IL CASO PARIOLI/ La quattordicenne, “penso che prostituirmi non sia grave…” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

IL CASO PARIOLI/ La quattordicenne, “penso che prostituirmi non sia grave…”

baby squilloDice che la prima volta che è andata con un cliente ha pianto, ma poi sostiene che prostituirsi con l’amichetta non è grave; afferma di voler tornare alla vita normale, «senza soldi», ma ammette anche di «non sapere» se ce la farà «a non rifarlo»: «io mi sdoppio, divento un’altra persona, non penso a niente e ritorno me stessa nel momento in cui entro in casa». E però, alla fine, è consapevole che «’sti anni non me li ridarà più nessuno». La più piccola delle due giovanissime coinvolte nella vicenda delle baby prostitute ai Parioli, appena quattordicenne, mette nero su bianco in oltre cento pagine di testimonianza davanti ai pm la sua esperienza. Ecco il suo racconto. LA PRIMA VOLTA – «Ho provato questo incontro – dice spiegando di aver cominciato a prostituirsi seguendo la sua migliore amica – Scandalizzata mi sono messa a piangere…tutte questo cose così…ma che sto a fà eh?. Ci è venuto a prendere questo signore che aveva 35 anni…così..sui 40 anni, non mi ricordo e ci ha portati a casa sua, una persona molto tranquilla, assolutamente…Inizialmente facevamo insieme, perchè io c’avevo paura. Cioè insomma non ero abituata. Inizialmente ci pagava e poi cominciammo a fà un pò così, lei cominciava con un pò di preliminari e poi io vedevo un pò come andava fatto l’incontro e piano piano ho imparato pure io». VESTITI E BORSE – Il perchè di questa scelta, la quattordicenne lo spiega in maniera lucida. «Spendevo i soldi in »taxi, vestiti, tanti, tanti vestiti, sigarette, tutto quello che volevo«. Il denaro serviva a »comprarmi quello che io vedevo nelle vetrine dei negozi, mi piaceva e me l’andavo a comprare, cioè senza nessun problema. Era questo il mio scopo, era per avere proprio dei soldi miei, da spendere miei e non chiedere niente a nessuno. Tutto qua«. LA MADRE – I soldi, però, servivano anche ad aiutare la madre che, secondo l’accusa, avrebbe spinto la figlia a prostituirsi proprio per questo. Accuse pesanti che hanno portato all’arresto della donna. »L’ho aiutata, ma lei non mi chiedeva i soldi – mette a verbale la ragazzina – servivano a fare la spesa…tutte ‘ste cose…io glieli davo e cioè io so che lei magari se li sa gestire, c’ha 43 anni«. La quattordicenne sostiene di averle dato »100 euro al giorno per 4 giorni e poi per una settimana gli ho dato 50 euro«: »lei …li prendeva e mi diceva…’no, cioè basta…non la fare questa cosa…io non ti dico ‘a me questi soldi non m’aiutanò…ti dico grazie, però…cioè questi sono soldi che non te li sei guadagnatì«. E questa cosa »mi faceva arrabbiare«. La ragazzina dice che la madre non sapesse che si prostituiva ma che spacciava: »mi sembrava meno grave«. »Lei non lo sapeva…lo posso giurare su qualsiasi altra cosa..non se lo immaginava proprio. Una volta c’ha provato a chiedermelo, ci ha provato ma io…le ho detto..’no mamma, che stai a scherzà?« DROGA: Ed invece non era uno scherzo. Nel verbale racconta degli incontri con i clienti e sulladroga, dice, non l’ha mai comprata. La prendeva l’amica: »io dicevo ‘non comprarla, non spendere i soldi per ‘ste cazzate…poi non nego che quando ce l’avevo sotto gli occhi, sì m’andava…ma non la compro«. NULLA DI GRAVE. Nulla diceva all’amica, però, sul fatto di andare con gente che poteva essere il loro padre. »Può sembrare strano questo che sto per dire, ma questa cosa che io mi prostituivo insieme alla mia amica secondo me non è grave« mette a verbale. Ma poco dopo sembra cambiare idea, dicendo che le »dispiace« perchè »’sti anni non me li ridarà più nessuno«. E forse non è un caso che »tendo a dimenticare…perchè se no non vivrei proprio con me stessa«. TORNO ALLA VITA NORMALE. Alla fine della testimonianza, magistrati e psicologi le chiedono come pensa di uscirne da questo inferno. »Così…tanto non sa niente nessuno… – risponde lei – e ritorno alla vita normale, senza soldi«. E come pensi di poterti adattare? »Non lo so, non lo so…non so nemmeno se ce la posso fare e non so nemmeno se ce la faccio a non rifarlo…a me prima non mancava niente, non ci pensavo nemmeno…è difficile adesso per me pensare che devo andare in giro con i mezzi pubblici«.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login