Salva Roma piano di rientro ferreo, ora zero sprechi - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Salva Roma piano di rientro ferreo, ora zero sprechi

 I conti di Roma sono salvi. Il Governo, infatti, ha approvato oggi il nuovo decreto legge con il quale si mettono al sicuro le casse capitoline trasferendo risorse dalla gestione commissariale a quella ordinaria. In pratica, un vero e proprio Salva Roma ter ma, questa volta, più rigido se non nelle cifre, nelle condizioni per ottenerle. Perchè, l’anticipo di 570 milioni della gestione commissariale alla gestione ordinaria, importo altrimenti «dovuto in più rate e prevalentemente derivante dai tributi versati dai cittadini romani» è vincolato alla presentazione di un piano di rientro triennale che renda Roma virtuosa nella gestione dei propri conti. Zero sprechi e Spending Review per evitare che situazioni come quelle, reiterate negli anni, che hanno provocato un buco di 816 milioni di euro, si verifichino nuovamente. Il nuovo dl ‘prestà a Roma quasi la stessa cifra che era prevista nel vecchio testo ma, ai vecchi 485 milioni di euro, bisogna aggiungerne altri 90, in tre anni, che derivano da arrotondamenti e riconoscimenti ulteriori da parte della gestione commissariale. In più, vengono fatti salvi i 20 milioni in tre anni, somma non compresa nei 570, come sostegno finanziario per superare l’emergenza della gestione dei rifiuti, con stanziamenti di 6, 6,5 e 7,5 milioni nel triennio 2013-2015. «Gli importi destinati al Comune di Roma – si legge nel nuovo dl – con questo provvedimento non verranno considerati tra le entrate finali, rilevanti ai fini del Patto di stabilità interno, e consentiranno quindi di garantire l’equilibrio di parte corrente del bilancio di Roma Capitale per gli anni 2013 e 2014». Marino, però, dovrà seguire dei criteri ben precisi per redigere e perseguire il piano di rientro e prima di tutto dovrà aumentare le entrate. Il primo cittadino, oggi, è stato perentorio: «non alzerò le tasse ai cittadini romani, che hanno il diritto di avere servizi all’altezza» e l’idea di avere un piano di rientro preciso lo «entusiasma: è quello che chiedo da diversi mesi». Ma per mantenere in equilibrio i conti gli viene chiesto di applicare regole ferree che ricorrono a dismissioni e liberalizzazioni: l’applicazione delle disposizioni finanziarie e di bilancio e i vincoli in materia di acquisto di beni e servizi e di assunzione di personale, una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, l’adozione di modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade anche ricorrendo alla liberalizzazione e, se necessario, dismettere o liquidare quote delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico e valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del comune«. Infine, il dl dispone che il Comune di Roma debba trasmettere »ai ministeri dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze e alle Camere detto piano di rientro al fine di consentire la verifica della sua attuazione»

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