Bertolaso, due mesi da candidato sindaco: tra gaffe e polemiche dalla Protezione civile alla panchina | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bertolaso, due mesi da candidato sindaco: tra gaffe e polemiche dalla Protezione civile alla panchina

Da “non mollo, vado avanti come una ruspa” nei giorni migliori, alla panchina, affinche’ il campo dei moderati possa “puntare a vincere” nella comunali a Roma. Guido Bertolaso si fa da parte a favore di Alfio Marchini nella corsa al Campidoglio, ma forse si propone anche per un incarico – magari da ‘city manager’ – nel caso l’imprenditore e lo schieramento che lo sostiene riescano a prevalere a giugno. In fondo, dalla panchina ci si puo’ alzare e decidere la partita e quella di Bertolaso non sembra essere quella del parco. Anzi, si mette ancora a disposizione per un ruolo che permetta “la rinascita della citta’”. In oltre due mesi da candidato sindaco di Roma l’ex potente capo della Protezione civile e’ passato dalla “benedizione” del triumvirato Berlusconi-Salvini-Meloni alle travagliate “gazebarie” leghiste e forziste fino alla corsa in solitaria con Forza Italia al fianco. Finche’ il Cavaliere non lo ha convinto a farsi da parte, complici i sondaggi che vedono l'”uomo del fare” sempre lontano dalla doppia cifra minima, il 10%. Bertolaso, che si e’ definito piu’ volte, “un vecchio democristiano'”, ha deciso di correre per il Campidoglio a meta’ febbraio, dopo aver inizialmente declinato l’invito per “motivi familiari”. Una discesa in campo a cinque anni di distanza dall’addio alla Protezione Civile, durante i quali si e’ occupato di volontariato in Africa, in Sierra Leone. Nei nove anni alla guida della Protezione Civile il medico specializzato in malattie tropicali – scelto da Francesco Rutelli per gestire l’organizzazione del Giubileo 2000, portato da Silvio Berlusconi nel 2001 alla guida del Dipartimento e confermato in quel ruolo da Romano Prodi e poi ancora dal Cavaliere – ne ha ridisegnato il volto grazie a capacita’ riconosciute anche dai nemici e al suo piglio decisionista. Dal terremoto di San Giuliano di Puglia, in Molise, un anno dopo la sua nomina, Bertolaso le ha viste tutte: lo tsunami nel sud est asiatico, per il quale fece scattare i soccorsi dall’Italia, le frane, gli incendi e le alluvioni che hanno provocato centinaia di vittime, l’orribile 2009 con i 37 morti di Messina, i 32 della strage di Viareggio e soprattutto le 308 vittime del terremoto dell’Aquila. Sono i grandi eventi, pero’, a dargli le soddisfazioni piu’ grandi e i dolori piu’ forti. L’organizzazione dei funerali di papa Giovanni Paolo II nel 2005, con 4 milioni di pellegrini a Roma e 200 capi di stato e di governo fila via senza un problema. Non va cosi’, invece, per il G8 a La Maddalena: dall’inchiesta della procura di Firenze, poi passata a Perugia, emergono storie di massaggi, compensi in denaro e case in prestito. Nei due mesi da candidato sindaco, Bertolaso ha detto piu’ volte di voler rinunciare alla prescrizione in un’altra inchiesta che lo vede coinvolto, quella “Grandi rischi bis” all’Aquila, dove e’ imputato per omicidio colposo plurimo e lesioni. Fino alla dichiarazione di oggi: “Ho deciso di sedermi in panchina per consentire alle forze che si riconoscono nei principi del liberalismo e del cattolicesimo di unire i loro sforzi e partecipare alla competizione elettorale puntando a vincere e non solo a testimoniare”. In attesa magari di tornare importante.

Dopo due mesi ‘bollenti’ Forza Italia volta pagina sul candidato più discusso per la poltrona di sindaco di Roma. Per Guido BERTOLASO la corsa è chiusa e gli azzurri appoggiano Alfio Marchini. Si chiude così una vicenda che ha visto il Centrodestra a Roma spaccarsi sin da subito proprio sul nome dell’ex capo della Protezione Civile, ‘colpevole’ anche di aver accumulato troppe gaffe. Proprio ieri è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, con BERTOLASO che intervistato da ‘Corriere Tv’ prima si è detto disponibile a fare l’assessore con Giachetti o Raggi sindaco e poi dopo varie ore ha provato a corregge il tiro. Inutilmente. Certo, in questi due mesi le affermazioni dell’ex capo della Protezione Civile hanno spesso creato molte polemiche. A partire da quando, ospite della trasmissione ‘DiMartedì’, l’ex capo della Protezione civile si lancia in grandi elogi per Rutelli e, soprattutto, per l’attuale avversario del Pd, Roberto Giachetti. Non solo, a chi gli chiede un commento sulle ruspe di Salvini, BERTOLASO risponde dicendo che lui preferisce la diplomazia e definisce i rom “una categoria vessata e penalizzata”. Una frase che il leader della Lega Nord si lega il dito. “A me pare che quelli vessati siano gli italiani e i cittadini romani. Chi governa con la Lega i campi rom li chiude”, replica Salvini, che decide di sondare altri nomi chiedendo direttamente ai romani di scegliere fra una rosa di alcuni nomi. “Un’uscita infelice ci può stare ma se le uscite infelici diventano una serie, qualche dubbio viene” sottolinea Salvini. Intanto però BERTOLASO riesce a far arrabbiare anche i cittadini de L’Aquila. “Roma è una città terremotata e io sono qui per ricostruirla” dice. Una frase che scatena la dura replica di comitati e associazioni che puntano il dito proprio contro la gestione della ricostruzione post-terremoto. Le parole di BERTOLASO , in diverse occasioni, appaiono poco ragionate e quasi provocatorie. L’apice di questo ‘corto circuito’ fra gaffe e malumori nel Centrodestra si raggiunge quando l’ex capo della Protezione Civile consiglia a Giorgia Meloni di stare a casa a godersi la maternità e ad allattare, rinunciando a una “campagna elettorale feroce, fra buche, sporcizia e campi rom”. Una frase stigmatizzata da più parti che ha provocato l’immediata scesa in campo della Meloni, riaprendo i giochi nel Centrodestra per la corsa alla poltrona del Campidoglio. Esattamente un mese fa, poi, BERTOLASO, ospite del programma di Rai Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’, annuncia che se diventerà sindaco farà diventare il Tevere balneabile. Parole che provocano l’ilarità più o meno generale. Come si farebbe a far diventare il Tevere balneabile? ”Bisogna evitare che ci siano tutte quelle zozzerie, come i topi e tutto il resto – afferma – Va bonificato insomma, è una risorsa fondamentale per Roma”. Non passano neanche 24 ore e arriva l’ennesima gaffe: BERTOLASO dice che sua moglie potrebbe votare per il candidato del Pd Roberto Giachetti. Troppo, anche alla luce dei sempre più forti malumori con Lega e Fdi che accusano Berlusconi di voler favorire Renzi. Le tensioni, anche fra gli ‘azzurri’, si fanno sempre più pesanti e l’ex capo della Protezione Civile si dice pronto ad andare avanti comunque, “anche se Forza Italia dovesse decidere di sfilarsi”. Parole che fanno infuriare anche buona parte dei vertici di Fi e che acuiscono il ‘gelo’ verso BERTOLASO.

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