Emergenza Pronto Soccorso, stop ai soliti noti. Facciamoci aiutare da chi sta “trincea”
Apri e chiudi il rubinetto, torna a comando l’emergenza per il Sistema dei Pronto Soccorso e dei Dea di 1° e 2° livello un tema. Allarme, titoli sui giornali, interviene Zingaretti e tutto si placa. Fino a nuovo ordine. Qualche anno fa un “bliz” fatto negli ospedali romani, al quale parteciparono i vertici della Commissione d’indagine sul sistema Sanitario del Senato, Ignazio Marino e. Domenico Gramazio, finì sulle prime pagine di TV, quotidiani e settimanali. Televisione Nazionale ed emittenti private organizzarono una serie di incontri e confronti che evidenziarono la grave situazione nel settore a livello romano ma, anche, a livello nazionale. Tutti espressero la loro opinione: primari, dirigenti del Servizio Sanitario lo stesso Ministro della Salute del momento. Dopo un mese e forse più si tornò al silenzio totale. Ci fu un “Barella Day” organizzato dagli operatori dell’azienda ospedaliera S. Giovanni al quale parteciparono tutti gli ospedali romani e regionali. L’attenzione crebbe. Alcune aziende ospedaliere decisero di acquistare barelle per i Pronto Soccorso per evitare che i mezzi del 118 rimanessero fermi ad attendere indietro la barella con la quale avevano portato il paziente. Ma il problema, si è visto, non erano le barelle (quelle delle ambulanze poi costano 3000 euro l’una, sono realizzate per l’emergenza e non per reggere pazienti nei corridoi dei reparti). Il caos continua. Lo ha denunciato anche qualche giorno fa una manifestazione sindacale al San Camillo: tutti i provvedimenti presi per arginare il sovraffollamento del Pronto Soccorso sono privi di efficacia, anche gli ultimi tanto“strombazzati” da Zingaretti e dalla sua cabina di regia: assunzioni, deroga al blocco dei tournover e alle chiamate di precari, cosa espressamente vietata dalle attuali normative. Non è cambiato nulla. Ora i nuovi Direttori Generali nominati dal Presidente sono chiamati a risolvere anche questa annosa situazione. Ma non adesso, più avanti. Mancano ancora infatti le nomine dei direttori sanitari e quelli amministrativi, se ne parla a fine mese. Dunque? Serve dunque cambiare marcia, e mettere attorno a un tavolo (permanente) non i soliti “Soloni” ma gli operatori Sanitari che lavorano nella “Trincea” dei Pronto Soccorso, dei DEA, dell’ARES 118. Il sistema dell’emergenza sanitaria ha bisogno di competenze e fondi. Ci auguriamo che i dirigenti che bivaccano al nono piano di Cristoforo Colombo prendano la situazione seriamente.
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