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Ad Ardea primo caso di chikungunya del Lazio

chikungujaTorna il virus chikungunya nel Lazio, la febbre tropicale trasmessa dalla zanzara tigre che lo scorso anno fece registrare 252 casi tra Roma, Castelli romani e litorale. Nei giorni scorsi l’ospedale Spallanzani di Roma ha diagnosticato il temibile virus a un cittadino di Ardea rientrato da pochi giorni dal Brasile. È immediatamente scattato il protocollo previsto dal piano nazionale di sorveglianza elaborato dal ministero della salute: la Asl Roma 6 ha comunicato all’amministrazione comunale di Ardea la presenza di un caso cosiddetto di “importazione” e chiesto di attivare immediatamente tutte le misure di sicurezza previste. Il Comune, dal canto suo, con ordinanza del sindaco ha già avviato la disinfestazione intorno all’abitazione dell’uomo, un operaio 35enne originario del Brasile e residente in via Merano, zona Nuova Florida, sottoponendo anche la moglie a profilassi antibiotica. L’uomo ha il divieto di uscire di casa fin quando non si saranno attenuati i sintomi del virus ed è stato invitato a proteggere le finestre con zanzariere, per evitare che qualche insetto possa pungerlo, diventando veicolo di trasmissione del virus. Basta una zanzara per diffondere la chikungunya a macchia d’olio: pungendo un soggetto infetto e subito dopo uno sano, il virus è automaticamente trasmesso. Chi ne viene colpito avverte febbre alta, mal di testa ed eruzioni cutanee ma soprattutto forti dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti dei pazienti – da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che contorce” – che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili. Si tratta di una malattia tropicale molto diffusa in Brasile, in India e nell’Asia centrale ma che da pochi anni è arrivata anche in Italia: i sintomi di solito svaniscono dopo una decina di giorni. La malattia non è letale nella gran parte dei casi, tuttavia negli anziani e nei soggetti con basse difese immunitarie il rischio di complicazione è più alto. Non esistono trattamenti antivirali specifici e le cure si focalizzano primariamente nell’alleviare i sintomi: al momento non è in commercio un vaccino contro la chikungunya. Lo scorso anno sono stati 252 i casi autoctoni di registrati dal sistema di sorveglianza delle malattie infettive della regione Lazio. Di questi, 197 casi erano residenti ad Anzio, mentre i restanti 50 erano residenti a Roma e 5 a Latina, oltre a casi isolati ad Aprilia, Ardea e Grottaferrata. Nelle città dove si era manifestato il virus in maniera più accentuata, i sindaci erano stati costretti ad avviare cicli ripetuti di disinfestazione larvicida per debellare le zanzare, specialmente in luoghi caratterizzati da ristagno di acqua come fossi, canali e laghetti. Il rischio che quest’anno possa ripetersi l’epidemia non è da escludere. Le piogge di questi giorni hanno favorito gli acquitrini e, se il caldo dovesse arrivare già da domani così come annunciato dai bollettini meteo, la proliferazione di zanzare sarebbe quasi immediata. probabilmente la Asl già nei prossimi giorni inviterà i Comuni a prendere provvedimenti precauzionali, così da prevenire l’eventuale diffusione del virus.

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