80 ANNI DI SENSUALITA’ - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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80 ANNI DI SENSUALITA’

sensualitaAuguri ad uno degli indumenti più sensuali che il panorama femminile indossa con grande eleganza:

le calze di nylon.

Questo “accessorio” che dona alle gambe un fascino particolare ed accende l’interesse del mondo maschile, fece la prima comparsa sul mercato nel lontano 1939. L’anno successivo, precisamente il 15 maggio del 1940, furono vendute subito 4 milioni di paia.

Anche l’industria cinematografica non tardò a dare lustro a quest’arma carica di sensualità, mettendo in evidenza il valore acquisito dagli arti inferiori di una donna quando la velatura di nylon appariva in tutto il suo splendore: dal famoso, ma anche ironico, spogliarello di Sophia Loren in Ieri, oggi, domani” alla scena madre del film Il Laureato”, in cui la matura ma ancora affascinante Mrs. Robinson, (Anne Bancroft), seduta sul bordo del letto si sfilava le calze, per sedurre il neolaureato Benjamin Braddock, (Dustin Hoffman).

Pochi capi femminili sono stati capaci di ricoprire il ruolo di protagonista nei sogni erotici del genere maschile, per non parlare dei film “erotici” degli anni ’70 con Gloria Guida, Edwige Fenech, Lilli Carati e tante altre splendide donne.

Facendo un viaggio nella storia delle calze di nylon, queste nacquero ben ottant’anni fa ma fu nel 1935 che Wallace Hume Carothers scoprì il “nylon”, materiale principe senza il quale le calze non sarebbero mai state realizzate. Carothers le brevettò nel 1937 e venti giorni dopo si suicidò, non conoscendo mai il successo di tale invenzione.

Il termine “nylon” ha una radice etimologica derivante dal nome dato dai ricercatori ovvero “No-Run”, (non si smaglia). Ma alla “DuPont” non erano convinti del nome. Si pensò quindi d’invertire le vocali (Nuron) e poi di cambiare la parola in “Nulon”. Tuttavia, in base ad alla legge sulla protezione del marchio, non fu permesso di utilizzare questo nome, pertanto si continuò a cercare finché si approdò al termine Nylon.

La ditta “DuPont” pubblicizzò la sua invenzione a partire dal ’38 evidenziando un possibile utilizzo di questo materiale per le calze da donna. E così, il 24 ottobre 1939 le prime calze di nylon fecero il loro ingresso sul mercato: ben 4000 paia di calze vennero vendute in poche ore. Dopo questa vendita sperimentale, il 15 maggio 1940, si diede vita alla vendita ufficiale.

Dopo il 1942, il nylon assunse un nuovo ruolo anche grazie all’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale. La sua resistenza fu motivo d’interesse delle forze armate, tanto che per la produzione di calze venne basata solo sull’utilizzo di tale materiale.

L’indumento però cominciò a diventare merce rara, facendo capolino sul mercato nero come moneta di scambio.

Fu così che le calze “fashioned” iniziarono la loro marcia trionfale dagli States. Nel 1945 la produzione e la vendita presero uno slancio incredibile al punto che a New York, in soli sei ore, ne vennero vendute oltre 50mila paia. La calza di nylon diventò così un accessorio irrinunciabile per le donne.

Dive come Rita Hayworth e Jane Russel mostrarono quanto fossero belle le gambe se avvolte da tale indumento.

All’inizio, le calze avevano uno spessore che oscillava tra i 70 e 40 denari; tale misura si ridusse fino ad ottenere, verso il 1950, una trasparenza pari a 10 denari.

Gli anni ’50 e ’60 furono due decenni assai fortunati per il nylon: indossare le calze con la cucitura dietro la gamba diventò un simbolo dei tempi. La “riga” venne meno però quando vennero introdotte le macchine per maglieria tubolare.

L’arrivo dei collant avvenne nel 1959 allorquando la ditta “DuPont” fece brevettare “l’elastane” con il nome “Lycra”, materiale avente la proprietà di allungarsi fino a quattro volte la lunghezza originaria senza perdere la forma.

Utilizzando i due elementi, nylon e lycra, fu possibile, verso il 1960, produrre i primi collant di nylon. I collant determinarono la scomparsa del reggicalze, fino a quel momento indispensabile. Con l’entrata della minigonna le giarrettiere furono sostituite dai collant.

Dalla fine degli anni ’90, la domanda di collant diminuì per via dell’ingresso di tessuti assai più resistenti rispetto a nylon e lycra e per nuove abitudini assunte dalle donne di portare calzini sportivi al posto delle calze e pantaloni al posto delle gonne (una scelta forse più comoda ma mi sia consentito dire da “maschio latino” anche più “barbara”).

Poi la rinuncia ai collant anche d’inverno a New York seppur con 20° sottozero perché la “moda” imponeva gambe nude anche a rischio assideramento.

Per fortuna oggi questa stupida tendenza è finita ed il mercato sembra essersi stabilizzato come pure la riscoperta da parte delle donne di quanto le calze rappresentino un simbolo di femminilità al 100%.

Stefano Boeris

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