Parentopoli Ama, la procura chiede una condanna a 5 anni per Panzironi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Parentopoli Ama, la procura chiede una condanna a 5 anni per Panzironi

«Tutti gli imputati hanno detto che i suoi ordini in Ama non si potevano discutere». Così il pm di Roma al termine della requisitoria con cui ha chiesto una condanna a cinque anni di reclusione per Franco Panzironi, l’ex ad della municipalizzata del Comune di Roma, già arrestato nel dicembre scorso per la vicenda Mafia Capitale, nel procedimento che lo vede imputato, assieme ad altre sette persone, per lo scandalo di parentopoli. La vicenda riguarda 841 assunzioni sospette all’Ama avvenute tra il 2008 e il 2009: contratti a chiamata diretta, selezioni svolte in modo non corretto per posti di autisti, operatori ecologici e interratori/seppellitori. Per gli imputati l’accusa è di abuso d’ufficio e falso. La Procura ha sollecitato anche altre cinque condanne e due assoluzioni. Oltre a Panzironi, il pm ha chiesto una condanna a 2 anni anche per l’ex direttore dell’ufficio legale di Ama, Gian Francesco Regard, e di 4 anni per l’ex responsabile della direzione del personale Ama, Luciano Cedrone. Per l’ex direttore dell’ufficio acquisti, Lorenzo Allegrucci chiesta una pena ad un anno e sei mesi mentre per l’ex dirigente Ivano Spadoni chiesti due anni di reclusione. Per il consulente esterno della municipalizzata, Bruno Frigerio chiesti 2 anni e sei mesi mentre è stata formalizzata la richiesta di assoluzione per il successore di Redard all’Ufficio Legale Giovanni D’Onofrio così come per Sergio Bruno, presidente del Consel (Consorzio Elis), la società incaricata delle preselezioni del personale. L’inchiesta giudiziaria era partita nel febbraio 2011 sulla base di notizie di stampa e riguardanti una serie di assunzioni sospette avvenute non solo all’Ama, ma anche all’Atac. Due le assunzioni, in Ama, che avevano fatto in particolare molto discutere: una riguardava il genero dello stesso Panzironi, l’altra il figlio del caposcorta dell’allora sindaco Gianni Alemanno. In base a quanto ricostruito dai pm capitolini 800 assunzioni furono messe in atto in assenza di gara dal Consorzio Elis che, secondo la procura, oltre a non avere la struttura nè la preparazione per il compito affidato, era anche priva di autorizzazione prevista dalla legge Biagi. Le restanti 41 (di «soggetti ritenuti vicini politicamente a Panzironi», ha sottolineato il pm) furono fatte a chiamata diretta il 20 ottobre 2008 con ‘delibere predatatè e questo per evitare i vincoli imposti dalla legge Brunetta che sarebbe entrata in vigore il giorno dopo.

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