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Università, affitti in nero per il 65% studenti. Siglato patto anti-evasione con atenei

Le richieste di affitto vanno da 350 euro ai 550 euro al mese a posto letto, talvolta in camere doppie/triple e in pochi metri quadri.

evasione_affitti_universitaGli 847 controlli sinora svolti hanno già consentito di accertare un’evasione di oltre 11 milioni di euro: soltanto il 35% degli studenti aveva stipulato un regolare contratto di affitto. Gli altri, nel 20% dei casi non avevano alcun atto che certificasse la locazione, nel 35% dei casi affermavano di essere stati ospitati da terzi e nel 10% dei casi erano, invece, proprietari di casa. Questi i numeri presentati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanzia di Roma in occasione del patto antievasione per la lotta agli affitti in nero. Le richieste di affitto vanno da 350 euro ai 550 euro al mese a posto letto, talvolta in camere doppie/triple e in pochi metri quadri. In questo sottobosco di “illegalità immobiliare” non mancano storie ai limiti: tra i casi singolari quello di un ottantenne con un patrimonio immobiliare di 41 appartamenti, del valore complessivo di oltre 12 milioni di euro. Con il lavoro delle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia, attraverso una verifica fiscale, è stato appurato che l’uomo, in 9 anni, dal 2002 al 2011, si era “dimenticato” di segnalare un imponibile pari a quattro milioni di euro, oltre ad evadere l’imposta di registro sui contratti di locazione per oltre trentacinquemila euro. L’evasore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Velletri per “violazioni alla normativa penale tributaria”. E ancora: il caso di un romano, proprietario di 10 appartamenti e 7 posti auto tutti, nello stesso complesso immobiliare di Ostia, che aveva allestito un ufficio “riscossione” nelle vicinanze delle sue proprietà. L’evasore, che si limitava ad indicare nella sua dichiarazione dei redditi soltanto le rendite catastali degli immobili, annotava le entrate dei suoi affitti in un registro manoscritto. Registro grazie al quale le Fiamme Gialle hanno potuto ricostruire in quasi 400mila euro i compensi non dichiarati.

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