Terremoto, l’effetto boomerang delle commemorazioni - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Terremoto, l’effetto boomerang delle commemorazioni

Terremoto-anniversario-2Il sapore dolciastro della solidarietà, della comprensione, della condivisione di un dolore sordo, profondo, incalcolabile dura lo spazio di una notte, di un mattino, di un tramonto. Lascia soddisfatto chi è dalla parte comoda della barricata, non porta a niente. Anni di commemorazioni, centinaia di fiaccolate e di articoloni, di reportage, tutto fiato sprecato. Bastano due case crollate a Ischia per far capire che la retorica e le polemiche del passato non sono servite a nulla. Anzi, l’effetto boomerang delle commemorazioni, del “ricordo”, è perfettamente calcolabile, dà la sensazione che sia stato fatto qualcosa, che si sia compiuto un passo avanti, lascia per un po’ appagati. E allenta la tensione, la carica positiva e propositiva. Si ricordano i morti,la denuncia va in secondo piano, la rabbiosa volontà di svoltare, di ottenere giustizia, di far pagare chi ha sbagliato prima, durante e dopo, la determinazione a fare sì che le brutte cose non accadano più e che la prossima volta tutto vada in modo diverso. Non si tratta di una casetta in più o in meno, si tratta delle promesse non mantenute, del sistema che non funziona, delle tasse da pagare e delle agevolazioni che non arrivano, delle macerie che colpevolmente sono ancora ai margini delle aree terremotate, del fatto che nessuno è stato reso manifestamente colpevole e ha pagato. Del fatto che la politica ha ancora una volta fatto la sua brutta parte, che un presidente di Regione gioca le sue probabilità di riconferma sulle promesse, che un commissario governativo abbandona perché ha cambiato casacca politica, che un governo non è in grado di tutelare i cittadini risparmiando l’angoscia suppletiva di avere dei conti da regolare con il sistema. Insomma, fosse una giornata di rabbia, di denuncia, di proposta, di soluzioni,forse tutti si sentirebbero meglio.

Giovanni Tagliapietra

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