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Caos e polemiche alla presentazione delle liste, Cloni di Monti, Grillo e Ingroia

Simboli contesi per Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Mario Monti. E’ il giorno della fila al Viminale per la registrazione dei contrassegni che gli italiani troveranno sulla loro scheda elettorale. Danilo Foti, Massimiliano Loda e Samuele Monti bruciano sul tempo, con simboli praticamente identici, quelli del ‘Movimento 5 Stelle’, di ‘Rivoluzione Civile’ e di ‘Scelta Civica con Monti per l’Italia’. In realta’ Grillo dorme sonni tranquilli perche’ la legge elettorale (art. 14) stabilisce il divieto di presentare contrassegni “identici o confondibili” con quelli usati tradizionalmente da altri partiti. Il Movimento 5 Stelle si e’ presentato piu’ volte alle elezioni, ma non cosi’ Ingroia e Monti che sono all’esordio. Sono le tecnicalita’ di una competizione che intanto continua a snodarsi nell’etere, via radio o tv. Il giorno dopo la presenza di Silvio Berlusconi nell’arena tv di Michele Santoro, il Pdl sottolinea il 33% di share di Servizio Pubblico, mentre lo stesso leader Pdl difende la scelta di aver ribaltato il ‘metodo Travaglio’ come dimostrazione “di quanto e’ facile per qualcuno, in questo caso Santoro, con i compitini fatti a casa e letti in tv, toccare una persona nel suo onore e nella sua reputazione”. Quanto alle liste, Berlusconi assicura che se ne riparlera’ lunedi’.

Grillo, che non corre per il Parlamento ma e’ il candidato premier di 5 Stelle, invece non abbassa i toni verso i politici e promette che “apriremo il Parlamento come una scatola di tonno”, frase che Pier Luigi Bersani censura come riedizione dell’emiciclo ‘bivacco di manipoli’ di mussoliniana memoria. Il segretario Pd guarda al concreto e non teme maggioranze ‘zoppe’ come esito delle elezioni: “L’Italia ha diritto ad avere qualcuno che in Parlamento ha il 51%. Io sono convinto che il 51% ci sara’, ma deve ragionare come fosse il 49%”, dice da Radio Anch’io. “Se il 51% toccasse a me, garantisco che avrei apertura mentale e politica, cercherei di avere un dialogo e un accordo con quelle forze che rifiutano il populismo”, assicura. Altrettanto concreta l’intenzione che Bersani palesa quando anticipa che “verso febbraio o marzo capiremo meglio due cose: uno, se le previsioni, seppur minime, di crescita sono realistiche. Due: quanta polvere e’ stata messa comunque sotto il tappeto. Per esempio – avverte – siamo sicuri che il campo degli ammortizzatori in deroga e’ coperto finanziariamente, cosi’ come le missioni all’estero?. Li’ bisogna fare il punto della situazione”. Nichi Vendola torna sul tema fiscale e afferma che “la vera patrimoniale l’hanno fatta Monti e Berlusconi sul ceto medio, i propagandisti anti-tasse che hanno invece portato la pressione fiscale al picco piu’ alto del mondo. Noi non lavoriamo per stimolare l’invidia sociale ma serve una patrimoniale sugli attivi finanziari e colpire la ricchezza quando diventa rendita e si sottrae a un reinvestimento”.
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Il Movimento associativo italiano all’estero (Maie) è arrivato ai cancelli lunedì scorso alle 8,30, i sostenitori si sono alternati giorno e notte per mantenere la posizione. Sono stati i più veloci ed è loro il primo dei sette simboli esposti in bacheca al Viminale.

Al secondo posto risulta un Movimento 5 stelle ma non è quello fondato e guidato da Beppe Grillo, anche se ne riprende quasi esattamente la scritta con la V in rosso e le 5 stelle di un giallo leggermente più scuro. L’autentico simbolo del Movimento 5 stelle con la scritta Beppe Grillo.it risulta al sesto posto. “Il primo in alto a sinistra è il simbolo farlocco del m5s che qualcuno ha presentato prima di noi. Come è possibile? chi c’è dietro?”, si chiede sul suo blog Grillo postando un’immagine dei simboli presentati al viminale, in cui si vede chiaramente un

simbolo identico a quello del m5s. “Qualcuno ha fatto il furbo, ma non sappiamo chi siano”, ha detto un esponente del Movimento di Grillo. “Non sappiamo cosa sia successo – ha concluso – ma si tratta di una vera truffa che vuole danneggiare il nostro partito”. “La tenevano nascosta, non ne sapevamo nulla ma ce lo aspettavamo”, ha aggiunto il candidato al Senato in Lombardia del Movimento, Vito Crimi, annunciando un ricorso.

