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Piccoli Berlusconi cadono, la lezione di Latina

Armando Cusani

Armando Cusani

Il piccolo Berlusconi di Latina inciampa sulla legge Severino, applicata 24 volte a livello locale nei confronti di amministratori pubblici condannati a pene superiori ai due anni. Il prefetto del capoluogo pontino ha dovuto sospendere Armando Cusani da presidente della Provincia, in virtù di ordini superiori venuti dal ministero e per una volta in omaggio al buon senso comune e alla legalità. Lo schema può applicarsi a livello nazionale? Può un paese restare appeso ad un braccio di ferro tra Berlusconi e il resto del mondo? Possibile che non si capisca che l’Italia ha bisogno di concentrarsi su altro. Il Cavaliere pensa a se stesso, naturalmente, prima che al paese, e questo è purtroppo legittimo. Ma il senso politico imporrebbe da una parte e dall’altra scelte diverse. Forse ha ragione Berlusconi, il Pd ha paura, sta cercando di scrollarsi di dosso per l’ennesima volta quello che ritiene un avversario. Ancora pericoloso. Dalle stelle alle stalle, da palazzo Graziolì a via Costa, a Latina. Armando Cusani, Forza Italia, ha resistito al suo posto fin che ha potuto – tuttora nega che il provvedimento prefettizio gli sia stato consegnato e minaccia ricorsi su ricorsi, fino alla Corte Europea (vi ricorda qualcosa o qualcuno?) – ora deve cedere. Ha governato e sgovernato il Pontino partendo dalla natia Sperlonga sotto l’ala protettrice di Claudio Fazzone, plenipontenziario Pdl e del centro destra in generale, indiscusso signore delle tessere, senatore e membro (discusso) della nuova Commissione Antimafia, due condanne l’hanno stoppato. Proprio mentre studiava una exit strategy (le province sono destinate a morire) legata alle elezioni europee. La legge Severino non lascia scampo. Fuori da tutto, pubblici uffici compresi. Come per Berlusconi c i sono altri processi in itinere, altre indagini, inchieste pericolose e imbarazzanti. Il Cavaliere è rimasto a galla grazie alla sua batteria di avvocati, Cusani ha risposto colpo su colpo usando i soldi pubblici e pagando con quelli gli avvocati, mischiando l’onore e il decoro della istituzione con i suoi interessi personali. Decine e decine di querele ai giornali, un tormentone. Oggi tutto gli si rivolta contro. Come per il Cavaliere. Dalle stelle alle stalle le bucce di banana su cui scivola Cusani sono un abuso edilizio perpretrato come amministratore per l’albergo di famiglia e la rimozione del capo dei vigili di Sperlonga, suo feudo personale. Lo ha tradito l’arroganza, la sicurezza nell’impunità. Vite parallele…

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