VERSO LE REGIONALI Dov’è finito Zingaretti? La lista dei problemi si allunga - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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VERSO LE REGIONALI
Dov’è finito Zingaretti?
La lista dei problemi si allunga

Eppure il S.Lucia vale parecchio, sul tavolo elettorale, decine e decine di migliaia di voti romani possono prendere una direzione o un’altra. Possibile che siano così miopi?

 Dov’è finito Zingaretti? Non interviene, non parla, non fa uscire comunicati, si tiene alla larga dalle occasioni ufficiali. Dobbiamo pensare che il governatore sia in vacanza con la famiglia, ma i problemi sulla sua scrivania intanto aumentano. E di soluzioni all’orizzonte non se ne vedono. Fa riflettere, questa assenza dai radar, ci piace pensare che stia lavorando fitto per il suo futuro politico, tessendo la tela in vista delle elezioni regionali (o nazionali?) delle quali ancora non si riescono a disegnare i confini e le strategie elettorali. Che farà Zingaretti? Qualcuno continua a riproporre l’ipotesi estrema di una chiamata anticipata alle urne con la scusa dell’allineamento con le elezioni siciliane. Ma la storia non regge, difficile motivare lo scioglimento anticipato del consiglio, tempi troppo stretti per organizzare tutto sul piano tecnico-istituzionale, puntare i piedi potrebbe rivelarsi un boomerang. Tutto per avere due chanche invece che una di restare a galla? Per liberarsi dell’avversaria scomoda a cinque stelle, l’aggressiva Lombardi? Il fatto è che da quando Renzi lo ha scaricato “Zinga” sta battendo la testa contro il muro. Candidarsi ad ogni costo, accettare il salvacondotto per un posto in Parlamento? Con l’aria che tira è dura per tutti. Anche perché non s’è capito che intenzioni abbia il vertice del Pd, che oscilla tra scelte di ripiego, eversive o nazional popolari, Gasbarra/Sassoli/Pirozzi? Tenendo conto che dall’altra parte c’è altrettanta confusione. Ma il partito tace, mentre per esempio il prode Tajani, pur presidente del parlamento europeo, sta battendo il Lazio meridionale per organizzare il sorpasso.E mentre il capo Zingaretti ragiona per conto suo senza far capire dove andrà a parare, i suoi uomini girano a vuoto e i dossier irrisolti diventano sempre più ingombranti. Anche gli sprovveduti si sono resi conto che è tutto bloccato, che non c’è più (ammesso che ci sia già stata) una iniziativa degna di rispetto. La consiliatura regionale è di fatto già finita. Gli assessori e i consiglieri pensano ai fatti loro, e cioè al proprio futuro. Non prendono le distanze dal governatore, ma nemmeno gli si affollano intorno adoranti. Si capisce che non mettono la mano sul fuoco su un secondo mandato e che si guardano intorno. Questa è la politica. E la sanità? Un disastro. Da queste colonne abbiamo più volte messo in fila le emergenze, nessuna risposta accettabile è arrivata dalla Regione. Adesso c’è la questione Policlinico Umberto I, con la uscita di scena dell’eterno dg Mimmo Alessio, ma a pochi giorni dal termine non si sa che cosa deciderà Zingaretti. Un commissario, un nuovo dg, Alessio fino alle elezioni e al nuovo governatore? Nessuno si è offero, nessuno dei direttori generali piazzati sul territorio si è prestato all’operazione. E si resta così, in una incredibile melina. Del resto la sostiotuzione di Alessio non è cosa dell’ultima ora, non è un imprevisto… Vale per altre caselle scoperte o vacillanti. Tutto fermo. Siamo ancora nei guai con i Pronto Soccorso, con le liste d’attesa, ma facciamo finta di niente. E che dire del nodo drammatico della Fondazione S.Lucia? Una situazione che ha dell’incredibile, uno stallo che grida vendetta, un atteggiamento di cinico distacco intollerabile. L’istituto ha proposto soluzioni su soluzioni, semplicemente non ottiene risposte, il Ministero traccheggia. Rischiano di farsi male in molti. Eppure il S.Lucia vale parecchio, sul tavolo elettorale, decine e decine di migliaia di voti romani possono prendere una direzione o un’altra. Lorenzin, Zingaretti, altri. Possibile che siano così miopi?

Giulio Terzi

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