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Marino si sfoga sul Corriere: “Mi fanno la guerra perché do fastidio a molti”

marino_e_il_pupazzo«Non sono avvelenate e neppure cattive, le due torte mandate da ignoti al sindaco più criticato d’Italia e quindi del mondo. È il compleanno di Ignazio Marino (anche se in tutto il giorno risponderà a poche telefonate, quasi tutte della madre novantenne). Alle 8 meno un quarto c’è già la prima riunione – per preparare il viaggio a Parigi – e la prima contestazione da destra: cosa va a fare il sindaco a Parigi? ‘Mi pare giusto ricambiare la visita del mio collega Bertrand Delanoë’. Guardi che Delanoë scade tra due settimane, il 23 si elegge il suo successore. ‘Appunto, farò un comizio in piazza a sostegno della candidata di sinistra, Anne Hidalgo. In Campidoglio dopo cinque anni di black-out abbiamo ripreso i contatti con l’estero: Spagna, Paesi Bassi, Corea, Messico, Perù, Croazia, Bulgaria, Estonia…’. Lo dichiara il sindaco Ignazio Marino in un’intervista ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera. «Detesto il nome del decreto ‘Salva Roma’. Ma ho dovuto alzare il tono per evitare il blocco della capitale – prosegue Marino – Renzi ha capito, e ha firmato. Non è vero che abbiamo litigato. I giornali inventano. Mi accusano di tutto. Il Tempo è arrivato a pubblicare una mia fotografia travestito da donna nomade: mi rimproverano di aver mandato la polizia, durante l’alluvione, a evacuare i campi rom abusivi alla foce dell’Aniene. Confesso: sono colpevole. Ho mandato la polizia perché non volevo che la piena si portasse via un bambino’. Contro l’alluvione non si poteva fare di più? ‘Certo: cinquant’anni fa si poteva fare molto di più. Interi quartieri, da Ostia a Primaporta, sono sorti in zone alluvionali. Ci sono condomini con dentro le idrovore che a ogni pioggia pompano via l’acqua. Dicono che sono case condonate; però il fiume quando straripa non guarda i condoni. Ma io ho un piano…’. Sulle scale del Campidoglio trova Paolo Cirino Pomicino, che però non è qui a dare consigli sul bilancio: «Marino mi deve sposare, sono venuto a vedere la sala». Un passante lo saluta: «A sindaco, te fanno ‘a guera, eh?». E lui: «È vero, un pò la guerra me la fanno. In un anno abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta, e il proprietario, Cerroni, è finito in galera. Ho appena cambiato i vertici dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Ho disdetto contratti d’affitto assurdi: un garage di Scarpellini, quello degli affitti d’oro alla Camera, ci costava da solo un milione l’anno. Le Assicurazioni di Roma rimborsavano cifre folli, a un tronista che guidava ubriaco hanno dato un milione e 200mila euro. Ora cambierò i trasporti. Stiamo rivedendo tutti i contratti di servizio al ribasso. Ho toccato parecchi interessi forti. Qualche nemico me lo sono fatto». La prima tappa è una scuola della Magliana che prende il nome dal proprio indirizzo, <>. Ad attenderlo c’è un attore travestito da Geronimo Stilton, che distribuisce libri sui diritti dell’infanzia. Il sindaco si è preparato in macchina e lo saluta come a Topazia: «Stratopico!». I bambini gli danno il cinque come a Renzi, per fortuna la preside non ha preparato canzoncine. I genitori sono meno entusiasti: i bagni sono rimasti rotti per anni, il giardino è pieno di oleandri che fanno venire le allergie. Marino promette che li farà sradicare: «Ma voi in cambio dovete piantare un orto. Con i pomodori, la lattuga, il prezzemolo…». Si riparte per la stazione Termini. Il sindaco fa rallentare a ogni cassonetto per ispezionarli: «Vede? Sono stati tutti svuotati. A dirigere l’Ama ho chiamato un esperto di rifiuti; prima c’era un esperto di razze equine. Il personale va rimotivato. L’assenteismo è del 18%: ogni giorno