di gabinetto vicario “Mancini mi disse che non ero particolarmente amato neppure dai miei referenti politici. In particolare mi disse che in occasione di un incontro tra il sindaco e il capogruppo dell’opposizione Marroni e il presidente della commissione urbanistica Smedile, entrambi appartenenti all’apposizione, era stata chiesta la mia testa”. Poi Odevaine prosegue: “La ragione credo fosse da individuare nei contenuti di quell’incontro, che avevano ad oggetto delle delibere urbanistiche relative alla fiera di Roma e alla Bufalotta. Si trattava di un settore di interesse su cui nel periodo di Morcone commissario vi era stata una forte pressione di Smedile e Marroni, pressione cui il commissario ed io resistemmo, nel senso che facemmo passare le delibere che erano state già approvate in commissione, mentre bloccammo altre. Con Alemanno, i due ripresero la questione”.“
Ma c’è spazio anche per altro. Odevaine tira in ballo Francesco Totti sostenendo che in passato ha pagato in nero vigili urbani per controllare i figli dopo voci di un progetto di rapimento. Nessun commento ufficiale da parte del capitano della Roma. A quanto filtra dal suo staff la segnalazione del rischio di rapimento di uno dei figli effettivamente arrivò, e subito fu sporta denuncia: la vicenda, sempre secondo le stesse fonti, era insomma nota alle autorità e terminò quando tutto si rivelò una ‘bufalà. I carabinieri, in serata, hanno confermato indagini svolte nel 2008 «finalizzate a verificare la fondatezza di notizie acquisite da persone dell’entourage del calciatore, circa un presunto piano di sequestrarne i bambini con finalità estorsive: le indagini, effettuate anche con mirate attività e perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura di Roma, dimostrarono l’infondatezza delle notizie in argomento». Odevaine, nelle dichiarazioni ai pm, si sofferma principalmente sull’amministrazione che si insediò in Campidoglio nel 2008. «La destra non aveva soggetti economici di riferimento», e quindi «l’amministrazione Alemanno, nel giro di qualche anno, individuò nel ‘sistema Buzzì il riferimento nel settore del sociale per l’aggiudicazione dei lavori». Sul punto l’ex sindaco afferma che Odevaine lo «ha nuovamente inondato di chiacchiere e calunnie in libertà basandosi su una serie di »sentito dire« e di teoremi personali». Nel verbale, depositato il 5 novembre, fornisce anche dettagli sul monopolio che le amministrazioni comunali hanno affidato ai cosiddetti camion-bar. «Di 500 licenze rilasciate, 430 erano tutte intestate a membri della famiglia Tredicine-Falasca che, fino all’avvento di Giordano Tredicine al consiglio comunale, finanziava tutta la politica romana». Nel corso del colloquio con i magistrati c’è spazio anche per una presunta tangente elargita per i lavori alla Bufalotta. Odevaine sostiene che Riccardo Mancini, ex braccio destro di Alemanno e indagato in Mafia Capitale, gli disse «che era stata pattuita una tangente, pagata da Caltagirone, in relazione a uell’affare edilizio, nella direzione di Marroni, Francesco Smedile (presidente commissione urbanistica) e Alemanno». Marroni, oggi deputato Pd, ha annunciato querela, precisando: «Odevaine mente». Anche il Gruppo Caltagirone ha annunciato querela specificando di non aver avuto rapporti con Smedile, Marroni e Mancini. Infine Odevaine torna su alcune dichiarazioni di Buzzi chiarendo, a suo dire, che «sono false le sue dichiarazioni in relazione ad una tangente pagata a Nicola Zingaretti sul Palazzo della Provincia». È falso – secondo lui – quanto dichiarato dal ras delle cooperative sulla tangente destinata oltre che all’attuale presidente del Lazio anche a «Peppe Cionci (braccio destro di Zingaretti ndr), Maurizio Venafro (ex capo di gabinetto del governatore ndr) e Antonio Calicchia».

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