'Ndrangheta, spacciavano per conto delle cosche: 9 persone in manette. Cosmo: "Non siamo inferiori a nessuno" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

‘Ndrangheta, spacciavano per conto delle cosche: 9 persone in manette. Cosmo: “Non siamo inferiori a nessuno”

Un’operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma contro le infiltrazioni della ‘Ndrangheta è in corso tra il Lazio e la Calabria: 9 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) della Capitale. In corso numerose perquisizioni e sequestri di beni a Roma e provincia (Tivoli, Guidonia Montecelio, Castelnuovo di Porto) e ad Africo Nuovo e Bovalino (Reggio Calabria). Per 4 dei 9 destinatari delle misure cautelari l’accusa è di far parte, a vario titolo, di un’associazione per delinquere operante nella provincia di Roma, finalizzata allo spaccio di droga proveniente dalla Calabria. Con l’aggravante della disponibilità di armi, dell’impiego di minorenni nello spaccio e di aver agevolato l’attività della ‘Ndrangheta con articolazioni in Calabria e Lazio per il controllo delle attività illecite. Al capo dell’associazione, un 34enne originario di San Luca (Reggio), contiguo alla cosca Nirta-Romeo-Giorgi, è stata anche contestata l’intestazione fittizia di attività commerciali. A riscontro del fatto che l’attività illecita venisse condotta per conto della ‘Ndrangheta, nel corso delle indagini, svolte dai carabinieri della Compagnia di Tivoli, sono stati recuperati i ‘pizzini scrittì da un elemento di vertice della ‘Ndrangheta, attualmente detenuto in carcere, che contenevano istruzioni su come l’organizzazione dovesse muoversi nella gestione dei traffici illeciti.Il capo della banda operante a Roma e provincia e legata alla ‘Ndrangheta del Reggino, colpita stamani dai carabinieri, aveva un comportamento mafioso, secondo gli inquirenti: ha minacciato più volte con la pistola dei romeni che frequentavano un bar di Guidonia (Roma) dove andava anche lui. Quando il proprietario del locale si è lamentato gli è stata spedita una busta con dentro un proiettile. L’organizzazione sgominata oggi su mandato della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Roma usava le armi per minacciare e intimidire debitori e rivali, hanno accertato gli investigatori. A Tivoli, vicino a Roma, nel garage di uno dei membri dell’organizzazione c’era l’arsenale. Sono stati sequestrati una pistola Browning calibro 6,35 ed un fucile calibro 12 a canne mozze, entrambi con la matricola abrasa. Un corriere dell’organizzazione è stato rapito, chiuso in un garage, picchiato e minacciato di morte perchè accusato di essersi fatto portare via quattro chili di eroina durante il trasporto in Puglia per la cessione ad un gruppo di criminali albanesi. Per questo due degli arrestati nell’operazione dei carabinieri di Roma sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione: si tratta di un italiano e di un albanese. «La razza mia pari n’davi supa nun n’davi» («La mia famiglia ne ha altre della sua importanza ma nessuna superiore»). È una delle conversazioni di Luca Cosmo di appartenenza alla cosca Giorgi della ‘Ndrangheta intercettata dai carabinieri. Un legame saldo con la «casa madre», quello emerso a proposito di Cosmo, che sulla direttrice Tivoli-Guidonia gestiva un traffico di droga senza esitare a minacciare con le armi chi sbagliava o non pagava. Punto di contatto di Cosmo con la terra d’origine, in particolare con le cosche di Reggio Calabria, era lo zio Giovanni Giorgi che, dal carcere, forniva direttive attraverso pizzini.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login