Viterbo nel mirino della “truffa delle vecchierelle”
L’avevano soprannominata la truffe alle vecchiarelle. A quanto si apprende, un gruppo di napoletani in trasferta a Roma aveva architettato un modo per spillare soldi ad anziani incontrati per strada o al mercato.
I malviventi, secondo quanto accertato, facevano credere alle loro vittime che i parenti avevano bisogno di un prestito urgente per sbloccare una polizza o per saldare un debito, inducendoli a prelevare somme che oscillavano dai 2mila ai 5mila euro.
Per tranquillizzare la vittima che mostrava dubbi, le veniva passato al telefono un complice che si fingeva il figlio o il nipote in difficoltà.
Nel caso in cui non ci fosse stata sufficiente disponibilità di denaro sul conto, i malviventi accompagnavano a casa gli anziani per farsi consegnare soldi e gioielli.
Un meccanismo che tra il 2012 e il 2013, avrebbe fruttato circa un milione di euro. Le centinaia di denunce hanno dato il via alle indagini, concluse domenica scorsa con otto arresti e un obbligo di firma.
Le accuse sono di associazione per delinquere, truffa e sostituzione di persona aggravata, circonvenzione di incapace e furto in abitazione. Durante le perquisizioni nel quartiere Arenaccia di Napoli, i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno trovato appartamenti con arredi sfarzosi stile Luigi XV, pavimenti in marmo, tv da 46 pollici in ogni stanza, Rolex e capi d’abbigliamento firmati.
In base a quanto raccolto dalle indagini, i malviventi venivano a Roma il lunedì sera con auto utilitarie intestate a prestanome, soggiornavano in alberghi della periferia e il venerdì pomeriggio ripartivano per Napoli con un bottino medio di 8mila euro, che poi provvedevano a spartirsi in base ai ruoli ricoperti nella truffa.
Per comunicare usavano utenze telefoniche intestate a personaggi stranieri di fantasia. La tecnica era così collaudata che è stata estesa anche a Viterbo, Genova e in Puglia.
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