Il Pd non ha più bisogno di Marino E ora Marino non serve più al Pd - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Il Pd non ha più bisogno di Marino E ora Marino non serve più al Pd

Ignazio Marino e Matteo Renzi ai Fori ImperialiIn verità non se l’aspettava nessuno. Anzi. Un risultato così rotondo, così netto e clamoroso Roma non l’ha mai avuto. Si temeva (o si fantasticava) sul sorpasso di Grillo, è arrivata la valanga del Pd. Un voto falsato dall’elemento assenteismo, certo ( se ha votato un romano su due quello che è rimasto a casa come la pensa)ma la sostanza delle cose non cambia. L’effetto romano del voto europeo è che il Partito Democratico – che pure non esprime in questo momento personaggi di dominare da soli la scena – praticamente non ha più bisogno di Ignazio Marino. I maggiorenti del partito (il fenomeno Renzi era ancora di là da venire) avevano puntato a casaccio sul politico-chirurgo in un momento di debolezza strutturale, pronti ad immolare un outsider. Marino ha vinto, è sfuggito progressivamente di mano, ha creato un sacco di guai, ha messo in difficoltà il partito degli affari, si è dimostrato ingovernabile. Il segretario del Pd capitolino Lionello Cosentino gli ha messo accanto dei badanti, gli ha costruito attorno una cabina di regia per ingabbiarlo, ora ha la forza politica e morale per imporgli delle scelte di uomini, linea e strategia. Ci sarà il rimpasto e sarà quello dettato dal partito, meglio grigi e modesti uomini di apparato, ma sicuri, degli esterni e degli apprendisti stregoni scelti in base al curriculum. Ora comanda Renzi, non si discute. Baci e abbracci davanti ai fotografi, ma dietro le quinte pugno di ferro.  E’ meno ingombrante la presenza di Sel, che pure ha fatto la sua buona figura elettorale, si può trattare. Sparito il centrodestra c’è da gestire l’unica opposizione, quella grillina. Battuta sul terreno e psicologicamente. Il grande balzo non c’è stato, la forza contrattuale è quella che è. In consiglio comunale la pattuglia M5S ha fatto quello che ha potuto ma non è riuscita ad incidere. Oggi per rendersi utile deve cambiare marcia, atteggiamento e tipo di comunicazione. Ce la farà? Tornando a Marino – non può dirlo ma avrebbe preferito un Pd più malleabile – il presente e il futuro sono pieni di incognite, il partito ha ancora bisogno di lui? Come sarà il rimpasto? E la cambiale da pagare sullo stipendio ai “comunales” che scade a luglio come verrà pagata? Quante delle iniziative, dei sogni, dei proclami messi in piedi dalla Giunta verranno portati avanti? E le categorie sociali e produttive che atteggiamento terranno?

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login