Alzi la mano chi ha capito cosa c'è sotto all'operazione "Day Service" - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Alzi la mano chi ha capito cosa c’è sotto all’operazione “Day Service”

medicoAlzi la mano chi ha capito cosa c’è dietro il decreto di istituzione del “Day Service”, “un servizio che aumenta il numero di prestazioni multidisciplinari complesse negli ambulatori territoriali e oggi ottenibili solo in ospedale”. “Accesso alle cure per 73 patologie negli ambulatori territoriali”, con la firma del decreto viene estesa l’erogazione dei Pac alle strutture territoriali , per la fase iniziale solo pubbliche e in possesso di requisiti specifici, e presto ci sarà anche all’interno delle Case della Salute. Abbiamo chiesto a un paio di medici di famiglia cosa ne pensassero, le risposte sono sostanzialmente irriferibili. Ma hanno capito poco o niente anche loro, che pure dovrebbero essere coinvolti. Ci illuminiamo quando nel comunicato si legge che il progetto è sperimentale, per due anni e solo nelle strutture pubbliche, poi si valuterà. Nel linguaggio “politico-amministrativo” della Regione potrebbe significare un ambizioso flop programmato. Ma tanto a Zingaretti importa poco, forse non hanno nemmeno provato a spiegarglielo. Fa tutto Flori De Grassi, la zarina della sanità, quella dei grandi proclami su Pronto Soccorso e liste d’attesa. Oggi confessa a un giornalista “amico” il fallimento delle sue grandi strategie, Abbiamo commesso errori di valutazione, dice. Mapuò bastare? Nelle strutture pubbliche si aspetta fino ad un anno per una mammografia, una tac al torace, un ecodoppler alle carotidi, una colonscopia. E nei grandi ospedali non si prendono appuntamenti, agende chiuse per quasi tutti gli esami diagnostici. Che figura. E Zinga, quando si muove, non è da meno. Annuncia in pompa magna il contributo di 800 euro a chi partorisce a casa, grandi risparmi dice. Ma i ginecologi lo fanno a pezzi con argomentazioni dettagliate. Non poteva chiedere a qualcuno prima?
 Si va avanti così, senza criterio e con poco costrutto, le case della salute? Siamo a tre e a sentire Barillari (Cinque Stelle) si tratta di un grosso bluff, una quarta a Roma, al Prenestino, c’è già ma non c’è. Insomma, è una mezza bufala, Dovunque si chiudono ospedali promettendo case della salute (Acquapendente, ad esempio). Ma con quali soldi, come e quando?  Siano ancora in attesa dai tempi di Marrazzo-Montino di quei benedetti 8mila posti in Rsa, La gente ne ha bisogno, gli anziani vanno a fondo e con loro le famiglie. Ma chissà quali strategie ha in testa Zingaretti (o chi inventa e disegna la sanità del Lazio al posto suo, e ci infila una buona dose di fatti propri)
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