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Inaugurazione dell’anno giudiziario a Roma. Omicidi e rapine. Capitale pericolosa, attrae la mafia

ANNOLe organizzazioni criminali di stampo mafioso, soprattutto ‘ndrangheta e camorra, che operano nel Lazio, specie a Roma, trovano proprio nella capitale “una sicura attrattiva” in quanto “dopo la Banda della Magliana nessuna aggregazione criminale è riuscita ad assumere un atteggiamento egemone sulle altre. Ciò comporta che la mafia non ha alcuna necessità di contendere i comparti economico-imprenditoriali”. Sono le parole del presidente facenti funzioni della Corte di Appello di Roma Catello Pandolfi pronunciate durante inaugurando l’anno giudiziario a Roma. La mafia a Roma resta un argomento ‘caldo’, a pochi giorni dalla vasta operazione delle forze dell’ordine in tutta la città sulle attività criminali del clan camorristico Contini e sulle operazioni di reinvestimento economico in ristoranti e pizzerie che ha portato al sequestro di 23 locali del centro storico.

Parlando dell’attività di queste organizzazioni, Pandolfi ha sottolineato, nella sua relazione, come questa sia finalizzata soprattutto “al riciclaggio di capitali illecitamente accumulati e all’investimento in attività imprenditoriali”. “A Roma – ha aggiunto – acquistano, anche a prezzi fuori mercato, immobili, società e attività commerciali nelle quali impiegano ingenti risorse economiche provenienti da delitti. In tal modo essi si dotano di fonti di reddito importanti e apparentemente lecite”. Quanto al riciclaggio, Pandolfi ha spiegato che i “settori in cui la mafia investe i suoi capitali sono soprattutto l’edilizia, le società finanziarie e immobiliari e, nell’ambito del commercio, l’abbigliamento, le concessionarie di auto e la ristorazione. Non va tralasciato, inoltre, l’importante mercato agroalimentare nei due poli costituiti a Fondi e Guidonia i cui volumi commerciali assumono un rilievo nella fissazione dei prezzi degli agrumi in Europa”.

Più omicidi a Roma e baby prostituzione. Aumentano nel distretto di Roma gli omicidi volontari che nell’ultimo anno sono stati 27 rispetto ai 23 dell’anno precedente, come ha spiegato il presidente facente funzione della Corte d’Appello di Roma nella sua relazione. Per quanto riguarda i tentati omicidi nell’ultimo anno sono stati 107 contro noti e 46 contro ignoti. Per quanto riguarda, invece, gli omicidi preterintenzionali sono stati cinque mentre quelli con morte come conseguenza di altro delitto sono stati 17 contro noti e 103 contro ignoti. E ancora. A Roma e nel Lazio si registra un aumento del procedimenti per prostituzione minorile e pedopornografia che passano da 290 casi a 398. Per Pandolfi va segnalato un “significativo e preoccupante incremento dei delitti” contro la libertà sessuale e stalking “soprattutto quelli caratterizzati da violenza alla persona”. Il numero complessivo dei procedimenti iscritti ed assegnati al gruppo specialistico sono: “7.295 (precedenti 5.475) cui vanno aggiunti altri 510 iscritti a modello 45. Ne sono stati definiti 50.152 (in precedenza 40.143) frutto del considerevole impegno dei magistrati assegnatari. I procedimenti iscritti per tutti i delitti inquadrabili nella categoria di violenza sessuale sono stati 742 comprese le violenze di gruppo (in precedenza 682) registrando quindi un sensibile aumento”.

Per Pandolfi, la Capitale rappresenta inoltre uno snodo della droga: “E’ indubbio che le organizzazioni criminali che operano nel Lazio si dedicano prevalentemente al narcotraffico. Roma rappresenta un grande mercato delle droghe ma anche uno snodo: l’aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia – prosegue il magistrato – sono punti di ingresso consolidati per stupefacenti da smerciare in città e altrove (nel corso del 2012 nel Lazio sono stati sequestrati quasi 5,5 quintali di stupefacente)”. Secondo Pandolfi questo è un settore di “comune interesse per tutte le associazioni criminali che coesistono sul territorio”. Inoltre si “verificano forme di alleanze tra i gruppi criminali stanziati su Roma e le organizzazioni transnazionali di varia matrice”. In tema di criminalità straniere Pandolfi cita quella cinese le cui “attività sono circoscritte nel quartiere Esquilino di Roma ma si estendono alle zone di Casilina, Tuscolana, Appia e in direzione di Ostia Lido”. Nel territorio operano, inoltre, criminalità di origine romena, albanese, nigeriana e georgiana.

Boom di rapine a Roma: una media di 15 colpi al giorno, secondo quanto emerge dalla relazione del presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Roma. “L’analisi delle emergenze statistiche evidenzia un sensibile aumento delle rapine – ha affermato il magistrato – Si tratta infatti (rispetto all’anno 2011/2012) di un incremento di 450 fatti delittuosi giungendo al considerevole e preoccupante totale di 5.453, che significa una media approssimativa giornaliera di 15 rapine”.

