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Per comprare casa a Roma servono 9,3 anni di stipendio

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Per qualcuno è un’impresa quasi impossibile, per altri un impegno economico che dura decenni. Comprare casa in Italia è per molte famiglie un passo difficile. Ma quanto costa in termini di stipendi acquistare un appartamento? Secondo l’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, che ha elaborato un’analisi in merito, in Italia ci vogliono 6,6 annualità di stipendio, cifra che sale a 9,3 se si guarda a quanto accade a Roma, al secondo posto dopo Milano (11,1 anni di stipendio) e prima di Firenze e Bologna, per le quali sono necessari rispettivamente 9 e 7,8 anni di retribuzioni.

Per elaborare questa analisi l’Ufficio studi del gruppo immobiliare ha preso in considerazione i dati relativi al prezzo al metro quadro di un immobile medio usato, raccolti dalle agenzie affiliate nelle grandi città e rilevati a dicembre 2019, e sulle retribuzioni contrattuali annue di cassa per dipendente, al netto dei dirigenti, a tempo pieno per attività economica e contratto, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, ricavate dalla banca dati Istat. Il valore finale della retribuzione è una stima. Va specificato, inoltre, che l’ipotesi è costuita considerando che il reddito venga interamente destinato all’acquisto di un’abitazione di 85 metri quadrati.

Per comprare casa a Roma nel 2019 sono serviti 9,3 anni di stipendio. Un valore più basso rispetto a dieci anni prima quando la Capitale era in cima alla classifica delle città più care per l’acquisto di un immobile. Nel 2009 servivano infatti 4,3 anni in più di retribuzioni, pari a 13,6. Milano, che al tempo era al secondo posto con 12,5 anni, è calata di meno: 1,4 annualità.

Analizzando il dato a livello nazionale si evince che la differenza è stata più consistente: infatti si è passati dalle 9,0 annualità del 2009 alle 6,6 del 2019. Negli ultimi anni si è registrata una leggera crescita: la discesa iniziata nel 2009 si è fermata tra il 2016, 2017 e 2018 a 6,2 anni di stipendio ed è leggermente cresciuta solo nel 2019 a 6,6.

Utile un confronto con altre città italiane: Firenze è passata dai 10,8 anni di retribuzione del 2009 ai 9 dell’anno scorso; Bologna da 8,9 di dieci anni fa ai più recenti 7,8; Napoli da 10,2 a 7,6; Torino da 7,1 a 4,8 a pari merito con Verona che però nel 2009 partiva da un punto in meno. In fondo alla lista Bari, Genova e Palermo. La prima ha regstrato un crollo dagli 8 anni necessari nel 2009 a 3,8 dell’anno scorso. Le ultime due sono passate rispettivamente da 6,8 e 5,9 di un decennio fa a 3,7 e 3,6 del 2019.

 

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