Farmacap in rosso: crediti da Regione e Comune - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Farmacap in rosso: crediti da Regione e Comune

farmacie comunaliInsoddisfazione, sfiducia e paura sono le emozioni che provano i dipendenti delle farmacie comunali di Roma, per i conti in rosso dell’azienda farmaceutica sanitaria del Comune, la Farmacap, che dal 1997 gestisce 44 farmacie comunali della capitale che impiegano circa 360 dipendenti. Ma non è storia nuova, perché la questione va avanti da diversi anni. Intanto, oltre ai rischi legati al pagamento degli stipendi futuri ai dipendenti, si paventa anche la possibilità di non avere più i farmaci sui banconi. Il direttore generale, Michele Guarino aveva già lanciato l’allarme sul rischio di non riuscire più a pagare i fornitori. Grandi timori sono stati espressi anche dal consigliere Michele Dinoi (Gruppo misto) che ha sottolineato come Farmacap rischi di chiudere a causa di un buco su cui incidono pesantemente i crediti per 12 milioni vantati con la Regione e 4 con Roma Capitale. Rassicurazioni giungono invece dall’assessore del Campidoglio alle Politiche Sociali, Rita Cutini, che ha detto di volersi impegnare per risanare i debiti e ha annunciato che sta preparando una proposta per Farmacap, con l’obiettivo di non svendere, né chiudere quello che rappresenta una risorsa del Comune. Intanto la nuova amministrazione dell’azienda, con a capo Vincenzo Maria Saraceni, già assessore alla Sanità laziale nei primi due anni e mezzo di giunta Storace, vorrebbe fare fronte con un piano di rilancio aziendale denominato “Piano industriale per il rilancio di Farmacap 2013/2017” che parta dall’apertura di 4 nuove farmacie tra novembre 2013 (la prima) e luglio 2014 (le altre 3) con un’ipotesi di fatturato complessivo di 3,2 milioni di euro annui. Tra gli obiettivi, anche la fornitura diretta con le case farmaceutiche che porterebbe ad un risparmio di 125 mila euro, un’azione per il recupero degli utenti della teleassistenza con un incremento a regime di circa 130 mila euro annui e il cambio di sede con la riduzione del canone di affitto che porterebbe a pagare un costo agevolato di 50 mila euro annui. Alessandra De Gaetano

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