Una riflessione su quei reati che vengono definiti colposi, ma che sono conseguenza di comportamenti deliberati e consapevoli, come, ad esempio, l’uso di droga, è stata chiesta, in apertura dell’anno giudiziario, nella sua relazione, dal procuratore generale della Corte d’Appello di Roma, Luigi Ciampoli. Il magistrato ha posto l’accento sul “gravissimo problema” di quegli omicidi che giuridicamente sono definiti colposi, “in quanto carenti della volontà di provocare l’evento morte, ma che registrano nel comportamento posto in essere dal loro autore tutta una serie di fatti che nella loro volontaria e libera scelta sconfessano la mancanza nel soggetto agente della configurazione dell’evento finale prodotto dalla sua condotta”. Per il pg, nel giudicare i fatti, non si può “parcellizzare” la condotta, attribuendo solo all’azione finale il requisito della volontarietà o meno delle sue conseguenze. E ha citato il caso dei reati commessi dopo aver fatto usa di droghe: “Certo lascia ancor più perplessi, di fronte alla delicatezza del problema, il rilevare che mentre si discute di una responsabilità incerta sotto il profilo del dolo e della colpa in presenza di assunzioni di sostanze stupefacenti, per altra via si affacci la proposta di liberalizzazione dell’uso della cannabis”.

Indagine sui rifiuti a Roma. Le indagini sui reati ambientali più incisivi, in particolare legati alla discarica di Malagrotta e alla raffineria di Roma, sono state affidate, “così come prevede la norma, ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia – ha proseguito il presidente facente funzione della Corte d’Appello di Roma – In ordine ai reati ambientali i più incisivi procedimenti penali sono stati istaurati in relazione all’attività della discarica di Malagrotta e alla raffineria di Roma – spiega Pandolfi – In considerazione dell’evidente gravità del fatto, delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nell’attività di smaltimento illegale l’attività di indagine, così come prevede la norma, è stata affidata ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia”. “Nel settore dei rifiuti – ha concluso – ci sono da rilevare diverse attività svolte in violazione della prescrizioni autorizzatorie o, addirittura, con modalità che nulla hanno a che vedere con le condotte autorizzate, ma che si indirizzano al conseguimento di profitti illeciti talvolta di rilevante importo”.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino intervenendo ha voluto ringraziare “la magistratura della capitale per il lavoro che quotidianamente, con la collaborazione delle forze dell’ordine, svolge a tutela della nostra collettività. Un lavoro svolto nel profondo, che, giorno dopo giorno, – spiega – sta andando a toccare i gangli più nascosti e delicati della vita della nostra comunità: dalle infiltrazioni malavitose ai reati ambientali, con risultati eccellenti in vari settori che interessano da vicino la sicurezza, la vivibilità, la salute dei nostri concittadini”. Per il primo cittadino “l’amministrazione capitolina deve essere protagonista, nel senso più alto del termine”. “Protagonisti, a nostro avviso, significa essere costantemente attivi nella salvaguardia e nel rispetto delle regole. Vuol dire essere attivi nella salvaguardia e nel rispetto dei diritti. Lo stiamo dimostrando giorno dopo giorno continuando a costituirci parte civile nel caso di reati che ledono i valori fondanti della convivenza civile, come affermati dalla Costituzione. Quello che ho avvertito dal giorno del mio insediamento alla guida di questa straordinaria, quanto complessa città, è la necessità di riconquistare il senso della normalità. laddove normalità significa essere dentro la norma – ha concluso il sindaco – Normalità è una parola semplice ma con un significato enorme, altissimo, troppo spesso trascurato e travisato. Normalità significa onestà e rispetto delle regole. Ma nostri alleati sono anche i cittadini per perseguire la trasparenza e denunciare episodi di illegalità. Dentro e fuori l’amministrazione. Perché il rigore e la trasparenza noi vogliamo che siano i pilastri anche del nostro agire all’interno della struttura capitolina”. Poi ha rivolto un appello al parlamento italiano “affinché si assuma la responsabilità per dare al più presto possibile gli strumenti per una “giustizia più rapida”.

Indossando una fascia tricolore con la scritta “A difesa della democrazia” gli avvocati romani hanno protestato durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Roma. Portavoce Mauro Vaglio, presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma, nel corso del suo intervento programmato ha espresso il senso della protesta “contro le difficoltà di accesso a una giustizia sempre più onerosa e a pannaggio solo dei più ricchi che va cosi in contrasto con il diritto costituzionale di una difesa che deve essere a pannaggio di tutti i cittadini”. La protesta, secondo quanto riferito da Antonino Galletti, tesoriere dell’ordine degli avvocati di Roma, “è condivisa con tutti gli ordini d’Italia”. Al termine dell’intervento di Vaglio, gli avvocati, sempre indossando la fascia tricolore, hanno lasciato la sala del cerimonia.

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