mille persone non vanno a lavorare». E l’Atac, il carrozzone dei trasporti? «Alemanno ha assunto duemila persone. Quasi tutti impiegati. Ora li manderò sugli autobus, come controllori: tra il 30 e il 60% dei passeggeri non paga il biglietto. Faremo in modo che tutti entrino dalla porta anteriore». Allora ci vorranno molti, ma molti più autobus… «Sì, e anche più autisti. Quelli di adesso meritano un plauso. Hanno tutti 50 giorni di ferie arretrati». Ci sono più dirigenti all’Atac che alla Nasa. «Li ridurremo. La loro carriera deve essere legata ai risultati. Chi non li porta viene allontanato». Privatizzare? «Non lo escludo. Ma il controllo deve restare pubblico». A Termini lo aspettano il capo delle Ferrovie Moretti e i clochard del centro di accoglienza Binario 95. Uno di loro sta scrivendo al computer una poesia per il sindaco: «Quanno è l’ora de parlà/ batti i pugni e nun ce pensà/ poi se davvero ci rispetti/ dà una mano ai senza tetti/ che ce n’hanno de bisogno/ te lo dico e mi vergogno». Si scopre una targa a Modesta Valenti, morta in stazione senza soccorso. Poi si va in tribunale, a firmare il protocollo per la gestione dei beni sequestrati: «Vi ringrazio per aver scoperto che la catena di Pizza Ciro era in mano alle mafie, e per aver consentito a chi ci lavorava di continuare a farlo. L’altra sera ero in un locale sequestrato, Pummarola Drink, al Pantheon, e mi sono trovato molto bene…». Sulla via del Campidoglio si torna a parlare di bilancio. «Monti ha tolto i 500 milioni che il governo passava a Roma. Alemanno ha fatto il bilancio 2013 come se quei soldi ci fossero. Da qui il disavanzo di 816 milioni». In Italia tutti dicono che il predecessore ha lasciato un buco. «Io però l’ho fatto certificare dalla Guardia di finanza. Ora avremo i fondi europei: 200 o 300 milioni. E il principe-sultano dell’Arabia Saudita, che conosco da quando trapiantai il fegato a sua madre, finanzierà un progetto archeologico». Arriva una serie di sms: «Sono gli amici americani che si stanno svegliando. A Pittsburgh, a Philadelphia…». Come intende rilanciare l’economia della capitale? «Ho un piano. Manutenzione delle strade e delle scuole. No a nuove costruzioni: riqualificare il costruito, a cominciare dalle caserme. Più turismo religioso. Ne ho parlato con il Santo Padre, lavoreremo insieme. Sa che l’83% degli alberghi è già prenotato per fine aprile, quando Wojtyla sarà fatto santo? E poi il turismo congressuale. L’Italia è rimasta indietro: la prima al mondo è Vienna, Roma non è neanche nelle prime venti. Termineremo la Nuvola di Fuksas, perché serve una grande struttura. Nel 2016 ci sarà il convegno mondiale dei cardiologi: 15 mila persone che possono spendere anche mille euro al giorno». Suona il telefono: «Mamma anche io ti voglio bene. Sì, passami Helder, così mi fa gli auguri» (Helder è la badante peruviana). A Primavalle lo aspettano in un’altra scuola elementare. «Non è vero che non conosco Roma. Questa zona ad esempio mi è familiare. Da neolaureato lavoravo al pronto soccorso del Gemelli. Arrivavano poliziotti e terroristi feriti negli scontri a fuoco. Vedevi l’umanità dolente delle periferie». Davanti alla scuola c’è il centro anziani: qualcuno si alza a salutare Marino, altri rimangono seduti a giocare a carte. «Cosa posso fare per voi?». «Siccome lei è anche dottore, io avrei un dolorino allo stomaco…». L’accoglienza non è entusiasta ma neppure polemica. È quasi buio, una bambina romena gli regala un disegno con un sole rosso e la dedica: «Grazie sindaco per avere visto il tramonto con me». Alla fine di una giornata trascorsa a ritmi folli resta soprattutto il respiro di una città immensa, soffocato dalla crisi, dallo smog, dal traffico. «Ha detto traffico? Ma io ho un piano…».

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