Patto Regione-Sapienza, nuove regole per l’Umberto I - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Patto Regione-Sapienza, nuove regole per l’Umberto I

zingaretti_frati«Un passo storico»: così il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha definito il protocollo d’intesa firmato oggi con il rettore dell’Università La Sapienza di Roma Luigi Frati che riguarda la gestione del Sant’Andrea, della Ausl di Latina ma soprattutto del gigantesco Policlinico Umberto I di Roma, una delle strutture sanitarie più importanti d’Italia e d’Europa. Un documento che mancava addirittura dall’agosto del 2002: allora, a firmarlo, furono Francesco Storace e il rettore Giuseppe D’Ascenzo. Ma nel frattempo molto è cambiato nella sanità regionale, a partire dal commissariamento, che oggi impone regole e ‘palettì come appunto quello degli accordi con i policlinici universitari. E questo con la ‘Sapienzà domani sarà presentato al tavolo di verifica del Mef anche come esempio propedeutico ai futuri accordi che saranno stipulati «nei prossimi mesi», ha assicurato il governatore. «In una Regione dove ci sono 5 policlinici universitari – ha spiegato Zingaretti – il non avere questi protocolli ha causato nel corso del tempo molti problemi. In 11 anni non ci era mai riuscito nessuno. Sono contento perchè questo dà credibilità al Lazio, alla nostra voglia di dimostrare che sta diventando una Regione seria». «Abbiamo una possibilità storica – ha detto ancora Frati – la Sapienza ha un patrimonio infinito di qualità che non si può perdere nelle diatribe burocratiche. Questa è la prima tappa di un dialogo comune». Il patto dura tre anni, e regola nel dettaglio tutti i rapporti tra la Regione e le strutture sanitarie-universitarie della Sapienza. A cominciare dalla governance: il dg, che prima veniva nominato dall’Università con il parere della Regione, ora sarà nominato dalla Regione d’intesa con il rettore, e dovrà rispondere agli stessi requisiti degli altri direttori generali di Asl e ospedali laziali, compresi i limiti d’età. Inoltre si pongono le basi per la riorganizzazione interna dei dipartimenti, che dovranno garantire il collegamento tra assistenza, didattica e ricerca. Insieme Università e Regione decideranno sulle modifiche da fare nell’offerta sanitaria, se saranno verificate come inappropriate. Ampio il capitolo sull’edilizia sanitaria: in particolare entro trenta giorni nascerà un tavolo bilaterale permanente sulle ristrutturazioni che si occuperà tra l’altro di «utilizzare nel modo migliore» i 104 milioni di euro di stanziamento fermi dal 1998, ha spiegato il capo della cabina di regia sulla sanità Alessio D’Amato. E anche il sindaco Ignazio Marino, ha annunciato il rettore Frati, sarà coinvolto in questo lavoro. Intanto la Regione darà il via libera all’Università per realizzare, con fondi d’ateneo, una nuova costruzione vicino al Sant’Andrea che servirà alla didattica. Infine, dal punto di vista dei bilanci, le strutture ospedaliere-universitarie dovranno uniformarsi alle modalità regionali in quanto a monitoraggio della spesa, rispetto dei decreti commissariali, determine e circolari. E sarà l’università a ripianare i buchi di disavanzo fino al 50% se questi saranno imputabili ai loro risultati negativi. «Il protocollo? Rispetto al mio ruolo lo subisco, sono solo un notaio, lo applico» il laconico commento del dg Domenico Alessio, che secondo quanto si dice in ambiente sanitari, dovrebbe rientrare nel gruppo dei dirigenti che saranno sostituiti.

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