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Laura Boldrini presidente della Camera. Applaudono tutti meno il Pdl

Laura Boldrini e’ eletta presidente della Camera. Quando il suo nome e’ e’ risuonato per la 316esima volta, l’aula di Montecitorio e’ scattata in un lungo applauso. Antonio Leone ha completato lo spoglio mentre i deputati applaudivano il nuovo presidente. Al termine, Boldrini ha ottenuto 327 voti sui 345 disponibili dalla maggioranza che l’aveva candidata. L’ Aula appplaude-Tutti i deputati, grillini compresi, si sono alzati in piedi per applaudire il raggiungimento del quorum necessario per l’elezione a presidente della Camera della deputata di Sel Laura Boldrini. Unica eccezione per i deputati del Pdl, rimasti seduti. Al Senato c’è in ballo l’ex procuratore generale Antimafia Piero Grasso, presentato dal Pd. Grillini divisi tra la linea intransigente (voto al loro candidato) o la scelta del candidato di alto profilo.
L’elezione a sorpresa alla presidenza della Camera di Laura Boldrini, candidata nelle liste di Sel ed ex portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati politici, ribalta tutte le previsioni della vigilia e segnala un forte cambiamento. Tutti davano ormai per scontata una soluzione nel solco della “vecchia politica”, con il Pd deciso dall’incomunicabilità con le altre forze politiche ad eleggere il suo capogruppo a Montecitorio Dario Franceschini, ecco che dal cilindro dei democratici è uscita fuori la proposta in grado di sparigliare una partita apparentemente bloccata. La candidatura della Boldrini alla guida della Camera nel corso della quarta e decisiva elezione è stata lanciata infatti in tandem con quella di Piero Grasso per la presidenza del Senato alla terza votazione. Una mossa inaspettata, che ridà fiato e credibilità tanto al Pd quanto
al progetto di convergenza con il Movimento 5 Stelle coltivato con caparbietà da Pierluigi Bersani. Da un lato la Boldrini, per il suo passato, il suo essere donna, la sua età e soprattutto per le sue esperienze professionali, rappresenta senz’altro un elemento di rottura che difficilmente può essere ignorato da chi chiede un rinnovamento all’interno dello stesso Partito democratico, ma soprattutto dai 5 Stelle. A Montecitorio centrodestra e montiani, sapendo di non avere i numeri, sono andati avanti con le schiede bianche, mentre il M5S ha continuato a votare per il suo Roberto Fico. Alla fine il conteggio parla di 327 voti a Laura Boldrini, 108 a Fico, 18. voti dispersi, 10 nulle e 155 bianche.Ma è difficile che il M5S possa far finta di non cogliere il segnale arrivato dal Pd. Ancora più complicato sarà o per il Movimento porre sullo stesso piano al Senato la candidatura dell’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e quella del presidente uscente Renato Schifani.
Del resto a dare il segno tangibile della svolta è stato anche il discorso d’insediamento pronunciato dalla Boldrini, con richiami agli “ultimi”, agli “esodati”, all’antifascismo, ai detenuti e alla necessità di porre fine alla violenza sulle donne. “Sono sicura che in un momento così dificile per il Paese insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane”, ha detto riconoscendo al presidente uscente Gianfranco Fini di aver “svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale”.

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