I De Filippo e Pirandello: un feeling storico - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

I De Filippo e Pirandello: un feeling storico

il_berretto_a_sonagli_la_compagniaDal  27 febbraio al 23 marzo,al Teatro Parioli Peppino De Filippo di Roma, la Compagnia di Teatro Luigi De Filippo presenta,al Teatro Parioli Peppino De Filippo, ”Il berretto a sonagli”commedia in due parti di Luigi Pirandello, versione di Eduardo De Filippo ,regia Luigi De Filippo. In quel tragico e irrisolvibile gioco delle parti che è il Teatro Pirandelliano, un ruolo non trascurabile tocca al protagonista del “Il berretto a sonagli” che Eduardo De Filippo, con l’intelligente ardire che animava ogni sua impresa, ha tradotto in lingua napoletana.Beatrice, donna gelosissima, sospetta che il marito sia l’amante della bella moglie di Ciampa, commesso del loro negozio. La donna fa denuncia al commissariato. Il marito viene effettivamente trovato in compagnia della donna, ma il verbale non lo definisce delitto flagrante e il delegato è pronto a rilasciare i due. Ma per Ciampa la giustificazione legale non basta. Davanti a tutto il paese passa per essere un “cornuto”. Non gli resta che ammazzare i due o chiedere a Beatrice di dichiararsi pazza. La pazzia della donna infatti aggiusterebbe tutto, poiché, secondo Ciampa “è facile simulare la pazzia, basta gridare in faccia a tutti la verità”. E Beatrice, costretta anche dai propri parenti, si fa passare per pazza, convincendo tutti dell’innocenza di Ciampa e di sua moglie.Un prestigioso traguardo. Una grande prova d’attore per Luigi De Filippo che di questa edizione della commedia è regista e protagonista.

Quella del Berretto a sonagli e della famiglia De Filippo è una storia da raccontare. Lo fa con arguzia  Luigi, che in un divertito resoconto ricorda l’incontro di Luigi Pirandello con Eduardo e Peppino e la collaborazione che ne è seguita. “Pirandello (siamo nel 1934) era curioso di conoscere quei famosi fratelli De Filippo dei quali il pubblico italiano parlava con grande ammirazione. Dotati di un grande talento scenico, di una grande forza comunicativa e di un linguaggio fatto apposta per il Teatro, qual è la lingua napoletana, i fratelli De Filippo in pochi anni erano diventati i beniamini del pubblico – scrive Luigi – Pirandello si recò ad applaudirli al Teatro Sannazaro di Napoli e ne restò entusiasta. Trovò in essi una recitazione moderna, appassionata, di un umorismo che divertiva certamente ma, che faceva anche riflettere, una comicità che lasciava l’amaro in bocca. Eduardo e Peppino ammiravano il Maestro, erano in soggezione davanti a lui ma, fu proprio Pirandello a proporre loro di interpretare “Liolà” in versione napoletana, aggiungendo che poteva essere fatta da Peppino come protagonista della commedia assieme al fratello Eduardo. Così fecero e fu un trionfo. La commedia andò in scena il 21 maggio 1935 a Milano al Teatro Odeon. Peppino ed Eduardo furono applauditissimi. Alcuni spettatori riconobbero Pirandello che era in sala e lo sollevarono di peso con entusiasmo e portarono in palcoscenico a dividere gli applausi con i due De Filippo.

Dopo tanto successo, ricorda ancora Luigi, la collaborazione dei De Filippo con il Maestro Pirandello, continuò felicemente. Sempre su suggerimento di Pirandello misero in scena “Il berretto a sonagli” e fu un altro grande trionfo. La “prima” ci fu al Teatro Fiorentini di Napoli il 14 Febbraio del 1936. Eduardo, Peppino e Titina furono travolti dagli applausi di un pubblico entusiasta. Pirandello si felicitò coi tre fratelli e commentò: “Con gli attori italiani che interpretano le mie opere, ho sempre tanta difficoltà a far intendere il valore delle “pause” che io segno nel testo. Loro, in genere, si rifiutano di tenerne conto. Voi, invece, le avete fatte queste benedette “pause”, come la cosa più naturale di questo mondo. Questo mi conferma che sono davvero necessarie e che io non sono un rompiscatole quando pretendo che vengano rispettate”.

 “Il berretto a sonagli” interpretato da Eduardo e da Peppino De Filippo, fu anche motivo e pretesto di manifesta ostilità da parte del pubblico verso l’occupazione nazi-fascista di Roma nel 1943. I fratelli De Filippo recitavano questa commedia al Teatro Eliseo, appunto in quel tragico periodo nel quale la popolazione romana mal sopportava l’oppressione nazista. E quando Eduardo recitava in scena, nel finale della commedia, la battuta  “Voi non sapete cosa vuol dire non poter parlare, non poter sputare in faccia a tutti la verità. Voi signora, potete farlo, oglietevi questo peso dalla coscienza. Gridate in faccia a tutto il Paese quello che avete nel cuore! Sfogatevi!”, il pubblico in platea scattava in un applauso liberatorio, chiaramente rivolto agli odiati nazisti che occupavano Roma con spietata crudeltà.

 

Teatro Parioli Peppino De Filippo  Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login