In realtà Grillo è tranquillo perché la legge elettorale (art. 14) stabilisce il divieto di presentare contrassegni “identici o confondibili” con quelli usati tradizionalmente da altri partiti. Il Movimento 5 Stelle si è presentato più volte alle elezioni, non così Ingroia e Monti che sono alla loro prima corsa.

Analoga questione di ‘copyright’ si ripropone con il simbolo al terzo posto che riporta la scritta Rivoluzione civile e riproduce stilizzato il quadro del Quarto Stato, simile in tutto al Movimento arancione guidato dall’ex pm di Palermo Antonio Ingroia, salvo per il fatto che il nome del magistrato non compare nel simbolo, mentre è presente in quello ‘autentico’, al ventiduesimo posto nella bacheca affissa al Viminale.

Al quarto posto figura il Partito pirata con il classico teschio e due spade incrociate e al quinto la fiamma verde, bianca e rossa del Msi, Movimento sociale italiano destra nazionale. I Pirati hanno assaltato il Viminale. Sono ben tre, infatti, i simboli presentati con questa dicitura e affissi nella bacheca. Il Movimento Pirata ha come simbolo una vela nera, lo stesso che compare nel simbolo del Partito Pirata però in piccolo su fondo arancione e sormontato da un teschio con due spade incrociate. C’è poi un Partito Pirata con la vela del simbolo su fondo arancio. Molto meno aggressivo, poi, il simbolo scelto dalla lista PPL ovvero Pane Pace Lavoro: una zattera con cinque tronchi verdi e una vela rossa.

Occupa il settimo posto e si chiama Per l’Europa Monti presidente, ma il presidente in questione si chiama Samuele Monti e vive a Venaria, è consigliere comunale di una lista civica a Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo. E’ la lista non originale che candida un Monti presidente. Al nono posto, invece, figura quella del premier Mario Monti alla Camera, Scelta civica con Monti per l’Italia.

Il simbolo del partito di La Russa, Meloni e Crosetto, Fratelli d’Italia centrodestra nazionale, si è aggiudicato il decimo posto in bacheca tra i contrassegni che per tre giorni saranno esposti al Viminale. Gli altri simboli depositati finora sono: all’11esimo posto Liberal democratico, al 12esimo Fermiamo le banche e le tasse, al 13esimo il Movimento europeu rinascida sarda, al 14esimo il simbolo del partito di Mirella Cece, il Sacro Romano Impero, che si presenta dal ’92 per una monarchia costituzionale, al 15esimo Movimento pirata, e infine al 16esimo Liga Veneta Repubblica. Maroni presidente occupa il posto 40. A depositarlo è venuto Calderoli in persona sostenendo che Maroni “è contento”. Questo simbolo riguarda solo alcune Regioni. Un altro – ha annunciato lo stesso Calderoli – sarà depositato domenica. Il Pd, Democratici di sinistra – Partito del socialismo europeo, con tanto di Quercia e Rosa il 43esimo

Fra i contrassegni depositati questa mattina ce n’è anche uno che si chiama Io non voto, piazzatosi al 26esimo posto e guidato dal palermitano Carlo Gustavo Giugliana. La sua lista è preceduta, al 25esimo posto, da quella di Francesco Rutelli, API Alleanza per l’Italia. In fila questa mattina c’erano anche i rappresentanti del Movimento poeti d’azione, che vorrebbero la fantasia al potere, il Movimento italiano per i disabili e i meno abbienti. Tra le coalizioni maggiori finora ha presentato le proprie carte solo quella di Mario Monti. La lista ‘Fratelli d’Italia’ ha presentato il proprio simbolo ma non c’è per ora la dichiarazione di coalizione. Nessuna coalizione anche per Api, Pli, Liga Veneta, Msi, Liberal Democratici e Pensionati.

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