quella moschea a cielo aperto in Colli Portuensi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Quella moschea all’aperto in Colli Portuensi

Roma-29giugno14L’immagine che pubblichiamo è eloquente. Scattata nel primo pomeriggio rappresenta un gruppetto di ambulanti di evidente fede islamica inginocchiati presumibilmente in direzione della Mecca a recitare le preghiere di rito. I loro banchetti di cianfrusaglie, piazzati anche la domenica, possono aspettare. Di fronte, come si può vedere, una serie di cassonetti dell’immondizia, stracolmi e maleodoranti. La preghiera scavalca le montagne, figuriamoci quella piccola collina di rifiuti. Ma non si può negare sia per niente decoroso. Esistono i luoghi di preghiera e di culto, la strada, tra i passanti dovrebbe essere sconveniente per tutti. Un dubbio sorge legittimo. E’ regolare? Si può fare? O ci sono delle regole precise anche per queste manifestazioni di religiosità? Ciò che vale per i cattolici non vale per i credenti islamici? Nessun razzismo o atteggiamento pregiudiziale. Solo il tentativo di fare chiarezza. Pochi metri più in là tre signori offrono la Bibbia su una cassetta rovesciata. Non è più dignitoso, tutt’altro. Ma almeno non è un atto di culto. Vogliamo aggiungere che se un cattolico facesse altrettanto in un paese islamico non la passerebbe liscia? L’autorità, come accade sempre, è assente. E la vita scorre. Quei credenti islamici gestiscono una cinquantina di metri di marciapiede trasformato in un autentico suk. Ambulanti, certo, e qualcuno ha concesso loro la licenza di vendere cianfrusaglie occupando suolo pubblico e posti macchina. Qualcuno li ha avvisati dell’aumento della tassa di occupazione del suolo pubblico? E quelle scalcinate bancarelle improvvisate, abusive, che affiancano quegli ambulanti, le ha mai controllate nessuno? Nonostante la giornata domenicale e l’ora (14.30) i soliti giovani rom marciavano a passo di carica e con lo sguardo truce, pericoloso, con il loro carretto, a svuotare cassonetti. C’è qualcosa che non funziona

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